Vocazioni e Pastorale Vocazionale |
Nel vangelo ci sono molte raccomandazioni che oltrepassano la misura del comandamento, indicando non solo ciò che è "necessario", ma ciò che è "meglio".
Il concilio Vaticano II° ha affermato che "la professione dei consigli evangelici, quantunque comportino la rinunzia di beni certamente apprezzabili, non si oppone al vero progresso della persona umana, ma al contrario per sua natura le è di grandissimo profitto". ( LG 46/b )
Gli Istituti Secolari, pur non essendo Istituti religiosi, comportano una vera e completa professione dei consigli evangelici nel secolo riconosciuta dalla Chiesa.
Essa a quanti la professano con l'emissione dei voti, conferisce una consacrazione.
La secolarità è il carattere specifico degli Istituti secolari, in cui risiede la sua particolare ragione d'essere.
L'impegno di cooperare alla salvezza del mondo deve realizzarsi soprattutto operando all'interno di esso come fermento.
Nella vita bimillenaria della Chiesa, dalle origini ad oggi, la vita consacrata ha assunto varie forme: le virgines delle prime generazioni cristiane, il monachesimo maschile e femminile dell'alto medioevo, gli ordini mendicanti del basso medioevo, i chierici regolari dell'epoca moderna, le congregazioni religiose dell'età contemporanea, ed infine gli istituti secolari ufficialmente riconosciuti, da Pio XII con la costituzione apostolica Provida mater del 1947 e con il motu proprio Primo feliciter del 1948.
In un certo senso si potrebbe dire che gli istituti secolari hanno ripreso l'intuizione che stava alla base della consacrazione delle virgines delle origini cristiane: donne totalmente dedite al regno di Dio, ma viventi nelle ordinarie condizioni di vita della gente.
Non sembra inoltre un caso che la loro diffusione ed il loro riconoscimento coincidano con il riconoscimento e la valorizzazione del laicato nella Chiesa, con il richiamo alla centralità della vocazione e della consacrazione battesimale.
Basta tra l'altro un confronto tra il Codice di Diritto Canonico del 1917 e quello promulgato da Giovanni Paolo II nel 1983, espressione di due diverse ecclesiologie, rispettivamente quella clericale del Vaticano I e quella comunionale del Vaticano II: altro è lo spazio, sotto il profilo quantitativo, ma soprattutto qualitativo, riservato ai laici.
Come è sistema centenario e sapiente della Chiesa, normalmente il riconoscimento giuridico viene concesso ad istituzioni e movimenti soltanto dopo un lungo periodo di prassi e di sperimentazione, che ne provino la validità pratica.
Non poteva avvenire diversamente e così infatti è avvenuto anche per gli istituti secolari: nessun stupore e nulla da eccepire pertanto.
Se l'intuizione della specificità degli istituti secolari risale alle prime generazioni cristiane, il primo tentativo di attuarle in epoca moderna fu compiuto nel secolo XVI con la Compagnia di Sant'Orsola, fondata da Sant'Angela Merici.
Ma è soprattutto dalla fine del 1800 che si registrano tentativi di creare associazioni di laici consacrati a Dio.
In tale direzione andava anche il decreto Ecclesia catholica del 1889.
Ma la difficoltà che sembrava insormontabile - ed il Codice del 1917 sembrava provarla - era proprio la concezione di una consacrazione che non fosse quella dei religiosi, che come tale esigeva l'abbandono della condizione laicale.
Tappa importante fu il convegno di San Gallo organizzato da padre Gemelli nel 1938, con l'autorizzazione di Pio XI e la partecipazione di fondatori e responsabili di una ventina di istituti: si constatò con stupore di concordare su aspirazioni e vedute.
Si decise pertanto di chiedere alla Santa Sede il proprio riconoscimento giuridico come associazioni di laici consacrati a Dio nel mondo.
Come si vede, l'insistenza verteva sullo specifico: laici ( veramente tali ), ma consacrati.
L'approvazione pontificia - come si è detto - si ebbe soltanto nel 1947, da parte di Pio XII, con la costituzione apostolica Provida mater, che riconosceva e definiva gli istituti secolari come « società, clericali o laicali, i cui membri, stando nel mondo, professano i consigli evangelici, per acquistare la perfezione cristiana e per esercitare pienamente l'apostolato ».
La costituzione, tuttavia, non corrispondeva completamente alle attese: a detta di Giuseppe Lazzati, il documento modellava « ancora troppo strettamente gli istituti secolari sulla vita religiosa » e non diceva espressamente che i loro membri potevano vivere nella famiglia e nel loro ambiente professionale.
Ambiguità superata dal motu proprio Primo feliciter del 1948, il quale faceva propria una formula presente in una « memoria storico-giuridico-canonica » redatta da padre Gemelli, con la collaborazione di Giuseppe Dossetti, che in precedenza non era stata accettata dal Sant'Uffizio, la quale affermava che l'apostolato deve essere realizzato « non solo nel mondo, ma, per così dire, dall'interno del mondo ».
É stato Paolo VI ad individuare e ad esprimere, con frasi particolarmente felici, in modo chiaro, la teologia della laicità consacrata, che costituisce lo specifico degli istituti secolari, che li libera dall'ambiguità di mezzi-laici e di mezzi-religiosi.
Egli affermava che « l'anima di ogni Istituto Secolare è stata l'ansia di una sintesi; è stata l'anelito all'affermazione simultanea di due caratteristiche: la piena consacrazione della vita secondo i consigli evangelici e la piena responsabilità di una presenza e di una azione trasformatrice dal di dentro del mondo, per plasmarlo, perfezionarlo, santificarlo ».
Ed ancora: « Siete laici, consacrati come tali dal sacramento del battesimo e della cresima, ma avete scelto di accentuare la vostra consacrazione a Dio con la professione dei consigli evangelici ».
« Restate laici, impegnati nei valori secolari propri e peculiari del laicato, ma la vostra è una secolarità consacrata ».
Se sono capaci di tale sintesi, « gli istituti secolari, » continuava Paolo VI, diverranno quasi « il laboratorio sperimentale nel quale la Chiesa verifica le modalità concrete dei suoi rapporti con il mondo ».
Quindi i membri degli istituti secolari sono pienamente laici e veramente consacrati, cioè laici consacrati.
Ricordo semplicemente due laici consacrati che hanno veramente saputo fare sintesi, nel rispetto della piena laicità e nell'impegno di una radicale consacrazione: Armida Barelli e Giuseppe Lazzati.
« Nuova ed originale » chiamò ancora Paolo VI la loro consacrazione secolare, in quanto immette « la forza dei consigli evangelici in mezzo ai valori umani e temporali ».
Va detto infatti che l'essere nel mondo non è un fatto semplicemente sociologico, ma teologico, nel senso che è « l'assunzione consapevole, in prima persona, della propria condizione secolare nativa, per farla diventare il segno ( … ) dell'accettazione piena dell'irruzione di Dio nel bei mezzo della storia umana e del suo farsi ( … ).
Per cui secolari si diventa, non si nasce » ( C. Rocchetta ).
Riportiamo altri passi fondamentali di Paolo VI: "Se ci chiediamo quale sia stata l'anima di ogni Istituto Secolare, che ha ispirato la sua nascita e il suo sviluppo, dobbiamo rispondere: è stata l'ansia profonda di una sintesi, è stato l'anelito alla affermazione simultanea di due caratteristiche:
1) la piena consacrazione della vita secondo i consigli evangelici;
2) la piena responsabilità di una presenza e di una azione trasformatrice al di dentro del mondo, per plasmarlo, perfezionarlo, santificarlo.
Da una parte, la professione dei consigli evangelici … è segno della perfetta identificazione con la Chiesa, anzi, col suo stesso Signore e Maestro, e con le finalità che Egli le ha affidate.
Dall'altra parte, rimanere nel mondo è segno della responsabilità cristiana dell'uomo salvato da Cristo, e perciò impegnato ad "illuminare e ordinare tutte le realtà temporali …., affinché sempre si realizzino e prosperino secondo Cristo, e siano lode del Creatore e Redentore ( Lumen Gentium, 31 ) …"9
La spiritualità, comune a tutti gli Istituti, è però "personalizzata", cioè assunta secondo le connotazioni proprie di ogni singolo Istituto, per cui ognuno ha una sua specificità.
Si cammina nell'alveo creato dai Fondatori, con le proprie caratteristiche, ma con l'intelligenza dei tempi, che esigono un costante rinnovamento, una continua capacità di andare oltre le emergenze, per percorrere strade che aprono nuove possibilità di dare voce al Vangelo.
3. Riferimenti dar codice di Diritto Canonico
"L'Istituto Secolare è un istituto di vita consacrata in cui i fedeli, vivendo nel mondo, tendono alla perfezione della carità e si impegnano per la santificazione del mondo, soprattutto operando all'interno di esso."
"I membri di tali istituti esprimono e realizzano la propria consacrazione nell'attività apostolica e come un fermento si sforzano di permeare ogni realtà di spirito evangelico per consolidare e far crescere il Corpo di Cristo".
"L'istituto può associare a sé, con qualche vincolo determinato dalle Costituzioni, altri fedeli che si impegnino a tendere alla perfezione evangelica secondo lo spirito dell'istituto e a partecipare alla sua stessa missione"
"Nella Chiesa sono moltissimi gli istituti di vita consacrata, che hanno differenti doni secondo la grazia che è stata loro concessa: essi infatti seguono più da vicino Cristo che prega, che annuncia il Regno di Dio, che fa del bene agli uomini o ne condivide la vita nel mondo, ma sempre per compiere la volontà del Padre".
Per meglio cogliere la spiritualità dell'Unione Catechisti ed evidenziare il suo particolare carisma, che è quello di rivelare al mondo, ma dal suo interno, l'amore misericordioso del Signore attraverso la diffusione dell'Adorazione a Gesù Crocifisso e l'apostolato catechistico-educativo-sociale, riportiamo alcuni articoli delle costituzioni del nostro istituto.
Art. 1. Fratel Teodoreto desideroso di corrispondere alle sollecitazioni dei Superiori in merito alla realizzazione di iniziative intese a favorire la perseveranza nella vita cristiana, particolarmente degli allievi e degli ex allievi delle Scuole Cristiane, illuminato da Dio, tramite Fra Leopoldo Maria Musso o.f.m., e incoraggiato dai Superiori, è stato guidato a fondare, attraverso sviluppi successivi, e con l'intervento dell'Arcivescovo di Torino, l'Istituto Secolare "Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata".
Art. 2. I membri dell'Unione rispondendo ad una interiore chiamata dello Spirito Santo attratti dall'amore del Crocifisso Risorto, massimamente manifestato dalle sue piaghe sanguinanti e gloriose, trovano nel loro Istituto, con la protezione della Vergine Immacolata, un grande aiuto per la propria santificazione e un modo per annunciare, con la parola e con l'esempio, Gesù Cristo e l'infinito suo amore per noi fino a morire in Croce per la salvezza di tutti.
I Catechisti praticano e diffondono l'adorazione a Gesù, il Crocifisso Risorto, allo scopo di riportare al centro della vita cristiana il mistero della morte e resurrezione del Figlio di Dio, e di annunciare a tutti il valore universale del sacrificio di Cristo, di ieri di oggi e di sempre: "Quando sarò innalzato da terra attirerò tutto a me".
Art. 3. I membri dell'Unione operano affinché la Croce di Cristo si manifesti come trono di gloria, sorgente di perdono e di vita, di riconciliazione e di rinnovamento universali, suprema manifestazione della regalità del Signore.
Art. 4. I Catechisti trovano nella contemplazione delle Sacratissime piaghe di Gesù e nell'ascolto del suo grido "Ho sete" la sorgente d'un amore che si trasforma in zelo ardente per la salvezza dei ragazzi e dei giovani.
Desiderando soddisfare la sete di anime di Cristo Crocifisso, i Catechisti si sentono chiamati ed inviati ad evangelizzare annunciando l'amore di Dio manifestato in Cristo.
Come Cristo, primo divino Catechista, sono disposti a donare la loro vita per la salvezza delle persone a loro affidate, specialmente dei più poveri, piccoli ed umili.
Art. 5. I membri dell'Unione sono chiamati, a seconda delle categorie, a realizzare la loro consacrazione a Dio mediante la pratica ( Consacrati ) o secondo lo spirito ( Associati ) dei consigli evangelici, attuati nella condizione secolare.
Essi vivono e operano nel mondo come Catechisti e educatori, vale a dire, come educatori della fede e come educatori dell'uomo ispirati dalla fede, mediante l'apostolato catechistico educativo sociale.
Art. 38. Fanno parte dell'Unione le seguenti categorie:
I membri consacrati, che si distinguono per l'impegno a perseguire le finalità, lo spirito e la missione dell'Unione Catechisti mediante la pratica dei consigli evangelici di castità celibataria, di povertà e di obbedienza.
Gli Sposi catechisti che, come risposta alla chiamata personale nello spirito dei consigli evangelici, insieme come coppia intendono vivere in pienezza il Matrimonio sacramento secondo lo spirito e la missione dell'Unione;
I Catechisti/Catechiste associati - sposi con matrimonio cristiano, in coppia o singoli, coniugi cristiani separati, purché non conviventi né risposati civilmente, celibi o nubili - che intendono partecipare, nello spirito dei consigli evangelici, agli ideali spirituali e apostolici dell'Unione per la loro santificazione e per l'esercizio della carità;
Gli Aggregati che, aderendo al Movimento Adoratori e Adoratrici di Gesù Crocifisso, si impegnano a praticare e a diffondere, con spirito di riparazione, l'Adorazione a Gesù Crocifisso, affinché l'"Amabilissimo Signore", le sue piaghe sanguinanti e gloriose, siano al centro di ogni amore, e di ogni ambiente di vita e di lavoro; partecipano così anch'essi in modo semplice ma efficace, allo spirito e alla missione dell'Unione, pur nell'appartenenza ad altre forme di vita.
Nell'auspicata eventualità di ulteriori sviluppi dell'Unione con nuove forme di appartenenza, si richiede l'accettazione sostanziale di quanto stabilito circa le identità e carisma dell'Unione e la disponibilità a realizzare forme di collegamento e di cooperazione stabilite di concerto.
Tale norma ha trovato applicazione con le Catechiste Associate Consacrate che hanno professato con voto i consigli evangelici.
Esse, per ora, sono canonicamente inserite nell'Istituto come Associate, in attesa delle deliberazioni assembleari, o dell'approvazione canonica del ramo femminile da parte della Chiesa.
Inoltre va notato, come si deduce dal combinato disposto dei sopracitati articoli 38 e 39, che possono confluire ed essere inserite nell'istituto altre forme vocazionali fondate sulla stessa spiritualità.
Ma tale argomento sarà ripreso in una prossima circolare.
L'Unione Catechisti di Gesù Crocifisso e di Maria Immacolata è un Istituto Secolare maschile, ma con possibilità di associarsi anche per le donne, fondato dal Ven. fr. Teodoreto delle Scuole Cristiane.
Esso è formato da membri che il Signore ha chiamato a vivere una vita consacrata a lui nella laicità.
Quanti hanno risposto "Sì" ed hanno emesso i voti di castità celibataria, di povertà e di obbedienza, sono uniti a Cristo casto, povero ed obbediente, per testimoniarlo con la propria vita e realizzare in profondità quella vocazione battesimale a cui tutti siamo chiamati.
A questi si uniscono anche gli Associati.
L'appartenenza in qualche gruppo di associati all'Istituto Secolare viene sancita da una libera scelta, che si esprime con la promessa di vivere la spiritualità e la missione dell'Unione e di impegnarsi per la realizzazione delle sue iniziative nella fedeltà a quanto indicato dai rispettivi regolamenti.
Le opere dell'Istituto secolare, Unione Catechisti di Gesù Crocifisso e di Maria Immacolata, animate e scaturenti dall'Adorazione a Gesù Crocifisso, sono finalizzate all'attuazione della missione propria dell'Istituto che è l'apostolato catechistico-educativo-sociale.
Esse sono:
1. La Casa di Carità Arti e Mestieri, per la formazione professionale, sociale, umana e cristiana dei lavoratori, specialmente dei giovani, in attuazione delle ispirazioni del Servo di Dio fra Leopoldo Maria Musso.
2. I corsi per la formazione di base dei Catechisti parrocchiali, per preparare i fedeli a vivere il loro stato laicale nella prestazione a questo prezioso servizio nella propria parrocchia.
3. La Messa del Povero, per offrire ai più poveri ed emarginati il conforto dell'incontro con Cristo Crocifisso e con la bontà del Padre, mediante un'azione di accoglienza, di comprensione, di servizio, comprensiva della catechesi e della refezione.
4. Colonia Climatica marina Pio XII di Camanà ( Perù ) sul Pacifico, per offrire ai bambini delle famiglie povere ai quali i Catechisti fanno il catechismo alcuni giorni di ristoro e di ricapitolazione catechistica.
5. "La Sorgente", in un oasi di riflessione e di pace, nella collina torinese, per ripresentare ai fedeli Gesù Crocifisso, Colui per le cui piaghe sono stati salvati, affinché sia riconosciuto Re e Signore universale.
6. I Gruppi Famiglia, per aiutare i coniugi a vivere in pienezza il sacramento del matrimonio, traendo la spiritualità dalle mistiche nozze del crocifisso per la Chiesa e dall'esemplarità dell'immacolata, figlia di Dio, madre del Verbo incarnato e sposa dello Spirito.
7. A.M.I. ( Associazione Maria Immacolata ), per orientare i giovani nel fare la loro scelta vocazionale secondo la volontà di Dio, a accompagnarli in questo loro cammino.
Indice |
8 | Stralcio di un articolo sugli Istituti Secolari di Giuseppe Tuninetti |
9 | Paolo VI nel XXV anniversario della "Provida Mater Ecclesia" |