Ritiro del 11/2/1996
1 - Fare di Cristo il cuore del mondo, questa è la volontà del Padre
2 - Dobbiamo collaborare perché la volontà di Dio sia fatta
3 - Gesù, buon Pastore, accompagna le sue creature
4 - "Le mie vie non sono le vostre"
5 - "Come in cielo, così in terra" noi crediamo per tutta l'umanità
6 - Nessuno ha conosciuto la tua volontà se dal cielo non mandavi il tuo Spirito Santo
7 - Ora uniti al Signore, voi vivete nella luce; comportatevi quindi da figli della luce
Vogliamo continuare la nostra riflessione sulla volontà di Dio: Sia fatta la tua volontà.
E la volontà di Dio è la carità, è l'amore che si dona completamente: Fare di Cristo il cuore del mondo, questa è la volontà del Padre.
E l'amore del Padre ci è stato manifestato da Cristo Gesù, abbracciando la croce, salendo in croce, morendo in croce, pagando sulla croce il riscatto del peccato dell'umanità.
Quanto siamo ancora lontani allora dalla volontà di Dio sull'umanità!
E poi ancora - lo dice l'evangelista Matteo e lo conferma l'Ecclesiastico ( Sir 18,1-14 )- : "Questa è la volontà del Padre vostro che è nei cieli: che neppure uno di questi piccoli vada perduto".
Chi sono questi piccoli, che sono oggetto di tanta preoccupazione da parte del Padre che è nei cieli?
Sono i bisognosi che la comunità deve accogliere come accoglie il Signore; comunità che potrebbe essere la nostra famiglia, la nostra comunità religiosa o ecclesiale.
I piccoli sono i membri della comunità, i più fragili; i piccoli sono anche gli smarriti, i peccatori, coloro che si sono allontanati da Dio o che sono ancora lontani da lui e hanno bisogno di Dio; coloro che sono sfiduciati della vita, che hanno intrapreso delle strade sbagliate, peccaminose…
Tutte sono creature di Dio, suoi figli e noi dobbiamo collaborare perché questa volontà di Dio sia fatta, cioè si realizzi nel cuore di tutti gli uomini e con il salmista vogliamo pregare: "Sono amico di coloro che ti sono fedeli e osservano i tuoi precetti.
Del tuo amore, o Signore, è piena la terra, insegnami il tuo volere", fammi capire la tua volontà.
"Signore, tu disprezzi chi abbandona i tuoi decreti, perché la sua astuzia è fallace", che consistenza può avere?
"Assicura il bene al tuo servo, non mi opprimano i superbi, agisci con il tuo servo secondo il tuo amore e insegnami i tuoi comandamenti".
Gesù ci dice: "Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera" ( Gv 4,34 ).
E la volontà del Padre è che tutti siano salvati, che tutti vengano amati in pienezza; dobbiamo affidarci all'amore perché colui che è fonte di amore ci possa amare.
A volte noi poniamo degli ostacoli, impediamo a Dio di amarci, di salvarci, di condurre il nostro cammino.
Pensate a Gesù, buon Pastore, che accompagna le sue creature, che si prende cura dei suoi figli.
E con la liturgia così preghiamo: "Donaci, o Padre, di non aver nulla di più caro del tuo Figlio, che rivela al mondo il mistero del tuo amore e la vera dignità dell'uomo.
Colmaci del tuo Spirito perché lo annunziamo ai fratelli con la fede e con le opere".
Tu non vuoi altro, o Padre, che la nostra perfezione, ce lo dice Mt 5,48: "Siate dunque perfetti come è perfetto il vostro Padre celeste".
Ecco la volontà di Dio, che non desidera altro che le sue creature siano perfette, ritornino a essere com'erano prima che entrasse nel cuore dell'uomo il peccato.
E allora seguiamo il cammino segnato da Cristo Gesù, illuminato e sostenuto dallo Spirito Santo.
"Le mie vie non sono le vostre", ci dice il profeta Is 50,5; e Gesù nel Getsemani dice: "Padre mio, se questo calice non può passare senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà" ( Mt 26,42 ).
Gesù ci insegna a compiere nella nostra vita un cammino d'amore, sostenuto dalla volontà del Padre.
Gesù è nell'angoscia e si rivolge al Padre con le stesse parole del Padre nostro: "Sia fatta la tua volontà".
Non è l'angoscia del dubbio, ma dell'obbedienza dolorosa; la lacerazione non è fra obbedienza e disobbedienza; Gesù è costantemente in atteggiamento di fondamentale obbedienza: Padre, ciò che piace a te, non ciò che piace a me.
Ma anche nell'angoscia la fiducia nel Padre e la certezza di essere suo Figlio non vengono meno e tutto è consegnato alla volontà del Padre su di lui.
E Gesù non cessa di rivolgersi a Dio con l'appellativo di "Padre mio", che è stata la rivelazione più grande che abbia fatto ai suoi discepoli e a tutti noi.
Padre mio, è un'invocazione piena di tenerezza.
Il miracolo del Getsemani è che la fiducia di Gesù nel Padre sia rimasta intatta, salda, anche nei momenti di angoscia più profonda.
Torniamo allora all'espressione di Gesù: "Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e portare a compimento la sua opera"; mai scoraggiarsi, continuare il cammino, anche se ci sono delle difficoltà, dei problemi da risolvere, perché sia fatta non la nostra, ma la volontà del Padre.
Il cibo è un bisogno primario: così è stato il desiderio di Gesù di obbedire al Padre e chi non si ciba, muore.
Vogliamo chiedere allo Spirito Santo che continui a parlare ai nostri cuori, continui a illuminarli perché possano sempre più cooperare alla volontà del Padre.
E con le parole: "come in cielo, così in terra" noi chiediamo per tutta l'umanità e per ciascuno di noi che il Padre sia amato, che Dio Padre sia accolto nella vita di ogni uomo, che il Padre sia onorato nella maniera più perfetta.
Che il suo regno venga con più efficacia; che la sua volontà sia accolta con maggior docilità, perché la terra, malgrado tutte le sue ombre e imperfezioni, porti sempre più il riflesso luminoso del cielo.
Dirà Gesù: "Chi compie la volontà di Dio costui è mio fratello, sorella e madre".
Vi sono alcuni brani biblici molto significativi in merito al tema di oggi: "Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra".
Pensiamo alla lettera agli Eb 10,5-7: "Perciò Cristo quando sta per entrare nel mondo dice a Dio: Signore, tu non hai voluto sacrifici e offerte, ma mi hai formato un corpo; non ti piacciono le offerte di animali e i sacrifici per togliere i peccati; allora ho detto: "Eccomi, o Padre, o Dio, io vengo a fare la tua volontà come è scritto di me nel libro della legge""
E in Gv 4,34: "Il mio cibo è fare la volontà di Dio che mi ha mandato.
Mio cibo è compiere la sua opera fino in fondo".
Gv 5,30: "Io non posso far nulla da me, giudico come Dio mi suggerisce e il mio giudizio è giusto perché non cerco di fare come voglio io, ma come vuole il Padre che mi ha mandato".
Sap 9,13.16-17: "Chi tra gli uomini potrà mai conoscere la volontà di Dio?
Chi potrà sapere ciò che il Signore vuole?
A stento possiamo immaginare le cose del mondo, anche quelle che sono a nostra portata, le scopriamo a fatica, ma le cose del cielo chi mai ha potuto esplorarle?
Nessuno ha conosciuto la tua volontà se non eri tu a dargli la sapienza; se dal cielo non gli mandavi il tuo Spirito Santo.
Mc 3,31-35: "La madre e i fratelli di Gesù erano venuti dove egli si trovava, ma erano rimasti fuori e lo avevano fatto chiamare.
In quel momento molta gente stava seduta attorno a Gesù; gli dissero: "Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e ti cercano".
Gesù rispose: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?".
Poi si guardò attorno e osservando la gente seduta in cerchio vicino a lui disse: "Sono questi mia madre e i miei fratelli, perché se uno fa la volontà di Dio è mio fratello, mia sorella e mia madre".
E ancora Lc 6,46-49: "Perché mi chiamate: Signore, Signore e non fate quel che io vi dico?
Se uno mi segue ascolta le mie parole e poi le mette in pratica, vi dirò a chi assomiglia: egli è come un uomo che si è messo a costruire una casa: ha scavato molto profondamente e ha poggiato le fondamenta sopra la roccia.
Poi è venuta un'alluvione e le acque del fiume hanno invaso quella casa, ma non sono riuscite a scuoterla perché era stata costruita bene.
Al contrario: chi ascolta le mie parole e poi non le mette in pratica somiglia a quell'uomo che si è messo a costruire una casa direttamente sul terreno senza porre le fondamenta.
Quando vennero le acque del fiume investirono quella casa ed essa è crollata subito e il disastro fu grande".
E concludiamo con san Paolo che scrive ai cristiani di Ef 5,8-17: "Un tempo vivevate nelle tenebre, ora invece, uniti al Signore, voi vivete nella luce; comportatevi quindi da figli della luce: bontà, giustizia e verità sono i suoi frutti.
Cercate ciò che piace al Signore.
Non fate amicizia con quelli che compiono azioni tenebrose, che non danno alcun frutto, piuttosto denunziate quelle loro azioni che essi fanno di nascosto ed è vergognoso persino parlarne.
La luce mostra la vera natura di tutto ciò che viene messo in chiaro.
Poi la luce trasforma ciò che illumina e lo rende luminoso.
Per questo si dice: "Svegliati, tu che dormi, sorgi dai morti e Cristo ti illuminerà".
Fate molta attenzione al vostro modo di vivere, non comportatevi da persone sciocche, ma da persone sagge, usate bene il tempo che avete perché viviamo giorni cattivi.
Non comportatevi come persone senza intelligenza, ma cercate invece di capire che cosa vuole Dio da voi".