Ritiro del 15/10/2006
L'intimità con Gesù il crocifisso risorto inizia con la preghiera fatta principalmente di ascolto del Signore che parla e dì silenzio per poter udire fa sua parola e conversare con Lui in devoto raccoglimento
Dalle nostre Costituzioni Art. 104:
"La preghiera è innanzitutto dono di Dio.
Essa è il respiro della vita dei Catechisti e scandisce il ritmo della loro esistenza del loro rimanere di fronte al Padre.
I Catechisti pregano come Gesù e con Gesù nello Spirito Santo e si adoprano nel praticare la preghiera continua".
"Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica" . ( Lc 11,26 ), è la beatitudine proclamata da Gesù, chiamata la beatitudine dell'ascolto, una virtù rara, ma assolutamente necessaria per chi vuole intrattenersi con Dio nell'intimo della propria coscienza.
Tutti vogliamo essere ascoltati, ma non sempre abbiamo voglia e tempo dì ascoltare.
Anche al Signore preferiamo parlare, anziché ascoltarlo.
Affrontare la fatica dell'ascolto capovolge il nostro modo di vedere, richiede un dinamismo nuovo che si esprime in un silenzio riempito dall'ascolto, così come faceva Maria, la Mamma di Gesù.
C'è un silenzio che non porta all'ascolto, ma che ci fa ripiegare su noi stessi; questo silenzio va respinto.
Il discepolo che vive il silenzio ( per un ascolto di tipo verticale e orizzontale, tra i quali vi è circolarità ) diventa grembo nel quale la parola di Dio si fa frutto.
Gesù è rattristato per quelli che non lo ascoltano.
Egli ci dice:
Mi chiamate il Redentore e non vi fasciate redimere
Mi chiamate la Luce e non mi credete
Mi chiamate fa Via e non mi percorrete
Mi chiamate la Vita e non mi desiderate
Mi chiamate il Maestro e non mi seguite
Mi chiamate la Sapienza e non mi interrogate
Mi chiamate il Signore e non mi servite
Mi chiamate l'Onnipotente e non vi fidate di me
Se un giorno non vi riconoscerò non vi meravigliate
Dice la Sacra Scrittura: "Dove si ciarla la colpa non mancherà. Chi è sconsiderato nel parlare ne risentirà danno" ( Pr 10,19; Pr 13,3 ).
"Tu o Signore fin dal mattino mi desti; desti le mie orecchie affinché ti ascolti come maestro" ( Is 50,4 ), ma la tua parola è lieve come un sussurro, e suona senza suono: occorre dunque un profondo silenzio per poterla udire.
Il silenzio è il clima che permette o facilita la riflessione e la concentrazione della nostra mente sull'oggetto della nostra attenzione.
Ciò vale qualunque sia l'argomento sul quale vogliamo concentrarci, ma in modo particolare il silenzio è richiesto quando vogliamo attendere alla preghiera e alla contemplazione.
Nel trambusto, nella confusione, nel turbinio delle passioni o in mezzo a distrazioni non respinte è difficile la comunione con Gesù, cioè abitare nel suo cuore e rimanere in intimo colloquio con Lui.
È dunque importante cercare il silenzio: un silenzio attivo, e non semplicemente un astrarsi dal mondo per nulla pensare, nulla udire, soffocando ogni desiderio o tensione … questo sarebbe un silenzio passivo, simile a quello della morte … non è questo il silenzio richiesto a un cristiano.
Il cristiano si astrae, per quanto possibile, dal rumore e dal chiasso esterni, e frena il grido delle passioni che la psiche continuamente alimenta in lui, per orientare il proprio spirito a Dio, riconosciuto Creatore, Signore e Datore di ogni bene.
Poiché è molto importante conseguire questo raccoglimento interiore, conviene non rimandare a tempi successivi, l'inizio dì questo meraviglioso cammino, qualora non l'avessimo intrapreso, o ci fossimo un po' adagiati o fermati.
Impariamo da Gesù come pregare; Egli per pregare si ritirava in luoghi solitari e qui sostava a lungo, spesso trascorreva intere notti in preghiera.
In tutta la sua vita lavorativa e durante il suo ministero, Gesù rimase costantemente unito al Padre, e vi rimase con il più grande amore fino al tremendo supplizio della croce.
A questa ininterrotta comunione con Dio Gesù invita anche noi dicendoci: "Rimanete in me".
Volendo conseguire questo obiettivo, occorre allora togliere da noi tutto ciò che si oppone all'ascolto di Dio e alla nostra unione con Lui.
Questo comporta in primo luogo un deciso impegno nel respingere ogni giudizio, critica, o valutazione cattiva … e l'eccessiva preoccupazione per il futuro; richiede un affidarsi a Gesù e a Maria, con la docilità dei bimbi, per intraprendere, o per continuare con loro, il meraviglioso cammino della vita.
Se ci sentiremo come bambini in braccio a Gesù e alla sua e nostra Mamma questo cammino ci sarà più facile e, per quanto aspro possa essere il sentiero, nulla di male ci potrà accadere, perché saranno loro stessi a portarci.
Se in ogni situazione ci lasceremo guidare da toro, esperimenteremo l'efficacia della loro protezione e potremo gustare la tenerezza dell'amore paterno e materno che continuamente ci avvolge.
Con la forza e la grazia che essi ci donano occorre dunque impegnarci a respingere ogni pensiero vano e inutile, i discorsi frivoli, le spiritosaggini che hanno qualche idea di immoralità, i doppi sensi come pure le vuote o pericolose fantasie.
Solo allora la nostra mente e il nostro spirito potranno ascoltare la voce di Dio e nell'intimo della coscienza potremo parlare con Lui per raccontargli "tutto", per ringraziarlo di tutto e per chiedergli il suo aiuto.
Si tratta dì intessere con Dio un ininterrotto dialogo d'amore, un dialogo che il silenzio facilita, ma che potrà sussistere anche in ambienti " difficili ", ed in ogni situazione di vita.
" Tu ami me, io amo te " sintetizza il nostro modo di mantenere il cuore in preghiera e nell'intimità con Gesù.
Si tratta dunque di una intimità e di un silenzio pieno di Dio, di un silenzio adorante.
Tutto questo costerà certamente un po', ma ne vale la pena!
È in gioco la nostra comunione con Dio, e con i fratelli, è in gioco la nostra salvezza.
Perché questa fosse possibile, Gesù è stato inchiodato sulla croce e ha dato \a sua vita per noi, come ci ricorda il profeta Isaia: Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre impurità.
Il castigo che ci da salvezza si è abbattuto su dì Lui; per le sue Piaghe noi siamo stati guariti ( Is 53,5 ).
Offriamo dunque anche noi a Dio l'amore con cui affrontiamo la fatica di questa crescita nell'intimità con Lui; offriamolo perché interceda per noi l'abbondanza del suo Spirito, offriamolo perché ci doni la grazia di abitare costantemente nel suo cuore immacolato.
Negli impegni quotidiani i Catechisti si sforzano di restare uniti a Dio che nello Spirito li invia.
Facilitano questa unione con il richiamo frequente della sua presenza, con lo sguardo di fede sugli avvenimenti, con una grande purezza di intenzione nell'esercizio delle loro responsabilità e nelle relazioni. "
Se la nostra vita sarà intessuta di preghiera Gesù potrà vivere per sempre nei nostri cuori e per la sua divina misericordia avremo la gioia e abiteremo eternamente in Lui.