Cenacolo N° 67
La redenzione non è consistita soltanto nella remissione dei peccati, ma anche, positivamente, nel dono della vita nuova dello Spirito.
Tutto, anzi, tendeva a questo e la stessa remissione dei peccati non si attua oggi, nella Chiesa, se non in forza dello Spirito Santo.
Certo, lo Spirito Santo, in modo solenne e pubblico, viene sulla Chiesa a Pentecoste; ma Giovanni ha voluto mostrare, nel suo Vangelo, da dove proviene quello Spirito che a Pentecoste irrompe dall'alto sugli apostoli; quale ne è la sorgente nella storia.
Tale sorgente è il corpo di Cristo glorificato sulla croce.
Nell'incarnazione e poi, in modo nuovo, nel battesimo del Giordano, il Padre ha mandato sul suo Figlio la pienezza dello Spirito Santo.
Quello Spirito si è come raccolto tutto quanto nell'umanità del Salvatore; ha santificato le sue azioni umane, ha ispirato le sue parole e ha guidato ogni sua scelta. In lui « si è abituato a vivere tra gli uomini » ( sant'Ireneo ).
Ma durante la sua vita terrena era nascosto allo sguardo degli uomini, come quel profumo racchiuso nel vaso di alabastro della donna ( cf Gv 12,3ss ).
Ora, ecco che quel vaso di alabastro, che era l'umanità purissima di Cristo, è stato infranto durante la sua passione e il profumo che si è effuso, ha riempito tutta la casa che è la Chiesa.
« Là dove giungerà il torrente - diceva la profezia - tutto rivivrà ».
Così è avvenuto anche di questo torrente scaturito dal costato di Cristo.
Esso ha riportato nel mondo la vita, tanto che la Chiesa, volendo racchiudere in poche parole la sua fede nella terza Persona della Trinità, a Costantinopoli, nel 381, non trovò nulla di più essenziale da dire dello Spirito Santo se non che dà la vita: « Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita ».
( Cfr. Il Potere della Croce di R. Cantalamessa )
Un carattere iroso è un banco di prova per la carità, la rivelazione di una natura fondamentalmente poco caritatevole.
È la febbre intermittente che mette in luce un malessere interno cronico; la bollicina occasionale che, salendo alla superficie, tradisce un'avaria in profondità; un campione dei più reconditi livelli dell'anima lasciato sfuggire involontariamente in un momento di abbandono; in una parola, la prova lampante di ogni sorta di stati d'animo peccaminosi. Infatti un solo scatto di malumore rivela istantaneamente una mancanza di pazienza, di gentilezza, di generosità, di cortesia.
Non basta perciò combattere il cattivo carattere.
Bisogna risalire alla fonte e modificare il fondo della propria natura, e gli umori rabbiosi scompariranno di per sé.
Il cuore si ammorbidisce, non già cacciandone via gli umori acidi, ma mettendovi dentro qualcosa: un grande amore, uno spirito nuovo, lo Spirito di Cristo. Cristo, compenetrandosi con il nostro stesso spirito, raddolcisce, purifica, trasforma ogni cosa: solo questo può sradicare quello che è falso, può operare una trasformazione chimica, rinnovare, rigenerare e riabilitare l'uomo interiore.
( Cfr. La cosa più grande del mondo di E Drummond )
Noi non siamo salvati senza il nostro consenso: Gesù si è dato a noi, e noi dobbiamo restituirlo al Padre con la nostra vita per mezzo dell'Offerta.
Infatti, nel Sangue delle Sue Piaghe ( Lv 17,11: " … il sangue espia, in quanto è la vita"; Eb 9,14: "quanto più il sangue di Cristo …" ) offriamo anche noi stessi e l'opera delle nostre mani ( Sal 90,17; cfr Lv 1,4 "Poserà la mano sulla testa della vittima, che sarà accettata in suo favore per fare il rito espiatorio per lui ).
Senza l'Offerta fatta a Dio, le nostre opere valgono niente, perché "senza di me non potete fare nulla" ( Gv 15,5 ).
Nel piano di Dio la faccia della terra deve essere rinnovata ( Sal 104,30 ).
Per questo c'è un solo triplice mezzo:
- il cambiamento dei cuori, ad uno ad uno, a contatto col cuore di Gesù:
Mt 11,29: "Imparate da me, che sono mite e umile di cuore";
Gal 4,6: "Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre
Ef 3,17: "Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori".
Dona ciò che è tuo, tutte le volte che ne hai l'occasione!
Tu ami me, io amo Te sempre e in ogni cosa