Lettera N° 14
Torino, 1° gennaio 2014
Carissimi amici,
attraverso l’apostolo S. Giovanni, Dio ci ha rivelato di essere amore e che gli uomini saranno autenticamente figli di Dio se dimoreranno in Lui.
“Dio è amore: chi sta nell’amore, dimora in Dio e Dio dimora in lui” ( 1 Gv 4,16 )
L’amore non è solo un comandamento da osservare, ma la risposta al dono col quale Dio ci viene incontro; Egli infatti, come ci ricorda ancora l’apostolo S. Giovanni, ci ha amati per primo.
“Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna” ( Gv 3,16 ).
Chi dimora in Dio è mosso e guidato dallo Spirito Santo.
( ultima parte: continua da: )
Quando il cielo é coperto, la temperatura del giorno è pressoché uguale a quella della notte, perché le nubi impediscono al sole di scaldare la terra.
Ma se il tempo é sereno e calmo, di giorno il sole scalda il suolo e di notte il terreno irraggia il calore nell'atmosfera, dove i vapori si condensano e ricadono sulla terra in forma di innumerevoli gocce.
Ed ecco la lezione che possiamo trarne.
Oggi la gente aspira a una vita tranquilla e facile, a uno stile di vita senza contrasti, senza difficoltà, senza prove; e il nemico delle nostre anime, ispiratore di questo desiderio, ne approfitta per i suoi scopi.
Tutto infatti contribuisce a inaridire la vita e il cammino della fede: comodità, benessere, assicurazioni su eventuali calamità, disponibilità di innumerevoli rimedi a eventuali difficoltà, per cui anche i cosiddetti cristiani non sentono più il bisogno di ricorrere a Dio, né di ringraziarlo per quanto godono.
In una tale situazione non c'é rugiada e le liti, le invidie, i divorzi, ecc., sono oggi prevalenti nei rapporti interpersonali.
Oggi si dorme, mentre bisognerebbe vegliare, pregare e lottare per vincere ( Mt 26,36-46; Ef 5,14 ).
Eppure gli Apostoli sono ben chiari riguardo al cammino del cristiano: "Considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali potete essere esposti… “
"Felice l'uomo che sopporta pazientemente la prova" ( Sir 1,2-4.12 ).
"Miei cari, non vi sembri strana la prova del fuoco sorta contro di voi, come se vi capitasse qualcosa di nuovo" ( 1 Pt 4,12; 1 Pt 1,6-8 ).
Anche S. Paolo, consapevole di questa verità, poteva dire "Ben volentieri preferisco gloriarmi delle mie debolezze … ." ( 2 Cor 12,9-10 ); Dio é più vicino a noi nella prova e se l’accettiamo con gioia conosceremo il frutto della giustizia, cioè la rugiada ( Eb 12,4-12 ).
É così che Dio ci riconosce come figli e ci fa partecipare alla Sua santità.
Invece oggi tanti cristiani preferiscono i vantaggi e le comodità del mondo, che inaridiscono il cuore, al cammino stretto e pietroso, alle prove, al disprezzo, all'abbandono, alla solitudine.
A volte Dio chiama a vivere sul bordo di un precipizio, su un arido ammasso di pietre, dove non c’é terra, sostegno, comprensione, ma solo solitudine.
Qui, senza la rugiada, non sarebbe possibile sopravvivere.
Ma con la rugiada, proprio lì dove Dio ci vuole, si può fiorire, dare il miele agli insetti che passano e produrre semi che cadranno in altre fenditure di roccia e daranno vita ad altre piante, che dipenderanno anch'esse dalla rugiada divina.
Inoltre non dobbiamo dimenticare che anche i cespugli, le siepi, le paludi, gli stagni, i ruscelli favoriscono la rugiada.
E come gli uomini cercano di eliminare tutte queste cose nella natura, senza vedere i danni che ne derivano al clima, così molti cercano di eliminare dalla loro vita e persino dalla S. Scrittura tutto ciò che crea loro degli ostacoli.
Forse Dio ci chiede di vivere "sul bordo di una siepe di spine", con una persona dal carattere sgradevole, mentre noi vorremmo fuggire; oppure ci conduce "attraverso una palude", dove é difficile camminare, mentre noi vorremmo camminare su una strada ben asfaltata; oppure ci fa fare "un lungo giro attorno ad un lago che ci sbarra la strada", mentre vorremmo andar dritti e svelti.
Tuttavia non é nella pianura ben liscia e senza ostacoli che ci sarà la rugiada, perché é troppo esposta ai venti e priva delle cause naturali di umidità.
É lungo la siepe, in mezzo alla palude, sul bordo del lago che Dio vorrebbe benedirci e invece noi ci ribelliamo, ci allontaniamo dal cammino di Dio e non riceviamo più la rugiada.
Non chiediamo dunque a Dio di togliere le prove dal nostro cammino, ma di farci vincere là, in mezzo alle difficoltà che sono il segno del Suo grande amore per noi ( Ap 3,19 ).
Quando si é capito questo, allora tutta la nostra vita diventa una lode a Dio, non solo per quanto ci dona in continuazione, ma anche per le difficoltà, le umiliazioni, le contrarietà, così che il nostro cammino quotidiano ne risulta completamente trasformato ( Ef 5,20; Eb 13,15; 1 Ts 5,18 ).
E se anche dovessimo camminare nella notte più nera, sapremo ugualmente scoprire nel meraviglioso scintillio delle stelle la presenza di Colui che dice: "La mia grazia e il mio amore durano per sempre".
Le intronizzazioni del Crocifisso tuttora in corso, pur essendo state fatte in un numero limitato di famiglie, hanno prodotto frutti spirituali decisamente positivi.
Dopo l’entusiasmo iniziale circa questa bella e importante iniziativa, accolta favorevolmente anche dai sacerdoti della parrocchia, mi pare di cogliere un certo raffreddamento da parte dei referenti, forse per non averne colto tutta l’importanza.
Pur comprendendo le difficoltà di questa iniziativa che comporta il coinvolgimento di tutta la famiglia, occorre adoperarsi perché si estenda, interessando, con un’azione personale di sensibilizzazione, anche le persone un po’ tiepide.
I rinnovi dei membri dell’Istituto Secolare avvennero, secondo una ormai consolidata tradizione, durante il Ritiro spirituale dell’ 8 dicembre 2013:
- al mattino rinnovarono i Voti le Catechiste aderenti all’Associazione Unione Catechiste associate all’Istituto Secolare;
- al pomeriggio rinnovarono le Promesse, come membri associati all’Istituto Secolare, tutti gli altri membri ammessi, che ne hanno fatto richiesta.
Vi giunga, carissimi, un sincero grazie per la rinnovata risposta di fedeltà data al Signore, unitamente al mio fraterno e affettuoso saluto.
Leandro Pierbattisti