Lettera N° 16
Torino, 1 maggio 2014
Carissimi amici,
la nostra vocazione è: annunciare l’amore e la misericordia del Signore.
Dal Vangelo secondo Giovanni: “ …dopo questi fatti Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade.
E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli.
Disse loro Simon Pietro: “Io vado a pescare”.
Gli dissero: “Veniamo anche noi con te”.
Allora salirono sulle barca; ma in quella notte non presero nulla. […] “. ( Gv 21 )
Dopo la risurrezione di Gesù non tutti gli apostoli avevano capito che Egli non era venuto tra loro per perfezionare in essi la tecnica di pesca, ma per affidare loro una nuova missione di pescatori di uomini, annunciando ad essi l’amore e la misericordia del Signore.
L’episodio evangelico presentatoci dall’evangelista Giovanni al capitolo 21 riporta un fatto, accaduto poco dopo la risurrezione di Gesù, riguardo al quale l’apostolo Giovanni rileva che solo cinque Apostoli, più altri due dei quali non è indicato il nome, seguirono Pietro nella sua decisione di andare a pescare.
Trascorsero la notte sul lago senza aver preso neppure un pesce e Gesù apparve loro.
Era quella la terza volta che Gesù si faceva vedere ai suoi discepoli dopo la sua risurrezione.
Essi quella notte non presero nulla perché non era quella la loro missione: si erano infatti dimenticati che Gesù non li aveva chiamati a pescare pesci, ma a trarre gli uomini dalla melma del male che li separava da Dio.
Questa comunità, che pure era stata ricostituita dopo la risurrezione, stenta a camminare come comunità essendo ancora disorientata per la morte di Gesù, loro Guida e Maestro.
Gesù sa che ricostruire la comunità dei credenti è difficile e faticoso: per questo prende questi sette Apostoli e inizia con loro la missione di diventare pescatori di uomini.
Anche noi, nello svolgimento della missione che il Signore ci ha affidato, potremmo tergiversare dicendo: “ Siamo pochi e diversi, dove sono gli altri? Perché non ci siamo tutti ? ”
Ma se ci attardassimo a discutere, scoraggiati, per quale motivo si è in pochi e disuniti, non andremmo mai a pescare, con il rischio che la morte ci colga ancora prima di aver iniziato la particolare missione dei Cenacoli affidataci.
I discepoli erano gente sveglia e operosa che sentiva il desiderio di fare qualcosa; per questo uscirono e salirono sulla barca di Pietro, ma in quella notte non presero nulla.
Fu quello un clamoroso insuccesso: perché?
Perché pur avendo avuto da Gesù il preciso comando di evangelizzare il mondo diventando pescatori di uomini, si dimenticarono di questo loro nuovo compito e andarono, come solitamente facevano, a pescare pesci come se nulla fosse capitato.
Gesù non disprezza il loro impegno per procurarsi del buon pesce, ma vuol fare loro capire che il desiderio che sentono dentro di muoversi e di fare qualcosa, è molto più grande del fare una buona pesca o una buona mangiata di pesce … perché la loro vocazione ora è più alta.
Tirando su la rete vuota, sarà cominciata anche tra loro la litania delle colpe, come spesso accade in queste situazioni: “ É colpa tua. Quando mai siamo andati a pescare in questo modo?
Chi ci ha fatto uscire? Chi ha avuto questa idea ? ”.
Vengono cioè fuori i sentimenti negativi, come talvolta capita anche tra noi quando qualche nostra iniziativa non riesce bene.
Alla luce delle riflessioni riportate e aiutati da alcuni interrogativi elencati di seguito cerchiamo di capire, senza accusare nessuno, il vero motivo per cui anche i nostri Cenacoli spesso stentano a dilatarsi.
1. Desideroso di vivere ed estendere la missione dei Cenacoli, quale concreto obiettivo mi propongo per migliorarla, cercando di svolgerla come farebbe Gesù al mio posto?
2. Sono attento a correggere sul nascere la pericolosa tentazione che potrebbe insinuarsi in alcuni partecipanti al Cenacolo desiderosi di apparire belli, come un pavone quando fa la ruota, per attirare l’attenzione su di sé, invece che su Gesù?
3. Sono impegnato a vivere e ad approfondire la missione dei Cenacoli con iniziative e proposte personali anche se non vengo sollecitato?
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Probabilmente i referenti dei Cenacoli di adorazione-evangelizzazione, da tempo impegnati a condurre la missione di adorare il Signore Gesù ed annunciare la sua misericordia, potranno rispondere tutti positivamente ai tre interrogativi posti, ma allora come spiegare l’indifferenza di molti che si avverte nei confronti del Crocifisso risorto anche da molti cristiani “praticanti”?
Non occorrerà forse proporre, a cominciare dai membri dei nostri Cenacoli, l’opportunità di sottoporsi ad un trapianto di cuore per il recupero della piena salute.
Non tutti infatti sono a conoscenza dell’esistenza di un grande chirurgo capace di farlo che si chiama: Gesù, la cui azione è talmente valida, efficace e sicura da superare in questo campo ogni altro chirurgo.
Perché allora non presentarlo loro?
Poiché, come certamente avrete già capito, detto trapianto, consiste nel sostituire il nostro cuore con quello di Gesù e della sua Mamma, perché non approfittarne?
Occorre però in questo caso superare la perplessità che l’astuto Tentatore insinua in noi per farci desistere da tale proposito.
Egli cercherà in tutti i modi di convincerci della nostra incapacità a sostenere detto trapianto, dell’inutilità di farlo e che esso comporterà in ogni caso la necessità di dover cambiare il proprio attuale stile di vita.
Consolanti promesse annotate da fra Leopoldo nel suo Diario:
“Io aspetto sempre che qualcuno venga a domandare il mio Cuore e quello anche del mio Divin Figlio!
Scrivi che sono poche le richieste!”;
“Leopoldo, lo dono a te per tutto il mondo: tu prega sempre per tutti quelli che non fanno uso della mia misericordia” ( 18 ottobre 1913 - Maria SS. ).
“Facciamo festa in paradiso per quest’Opera tutta santa!”:
“Lo Spirito Santo discenderà sopra l’Opera ed avranno le più elette virtù!”.
“Copiosissimi saranno i frutti che darà!”.
“Le menti degli uomini si cambieranno”.
“Il mondo si trasformerà!”.
“La carità fiorirà". ( 7 gennaio 1913 - Maria SS. )
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Con fraterno affetto giunga a tutti voi, carissimi referenti dei nostri Cenacoli , l’assicurazione della mia amicizia, un sincero grazie per il vostro silenzioso impegno missionario e l’augurio di un fecondo apostolato.
Leandro Pierbattisti
Inno dei salvati
"Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, per la tua volontà furono create, per il tuo volere sussistono.
Tu sei degno, o Signore, di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai riscattato per Dio con il tuo sangue uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione e li hai costituiti per il nostro Dio un regno di sacerdoti, e regneranno sopra la terra.
L'Agnello che fu immolato è degno di potenza, ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione.( Ap 4,11; Ap 5,9.10.12 )