Lettera N° 62
Torino, novembre 2018
Noi portiamo, legata al collo, una macina da mulino quando diciamo: " La perfezione non è per me!
Il mio passato o il mio presente non mi permettono di amare Dio.
Ho inteso che ero destinato a fare qualcosa di buono, ma non ho profittato dell'occasione.
Ora è inutile, non farò mai nulla!."
È vero?
In fondo voi avete il desiderio di piacere e di amarlo.
Donde viene quel desiderio?
Non potremmo avere un desiderio di amare Dio, se Egli stesso non ce lo donasse. ( Daniel Considine )
Signore Gesù, che nella casa del Padre prepari ai tuoi amici refrigerio e pace, sii nostro conforto nel duro cammino della vita e fa che, nell'ultima sera, riposiamo sereni sul tuo cuore, sino al risveglio eterno. ( Dai vespri del Venerdì della seconda settimana del tempo ordinario )
Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo; non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze.
Io sono tranquillo e sereno come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l'anima mia.
Speri Israele nel Signore, ora e sempre. ( Sal 131,3 )
Dalle norme riguardanti la ripresentazione degli Aggregati e Zelatori dell'Unione abbiamo riscoperto la nostra missione più volte richiamata in questi ultimi mesi.
Ora c'è da chiederci se abbiamo davvero diffuso l'Adorazione nell'ambito delle nostre famiglie, tra i nostri amici e conoscenti e, se sono a conoscenza che alcuni l'abbiano fatto, chiederci perché non tutti.
( Da un documento dell'Unione - 2° parte )
La formazione degli Zelatori avverrà per riferimento alla pratica e alla diffusione dell'Adorazione, come approfondimento dei suoi fondamenti che sono la parola di Dio e la vita della Chiesa, e per la diffusione universale della conoscenza, dell'amore e del culto a Gesù Crocifisso e della di Lui esaltazione, contemplato e adorato nelle sue sacratissime Piaghe sanguinanti e gloriose, sorgenti della risurrezione e della vita, Piaghe che lo affermano " l'alfa e l'omega, il primo e l'ultimo, il principio e la fine " ( Ap 22,13 ).
È per l'impegno di praticare e diffondere l'Adorazione che gli Zelatori debbono essere guidati a considerare se stessi e il mondo, i bisogni e le esigenze dell'umanità, in ordine alle sacratissime Piaghe sanguinanti e gloriose del Cristo.
Bisogni ed esigenze non considerati soltanto in senso generale, ma nel concreto della loro realtà personale, familiare, parrocchiale e diocesana, bisogni ed esigenze riferite a determinati ambienti di vita, e corrispondenti alle singole persone incontrate e, anche, ricercate espressamente.
La penetrazione e l'irraggiamento si fanno affrontando ciò che è in noi stessi e la realtà che ci è immediatamente vicina.
La diffusione si rivolge in primo luogo al prossimo più prossimo.
Centrale è l'azione nell' ambiente familiare e parentale, verso i vicini, verso quelli con i quali si abita uscio a uscio, verso i compagni di studio e di lavoro, verso gli appartenenti alla stessa comunità parrocchiale e diocesana.
La diffusione è il frutto dello zelo, che è una singolare e importante forma della carità, della carità fraterna quale ce l'ha insegnata e comandata il Signore: "Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amato" ( Gv 15,12 ).
La diffusione mira al cuore e alla mente, mira a mettere in movimento o ad assecondare ogni buon proposito, ogni risorsa costruttiva e benefica in corrispondenza del concreto modo d'essere di chi frequentiamo, di chi ci circonda, di chi incontriamo, di chi espressamente ricerchiamo.
L'autentica diffusione dell'Adorazione ci aiuta a cogliere secondo lo spirito del Salvatore Gesù Crocifisso il vero volto del prossimo, visto nell'Amore dal quale è stato amato e dal quale siamo amati.
Se " la carità di Cristo ci sospinge " ( 2 Cor 5,14 ) questo fatto non può non operare come la sorgente più preziosa per valutare condizioni e situazioni e perché si operi solleciti e devoti nei confronti del nostro prossimo.
( segue )
Come ben sapete, la mia salute è piuttosto precaria e ciò mi impedisce di essere disponibile come un tempo, anche se il medico questa mattina mi ha suggerito che ci sarebbe un rimedio efficace ai miei malanni: avere 40 anni di meno!
A parte la battuta scherzosa, questo tipo di impedimenti non dipendono da noi e l'essenziale è il fare tutto quello che possiamo.
Prepariamoci alla festa dell'Immacolata ormai vicina!
Alla Madonna chiediamo di aiutarci in questo importane compito che, con il suo aiuto, desideriamo continuare a svolgere.
Un fraterno saluto
Leandro