VI stazione |
Dai Vangeli secondo Marco e secondo Giovanni Marco 15,17-19; Giovanni 19,5
I soldati lo rivestono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela mettono sul capo.
Cominciano poi a salutarlo: " Salve, re dei Giudei! ".
E gli percuotono il capo con una canna e gli sputano addosso.
Allora Gesù esce, portando la corona di spine e il mantello di porpora.
E Pilato dice loro: " Ecco l'uomo ".
Quando il Giardino delle origini fu chiuso, Dio annunciò che la terra avrebbe generato spine, il suolo maledetto, l'uomo colpito dalla morte.
Delle spine delle nostre sofferenze e dei nostri odi ti incoronano i carnefici.
Il Padre " fa ricadere su di te l'iniquità di noi tutti.
Maltrattato, tu non apri la bocca, come agnello condotto al macello ". ( Is 53,7 )
Tutte le membra della tua carne santa hanno sopportato l'infamia per noi, la tua testa le spine, il tuo volto schiaffi e sputi, la tua schiena la flagellazione e la tua mano la canna. ( Ispirato alla Liturgia bizantina )
Eppure tu sei re, sei il re della Vita.
I carnefici ti incoronano, ti rivestono della porpora regale del tuo sangue.
Nella tua mano uno scettro di scherno, ma pur sempre uno scettro: senza saperlo, essi profetizzano.
Eppure tu sei sacerdote: con pacata maestà porti il dolore del mondo per consumarlo con il fuoco del tuo amore.
Tu eri alle nozze di Cana.
Ora sei alle nozze di sangue.
Ecco l'uomo.
Mostraci l'uomo in ogni volto di torturato.
Ecco l'uomo.
Mostraci l'uomo in ogni volto di affamato, non importa se affamato di pane o di una identità.
Ecco l'uomo.
Nel bruto ingordamente sazio che cammina a ritroso verso la morte, mostraci il volto, il tuo volto.
Mostraci nell'uomo l'immagine di Dio.