VII stazione |
Dal Vangelo secondo Marco 15,20
Dopo averlo schernito, lo spogliano della porpora e gli rimettono le sue vesti poi lo conducono fuori per crocifiggerlo.
Dopo la veste di porpora, di nuovo la veste bianca: dopo il re, il sacerdote; ed ecco l'altare del sacrificio: la Croce.
L'hanno condotto fuori, fuori della città santa, fuori del sacro gelosamente protetto che esclude il profano.
Ormai è lui la sorgente della santità, per cui non c'è nulla che sia " al di fuori ": nulla che non possa essere santificato.
L'hanno condotto fuori lontano dal tempio dove si sgozzano gli agnelli: è lui l'Agnello che porta il peccato del mondo; non vi è più altro tempio che il suo corpo: eucaristia, nostro rifugio.
L'hanno condotto fuori lontano dagli uomini e da Dio, almeno da quel Dio che essi pretendono di conoscere, perché " maledetto è colui che pende dal legno ", ( Dt 21,23 ) ma in lui il vero Dio si rivela.
L'hanno condotto fuori con la Croce.
O Gesù, che sei stato cacciato, che tu non sia più fuori da me.
Ricomponi il mio cuore perché sia la tua dimora.
O Gesù, che sei stato cacciato, che tu non sia più fuori dalle nostre Chiese, dalle quali noi, opponendole, ti scacciamo.
Gesù, che sei stato cacciato perché nessuno sia più " al di fuori ", perché nessuno sia escluso dal convito ( Da un'omelia ispirata al trattato di Ippolito sulla Pasqua ) che ci offri di generazione in generazione.
O Gesù, ormai sei fuori da questo mondo, ecco che presto lo illuminerai.