IV stazione |
Dal Vangelo secondo Luca 22,59-62
Passata circa un'ora, un altro servo del sommo sacerdote insisteva: " In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo ".
Ma Pietro disse: " O uomo, non so quello che dici ".
E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò.
Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: " Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte ".
E uscito, pianse amaramente.
Ecco il tuo discepolo, la roccia della quale avevi detto: " Su questa pietra edificherò la mia Chiesa "; il discepolo che aveva dichiarato: " Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente! ".
Né la carne né il sangue glielo avevano rivelato, ma il Padre che sta nei cieli.
Quale roccia! … Era stato così sicuro di seguirti sino alla fine.
Sarebbe rimasto accanto a te ad ogni costo: ed ora nega di essere dei tuoi, nega la propria identità di Galileo …
Ma tu non hai cessato di pregare per lui, come non cessi di pregare per la tua Chiesa, nonostante le sue infedeltà e i suoi tradimenti.
Al canto del gallo Pietro incontra lo sguardo di Gesù e rientra in se stesso.
Piange amaramente, come Giuda, purtroppo, non ha saputo fare.
A poco a poco il suo orgoglio si spezza, la carne e il sangue si aprono alla volontà del Padre.
Sulla riva del lago il capo diverrà il pastore che confermerà i fratelli e le sorelle e si lascerà condurre, umilmente, là dove non vorrebbe andare.
Gesù, tu non cessi di pregare per noi.
Non ci abbandonare quando ci smarriamo.
Il tuo sguardo compassionevole si posi su di noi, e ci faccia tornare a te, sempre.