I stazione |
Disse loro Pilato: "Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?".
Tutti gli risposero: "Sia crocifisso!".
Ed egli aggiunse: "Ma che male ha fatto?".
Essi allora urlarono: "Sia crocifisso!".
Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso ( Mt 27,22-23.26 ).
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Sia crocifisso! Questo grido, moltiplicato dalla cieca passione della folla, - strana liturgia della morte - risuona lungo la storia, risuona lungo il secolo che finisce: ceneri di Auschwitz e ghiaccio del Gulag, acqua e sangue delle risaie dell'Asia, dei laghi dell'Africa, paradisi massacrati.
Tanti bambini negati, prostituiti, mutilati.
O no, non il popolo ebraico da noi per tanto tempo crocifisso, non la folla, che preferisce sempre Barabba, colui che rende male per male, non loro, ma noi, tutti noi e ognuno di noi, perché noi siamo tutti assassini dell'amore.
Ed ecco che il Vivente nel quale non c'è seme di morte, lui è condannato a morte.
La frusta lacera il corpo in cui respira lo Spirito.
Viene portato via per essere crocifisso.
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Spirito di vita, Spirito di verità, unzione messianica di Gesù ( 1 ), tu che delle sue parole facevi semi di eternità, adesso sei il silenzio nel cuore della Parola umiliata.
Rivesti di questo silenzio la nostra preghiera, perché turbata e commossa accompagni Gesù che cammina nei nostri abissi.
( 1 ) Gregorio di Nissa, Contro Apollinare, 52: PG 45, 1249D