VII stazione

Gesù cade per la seconda volta

Io sono l'uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira.

Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce.

Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri.

Mi ha spezzato con la sabbia i denti, mi ha steso nella polvere ( Lam 3,1-2.9.16 ).

Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, come noi, escluso il peccato ( Eb 4,15 ).

* * *

Gesù, la tua fronte regale, già insanguinata dalle ferite delle spine, nella caduta urta contro le pietre del cammino.

La tua bocca si riempie di polvere, ed è di nuovo Getsemani: "Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice!

Però non come voglio io, ma come vuoi tu!" ( Mt 26,39 ).

Il profeta Geremia, nella sua angoscia, credeva di essere stato colpito dall'ira di Dio.

Ma noi adesso vediamo bene che è sempre l'uomo a colpire Dio.

Gesù, fra il Padre e te non c'è alcuna distanza, tu ti abbandoni alla sua volontà nelle tenebre e non nella luce; e così anche le tenebre diventano presenza.

Così tu scruti fino in fondo la nostra miseria quando tutte le nostre strade sono sbarrate.

Certo, l'illusione stessa del peccato rimane estranea al tuo amore lucido.

Ma il suo risvolto di angoscia e di sofferenza ti schiaccia sotto blocchi di pietra.

Tu soffri la passione di ognuno, tu soffri la passione della storia, per farne risurrezione.

* * *

Signore, quando tutto sembra senza uscita, cammini sbarrati, polvere nella bocca, rivelaci la forza del battesimo che hai voluto subire per noi ( Lc 12,50 ) per far scendere sulla terra il fuoco dello Spirito Santo ( Lc 12,49 ).

Di' che rinasceremo da questo battesimo, che mai saremo abbandonati.

Compagno singolare nelle nostre cadute, fa' che vengano strappate le nostre pelli morte e che la polvere e la cenere nelle nostre bocche, quando il cuore e l'intelligenza si rivolgono a te, prendano il sapore dell'eucaristia.