Presentazione |
Ogni anno la comunità cristiana di Roma, insieme con numerosi pellegrini provenienti da tutto il mondo, si raccoglie attorno al Successore di Pietro presso il Colosseo, nella sera del Venerdì Santo, memoria liturgica della Passione del Signore, per il tradizionale pio esercizio della Via Crucis.
Milioni di fedeli attraverso la televisione partecipano a questo momento di contemplazione e di preghiera.
L'Urbe e l'Orbe sono in qualche modo riuniti attorno al mistero della passione e della morte del Signore, la cui rappresentazione è scandita da letture bibliche, preghiere, commenti e canti.
Il cammino della croce si snoda dall'interno del Colosseo fino alle pendici del Palatino.
Le quattordici stazioni, come già altre volte è avvenuto in questi ultimi anni, si svolgono secondo uno schema strettamente biblico, con testi tratti prevalentemente dal Vangelo di Marco.
Ogni anno il Santo Padre invita persone di varie nazionalità e di diverse chiese o comunità ecclesiali a commentare le stazioni della Via Crucis.
La novità dei commenti della Via Crucis 2002 viene dalla molteplicità degli autori: quattordici giornalisti e operatori della comunicazione sociale, uomini e donne, tutti laici, accreditati presso la Sala Stampa della Santa Sede, di varie nazioni, rappresentanti di note testate giornalistiche e reti televisive, attenti agli eventi della cronaca quotidiana ma anche sensibili al mondo dello spirito, formati al linguaggio chiaro ed essenziale dei « media », abituati alla trasmissione delle notizie quotidiane.
Essi hanno saputo collegare il mistero di Gesù Nazareno con i fatti della storia contemporanea: persone e volti, circostanze e luoghi, del nostro mondo costituiscono anch'essi una Via Crucis quotidiana, dove Cristo vive e soffre ancora in tanti nostri fratelli e sorelle: nei piccoli e nei poveri, nei diseredati e nei malati, nei carcerati e nei perseguitati, nei senza tetto e senza patria.
La meditazione delle singole stazioni collega spesso la vicenda di Gesù di Nazaret con quella degli uomini e delle donne del nostro tempo, vittime della violenza, della guerra, della persecuzione, del terrorismo.
Alle donne giornaliste è stato affidato il commento delle stazioni in cui le donne – Maria, la Madre di Gesù, le discepole che hanno seguito il Maestro fino al Calvario, le figlie di Gerusalemme – sono protagoniste e testimoni di vari episodi della passione del Signore.
Anche oggi – lo hanno espresso bene i commentatori delle stazioni della Via Crucis 2002 – nel volto di Cristo risplende il volto di Dio.
Nella sua passione si leggono le sofferenze dell'umanità.
Nei volti martoriati di uomini e donne del nostro tempo si scorge il volto di Cristo accusato, dileggiato, crocifisso.
Ma la sua vittoria pasquale, il suo trionfo sul male e sulla morte è speranza per l'intera umanità, promessa ed anticipazione di una vita nuova.
Fratelli e sorelle: sono già calate le ombre della sera, sera del Venerdì Santo 2002. Di nuovo la Chiesa di Roma si appresta a rivivere, nell'ascolto della Parola, l'ultimo tratto della vita di Cristo: dall'Orto degli ulivi alla tomba scavata nel Giardino.
Via Crucis
Cammino di dolore, che Cristo percorre in obbedienza al progetto salvifico del Padre.
Cammino suo e nostro: « Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua » ( Mt 16,24 ).
Via Crucis
Spazio della rivelazione dell'Amore trinitario: del Padre, che « ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito » ( Gv 3,16 ); del Figlio, che ha amato gli amici fino a dare la vita per essi ( Gv 15,13 ); dello Spirito di pace, di misericordia e di consolazione.
Via Crucis
Scuola di vita evangelica, dove il discepolo, volgendo lo sguardo al Crocifisso, impara come si ami Dio sopra ogni cosa e per i fratelli si spenda la vita; come il perdono vinca l'offesa e con il bene si ricambi il male, come il cuore si apra all'amico e dell'afflitto si lenisca la pena.
Via Crucis
Supplica per la riconciliazione e la pace, perché in Asia, in Africa, in Medio Oriente cessino i gravi conflitti in atto, cessi lo spargimento di sangue e, per l'azione dello Spirito, si infranga la durezza del cuore e « i nemici si aprano al dialogo, gli avversari si stringano la mano, e i popoli si incontrino nella concordia » ( Lit. Rom. ).