I stazione |
Dal Vangelo secondo Marco 14,32-36
Giunsero a un podere chiamato Getsèmani.
Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia.
Gesù disse loro: « La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate ».
Poi, andato un po' innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell'ora.
E diceva: « Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu ».
Il giardino pieno di ulivi non offre sollievo, stasera.
Fa pena il volto schiacciato contro la terra, lacera l'angoscia che preme forte sul cuore.
Dormono gli amici scelti come compagni, gli stessi che promisero: Saremo sempre con te, Gesù.
Anche le promesse, ora, dormono.
Poco fa, dopo la cena, Pietro si vantava: Anche se tutti fuggiranno, io resterò.
Ma adesso, lui non riesce neppure a tenere aperti gli occhi.
Questi ultimi passi Gesù li doveva percorrere solo.
La lunga via di parole e di miracoli, una via così popolata di gente, l'ha portato qui: in un angolo di terra pietroso, in una solitudine immensa, che fa paura.
Faccia a terra: niente di maestoso in questa scena, se non la sincerità di un uomo che confessa: La mia anima è triste fino alla morte.
Egli, che calmava le acque agitate dal vento, ora non può dare la pace a se stesso.
La tempesta è l'angoscia che gli scuote la mente e il petto, come scuote l'animo di milioni di uomini e donne, ieri, oggi e domani.
La lotta può durare a lungo, e in questo giardino terminerà solo quando il Figlio dirà al Padre: « Ciò che vuoi tu » ( Mc 14,36 ).
Una pace profonda seguirà la preghiera.
Gesù, tu, che sei entrato nel Getsèmani pieno di angoscia e ne sei uscito con l'animo deciso e pacificato, conforta chi geme nel timore o è turbato dal dubbio.
Tu, che hai sperimentato la nostra debolezza, concedi fortezza e speranza a tutti i disperati della terra.
Tu, che cammini ogni giorno a fianco di chi è oppresso dai pesi della vita, resta accanto a ognuno di noi, passo dopo passo.
A te, Gesù, prostrato a terra, il volto rigato di sangue, l'onore e la gloria con il Padre e con lo Spirito, nei secoli senza fine.