VII stazione |
Dal libro delle Lamentazioni 3,1-2.9.16
Io sono l'uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira.
Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce …
Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri …
Mi ha spezzato con la sabbia i denti, mi ha steso nella polvere.
" Io sono un verme e non un uomo, ludibrio a tutti, scherno della plebe " ( Sal 22,7 ): le parole del profeta salmista trovano la loro piena realizzazione in queste strette, ardue stradine di Gerusalemme, durante le ultime ore che precedono la Pasqua.
E si sa che queste ore, prima della festa, sono snervanti e che le strade sono affollate.
E in tale contesto che si verificano le parole del salmista, anche se nessuno ci pensa.
Non si rendono certamente conto di questo coloro che dimostrano disprezzo, per i quali questo Gesù di Nazaret che cade per la seconda volta sotto la Croce è diventato oggetto di ludibrio.
E Lui lo vuole, vuole che si compia la profezia.
Cade, quindi, esausto a causa dello sforzo.
Cade per volontà del Padre, volontà pure espressa nelle parole del Profeta.
Cade per volontà propria, perché: " come si adempirebbero le Scritture?" ( Mt 26,54 ): " Io sono un verme e non un uomo " ( Sal 22,7 ), quindi neppure " Ecce Homo" ( Gv 19,5 ), ancor meno, ancor peggio.
Il verme striscia attaccato alla terra; l'uomo, invece, come re delle creature, vi cammina sopra.
Il verme rode anche il legno: come il verme, il rimorso del peccato rode la coscienza dell'uomo.
Rimorso per la seconda caduta.
Gesù di Nazaret, divenuto infamia degli uomini, per nobilitare tutte le creature.
R. Kyrie, eleison.
Gesù , servitore della vita, schiacciato dagli uomini, innalzato da Dio.
R. Kyrie, eleison.