VI stazione |
Dal Vangelo secondo Luca e secondo Giovanni. Lc 22,63-65 e Gv 19,2-3
Frattanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo schernivano e lo percuotevano, lo bendavano e gli dicevano: "Indovina: chi ti ha colpito?".
E molti altri insulti dicevano contro di lui.
I soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: "Salve, re dei Giudei!".
Alla condanna iniqua si aggiunge l'oltraggio della flagellazione.
Consegnato alle mani degli uomini, il corpo di Gesù è sfigurato.
Quel corpo ricevuto dalla vergine Maria, che faceva di Gesù "il più bello tra i figli dell'uomo", che dispensava l'unzione della Parola - "dalle tue labbra fluisce la grazia" ( Sal 45,3 ) -, viene ora crudelmente lacerato dalla frusta.
Il volto trasfigurato sul Tabor è sfigurato nel pretorio: volto di chi, insultato, non risponde di chi, percosso, perdona di chi, reso schiavo senza nome, libera quanti giacciono nella schiavitù.
Gesù avanza risolutamente sulla via del dolore, compiendo nella carne viva, fatta viva voce, la profezia di Isaia: "Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi" ( Is 50,6 ).
Profezia che si apre a un futuro di trasfigurazione.
Gesù, "irradiazione della gloria del Padre, impronta della sua sostanza" ( Eb 1,3 ), hai accettato di essere ridotto a un brandello di uomo, a un condannato al supplizio, che desta pietà.
Tu portavi le nostre sofferenze, ti eri caricato dei nostri dolori, eri schiacciato dalle nostre iniquità ( Is 53,5 ).
Con le tue ferite, risana le ferite dei nostri peccati.
Concedi a coloro che sono ingiustamente disprezzati o emarginati, a quanti sono stati sfigurati dalla tortura o dalla malattia, di comprendere che, con te e come te crocifissi al mondo ( Gal 2,19 ), portano a compimento ciò che manca alla tua Passione, per la salvezza dell'uomo ( Col 1,24 ).
Gesù, brandello di umanità profanata, in te si svela la sacralità dell'uomo: scrigno dell'amore che ricambia il male con il bene.
R/. A te la lode e la gloria nei secoli.