II stazione |
Dal Vangelo secondo Matteo 27,27-31
Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa.
Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra.
Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: "Salve, re dei Giudei!".
Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo.
Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.
Dal Vangelo secondo Giovanni 19,17
E Gesù, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Golgota.
Dopo la condanna viene l'umiliazione.
Quello che i soldati fanno a Gesù ci sembra disumano.
Anzi, è senz'altro disumano: sono atti di scherno e di disprezzo nei quali si esprime una oscura ferocia, incurante della sofferenza, anche fisica, che viene inflitta senza motivo a una persona già condannata al supplizio tremendo della croce.
Tuttavia questo comportamento dei soldati è anche, malauguratamente, fin troppo umano.
Mille pagine della storia dell'umanità e della cronaca quotidiana confermano che azioni di questo genere non sono affatto estranee all'uomo.
L'Apostolo Paolo ha messo bene in luce questo paradosso: "Io so … che in me, … nella mia carne, non abita il bene: … infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio" ( Rm 7,18-19 ).
È proprio così: nella nostra coscienza è accesa la luce del bene, una luce che in molti casi diventa evidente e dalla quale, fortunatamente, ci lasciamo guidare nelle nostre scelte.
Ma spesso accade il contrario: quella luce viene oscurata dai risentimenti, da desideri inconfessabili, dalla perversione del cuore.
E allora diventiamo crudeli, capaci delle cose peggiori, perfino di cose incredibili.
Signore Gesù, ci sono anch'io tra quelli che ti hanno deriso e percosso.
Tu hai detto infatti: "tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me" ( Mt 25,40-45 ).
Signore Gesù, perdonami.