XIII stazione |
Dal Vangelo secondo Giovanni 2,1-5
Vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù.
Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: "Non hanno più vino".
E Gesù le rispose: "Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora".
Sua madre disse ai servitori: "Qualsiasi cosa vi dica, fatela".
Adesso l'ora di Gesù si è compiuta e Gesù è deposto dalla croce.
Puntuali, ad accoglierlo, vi sono le braccia di sua Madre.
Dopo aver assaporato fino in fondo la solitudine della morte, subito Gesù ritrova – nel suo corpo esanime – il più forte e il più dolce dei suoi legami umani, il calore dell'affetto di sua Madre.
I più grandi artisti, pensiamo alla Pietà di Michelangelo, hanno saputo intuire ed esprimere la profondità e la tenacia indistruttibile di questo legame.
Ricordando che Maria, ai piedi della croce, è diventata madre anche di ciascuno di noi, le chiediamo di mettere nel nostro cuore i sentimenti che la uniscono a Gesù.
Per essere veramente cristiani, infatti, per poter seguire davvero Gesù, bisogna essere legati a lui con tutto quello che c'è dentro di noi: la mente, la volontà, il cuore, le nostre piccole e grandi scelte quotidiane.
Soltanto così Dio potrà stare al centro della nostra vita, non ridursi a una consolazione che dovrebbe essere sempre disponibile, senza interferire però con gli interessi concreti in base ai quali operiamo.