II stazione |
« Gesù portò i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce, perché non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue ferite siete stati guariti.
Eravate erranti come pecore, ma ora siete stati ricondotti al pastore e custode delle vostre anime » ( 1 Pt 2,24-25 ).
Il pesante legno della crisi
Pesa quel legno della croce, perché su di esso Gesù porta i peccati di tutti noi.
Barcolla sotto quel peso, troppo grande per un uomo solo ( Gv 19,17 ).
É anche il peso di tutte le ingiustizie che hanno prodotto la crisi economica, con le sue gravi conseguenze sociali: precarietà, disoccupazione, licenziamenti, un denaro che governa invece di servire, la speculazione finanziaria, i suicidi degli imprenditori, la corruzione e l'usura, con le aziende che lasciano il proprio paese.
Questa è la croce pesante del mondo del lavoro, l'ingiustizia posta sulle spalle dei lavoratori.
Gesù la prende sulle sue e ci insegna a non vivere più nell'ingiustizia, ma capaci, con il suo aiuto, di creare ponti di solidarietà e di speranza, per non essere pecore erranti né smarrite in questa crisi.
Ritorniamo perciò al Cristo, Pastore e Custode delle nostre anime.
Lottiamo insieme per il lavoro in reciprocità, vincendo la paura e l'isolamento, ricuperando la stima per la politica, e cercando di uscire insieme dai problemi.
La croce, allora, si farà più leggera, se portata con Gesù e sollevata tutti insieme, perché dalle sue ferite – fatte feritoie – siamo stati guariti ( cfr 1 Pt 2,24 ).
Signore Gesù sempre più fitta è la nostra notte!
La povertà prende l'aspetto della miseria.
Non abbiamo pane da offrire ai figli e le nostre reti sono vuote.
Incerto il nostro futuro.
Provvedi al lavoro che manca.
Suscita in noi l'ardore per la giustizia, perché la vita che conduciamo non sia trascinata, ma vissuta in dignità!
Amen.