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Dal Vangelo secondo Marco 15,14-15
Pilato diceva loro: « Che male ha fatto? ».
Ma essi gridarono più forte: « Crocifiggilo! ».
Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
Gesù è solo dinanzi al potere di questo mondo, e si sottopone fino in fondo alla giustizia degli uomini.
Pilato si trova dinanzi a un mistero che non arriva a comprendere.
Si interroga e chiede spiegazioni.
Cerca una soluzione e arriva, forse, fin sulla soglia della verità.
Ma sceglie di non varcarla.
Tra la vita e la verità, sceglie la propria vita.
Tra l'oggi e l'eternità, sceglie l'oggi.
La folla sceglie Barabba e abbandona Gesù.
La folla vuole la giustizia sulla terra e sceglie il giustiziere: colui che potrebbe liberarli dall'oppressione e dal giogo della schiavitù.
Ma la giustizia di Gesù non si compie con una rivoluzione: passa attraverso lo scandalo della croce.
Gesù sconvolge ogni piano di liberazione perché prende su di sé il male del mondo e non risponde al male con il male.
E questo gli uomini non lo capiscono.
Non capiscono che da una sconfitta dell'uomo può derivare la giustizia di Dio.
Ognuno di noi, oggi, è parte integrante di quella folla che grida: « Crocifiggilo! », nessuno può sentirsi escluso.
La folla e Pilato, infatti, sono dominati da una sensazione interiore che accomuna tutti gli uomini: la paura.
La paura di perdere le proprie sicurezze, i propri beni, la propria vita.
Ma Gesù indica un'altra strada.
Signore Gesù, come ci sentiamo simili a questi personaggi.
Quanta paura c'è nella nostra vita!
Abbiamo paura del diverso, dello straniero, del migrante.
Abbiamo timore del futuro, degl'imprevisti, della miseria.
Quanta paura nelle nostre famiglie, negli ambienti di lavoro, nelle nostre città.
E forse abbiamo paura anche di Dio: quella paura del giudizio divino che nasce dalla poca fede, dalla non conoscenza del suo cuore, dal dubbio sulla sua misericordia.
Signore Gesù, condannato dalla paura degli uomini, liberaci dal timore del tuo giudizio.
Fa' che l'urlo delle nostre angosce non ci impedisca di sentire la dolce forza del tuo invito: « Non abbiate paura! ».