II stazione |
Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. ( Lc 9,23 )
Signore Gesù, è facile portare il crocifisso al collo o appenderlo come ornamento sulle pareti delle nostre belle cattedrali o delle nostre case, ma non è altrettanto facile incontrare e riconoscere i nuovi crocifissi di oggi:
i senza fissa dimora,
i giovani senza speranza, senza lavoro e senza prospettive,
gli immigrati costretti a vivere nelle baracche ai margini della nostre società, dopo aver affrontato sofferenze inaudite.
Purtroppo questi accampamenti, senza sicurezza, vengono bruciati e rasi al suolo insieme ai sogni e alle speranze di migliaia di donne e uomini emarginati, sfruttati, dimenticati.
Quanti bambini, poi, sono discriminati a causa della loro provenienza, del colore della loro pelle o del loro ceto sociale!
Quante mamme soffrono l'umiliazione nel vedere i loro figli derisi ed esclusi dalle opportunità dei loro coetanei e compagni di scuola!
Ti ringraziamo, Signore, perché ci hai dato l'esempio con la tua stessa vita di come si manifesta l'amore vero e disinteressato verso il prossimo, particolarmente verso i nemici o semplicemente verso chi non è come noi.
Signore Gesù, quante volte, anche noi, come tuoi discepoli ci siamo dichiarati apertamente tuoi seguaci nei momenti in cui operavi guarigioni e prodigi, quando sfamavi la folla e perdonavi i peccati.
Ma non è stato altrettanto facile capirti quando parlavi di servizio e di perdono, di rinuncia e sofferenza.
Aiutaci a saper mettere sempre la nostra vita al servizio degli altri.
"Signore, aiutaci a sperare":
– quando ci sentiamo abbandonati e soli
– quando è difficile seguire le tue orme
– quando il servizio per gli altri diventa difficile
Cuius animam gementem,
contristatam et dolentem
pertransivit gladius.