V stazione |
Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Portate i pesi gli uni degli altri: così adempirete la legge di Cristo. ( Gal 6,2 )
Signore Gesù, sulla via del Calvario hai sentito forte il peso e la fatica di portare quella ruvida croce di legno.
Invano hai sperato nel gesto di aiuto da parte di un amico, di uno dei tuoi discepoli, di una delle tante persone di cui hai alleviato le sofferenze.
Purtroppo solo uno sconosciuto, Simone di Cirene, per obbligo, ti ha dato una mano.
Dove sono oggi i nuovi cirenei del terzo millennio?
Dove li troviamo?
Vorrei ricordare l'esperienza di un gruppo di religiose di diverse nazionalità, provenienze e appartenenze con le quali, da oltre diciassette anni, ogni sabato visitiamo a Roma un centro per donne immigrate prive di documenti, donne spesso giovani, in attesa di conoscere il loro destino, in bilico fra espulsione e possibilità di rimanere.
Quanta sofferenza incontriamo, ma anche quanta gioia in queste donne nel trovarsi di fronte religiose provenienti dai loro Paesi, che parlano le loro lingue, che asciugano le loro lacrime, che condividono momenti di preghiera e di festa, che rendono meno duri i lunghi mesi trascorsi tra sbarre di ferro e asfalti di cemento!
Per tutti i cirenei della nostra storia.
Perché non venga mai meno in loro il desiderio di accoglierti sotto le sembianze degli ultimi della terra, coscienti che accogliendo gli ultimi della nostra società accogliamo te.
Siano questi samaritani portavoce di chi non ha voce.
"Signore, aiutaci a portare la nostra croce":
– quando siamo stanchi e sfiduciati
– quando sentiamo il peso delle nostre debolezze
– quando ci chiedi di condividere le sofferenze degli altri
Quis est homo qui non fleret,
Matrem Christi si videret
in tanto supplicio?