VIII stazione

Gesù incontra le donne

Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.

Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. ( Lc 23,28 )

La situazione sociale, economica e politica dei migranti e delle vittime di tratta di esseri umani ci interroga e ci scuote.

Dobbiamo avere il coraggio, come afferma con forza Papa Francesco, di denunciare la tratta di esseri umani quale crimine contro l'umanità.

Tutti noi, specialmente i cristiani, dobbiamo crescere nella consapevolezza che tutti siamo responsabili del problema e tutti possiamo e dobbiamo essere parte della soluzione.

A tutti, ma soprattutto a noi donne, è richiesta la sfida del coraggio.

Il coraggio di saper vedere e agire, singolarmente e come comunità.

Soltanto mettendo insieme le nostre povertà, esse potranno diventare una grande ricchezza, capace di cambiare la mentalità e di alleviare le sofferenze dell'umanità.

Il povero, lo straniero, il diverso non deve essere visto come un nemico da respingere o da combattere ma, piuttosto, come un fratello o una sorella da accogliere e da aiutare.

Essi non sono un problema, bensì una preziosa risorsa per le nostre cittadelle blindate dove il benessere e il consumo non alleviano la crescente stanchezza e fatica.

Signore, insegnaci ad avere il tuo sguardo.

Quello sguardo di accoglienza e misericordia con cui vedi i nostri limiti e le nostre paure.

Aiutaci a guardare così alle divergenze di idee, abitudini, vedute.

Aiutaci a riconoscerci parte della stessa umanità e a farci promotori di cammini arditi e nuovi di accoglienza del diverso, per creare insieme comunità, famiglia, parrocchie e società civile.

Preghiamo insieme dicendo

"Aiutaci a condividere la sofferenza altrui":

- con chi soffre per la morte di persone care

- con chi fa più fatica a chiedere aiuto e conforto

- con chi ha condiviso soprusi e violenze

Pater noster

Eia, Mater, fons amoris,

me sentire vim doloris

fac, ut tecum lugeam.