VII stazione |
Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Insultato, non rispondeva con insulti, ma si affidava a colui che giudica con giustizia. ( 1 Pt 2,23 )
Quante vendette in questo nostro tempo!
La società attuale ha perso il grande valore del perdono, dono per eccellenza, cura per le ferite, fondamento della pace e della convivenza umana.
In una società dove il perdono è vissuto come debolezza, tu, Signore, ci chiedi di non fermarci all'apparenza.
E non lo fai con le parole, bensì con l'esempio.
A chi ti tormenta, tu rispondi: "Perché mi perseguiti?", ben sapendo che la giustizia vera non può mai basarsi sull'odio e sulla vendetta.
Rendici capaci di chiedere e donare perdono.
"Padre, perdona loro perché non sanno quel lo che fanno" ( Lc 23,34 ).
Signore, anche tu hai sentito il peso della condanna, del rifiuto, dell'abbandono, della sofferenza inflitta da persone che ti avevano incontrato, accolto e seguito.
Nella certezza che il Padre non ti aveva abbandonato, hai trovato la forza di accettare la sua volontà perdonando, amando e offrendo speranza a chi come te oggi cammina sulla stessa strada dello scherno, del disprezzo, della derisione, dell'abbandono, del tradimento e della solitudine.
"Signore, aiutaci a dare conforto":
- a chi si sente offeso e insultato
- a chi si sente tradito e umiliato
- a chi si sente giudicato e condannato
Pro peccatis suæ gentis
vidit Iesum in tormentis,
et flagellis subditum.