Geremia |
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
Idoli e vero Dio |
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1 Ascoltate la parola che il Signore vi rivolge, casa di Israele. |
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2 Così dice il Signore: « Non imitate la condotta delle genti e non abbiate paura dei segni del cielo, perché le genti hanno paura di essi. | |||||
3 Poiché ciò che è il terrore dei popoli è un nulla, non è che un legno tagliato nel bosco, opera delle mani di chi lavora con l'ascia. | |||||
4 È ornato di argento e di oro, è fissato con chiodi e con martelli, perché non si muova. | |||||
5 Gli idoli sono come uno spauracchio in un campo di cocomeri, non sanno parlare, bisogna portarli, perché non camminano. Non temeteli, perché non fanno alcun male, come non è loro potere fare del bene ». |
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6 Non sono come te, Signore; tu sei grande e grande la potenza del tuo nome. |
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7 Chi non ti temerà, re delle nazioni? Questo ti conviene, poiché fra tutti i saggi delle nazioni e in tutti i loro regni nessuno è simile a te. |
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8 Sono allo stesso tempo stolti e testardi; vana la loro dottrina, come un legno. | |||||
9 Argento battuto e laminato portato da Tarsìs e oro di Ofir, lavoro di artista e di mano di orafo, di porpora e di scarlatto è la loro veste: tutti lavori di abili artisti. | |||||
10 Il Signore, invece, è il vero Dio, egli è Dio vivente e re eterno; al suo sdegno trema la terra, i popoli non resistono al suo furore. | |||||
11 Direte loro: « Gli dèi che non hanno fatto il cielo e la terra scompariranno dalla terra e sotto il cielo ». | |||||
12 Egli ha formato la terra con potenza, ha fissato il mondo con sapienza, con intelligenza ha disteso i cieli. |
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13 Al rombo della sua voce rumoreggiano le acque nel cielo. Egli fa salire le nubi dall'estremità della terra, produce lampi per la pioggia e manda fuori il vento dalle sue riserve. |
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14 Rimane inebetito ogni uomo, senza comprendere; resta confuso ogni orafo per i suoi idoli, poiché è menzogna ciò che ha fuso e non ha soffio vitale. | |||||
15 Essi sono vanità, opere ridicole; al tempo del loro castigo periranno. | |||||
16 Non è tale l'eredità di Giacobbe, perché egli ha formato ogni cosa. Israele è la tribù della sua eredità, Signore degli eserciti è il suo nome. |
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Panico nel paese |
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17 Raccogli il tuo fardello fuori del paese, tu che sei cinta d'assedio, |
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18 poiché dice il Signore: « Ecco, questa volta, caccerò lontano gli abitanti del paese; li ridurrò alle strette, perché mi ritrovino ». | |||||
19 Guai a me a causa della mia ferita; la mia piaga è incurabile. Eppure io avevo pensato: « È solo un dolore che io posso sopportare ». |
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20 La mia tenda è sfasciata tutte le mie corde sono rotte. I miei figli si sono allontanati da me e più non sono. Nessuno pianta ancora la mia tenda e stende i miei teli. |
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21 I pastori sono diventati insensati, non hanno ricercato più il Signore; per questo non hanno avuto successo, anzi è disperso tutto il loro gregge. |
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22 Si ode un rumore che avanza e un grande frastuono giunge da settentrione, per ridurre le città di Giuda un deserto, un rifugio di sciacalli. | |||||
23 « Lo so, Signore, che l'uomo non è padrone della sua via, non è in potere di chi cammina il dirigere i suoi passi. |
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24 Correggimi, Signore, ma con giusta misura, non secondo la tua ira, per non farmi vacillare ». |
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25 Riversa la tua collera sui popoli che non ti conoscono e sulle stirpi che non invocano il tuo nome, poiché hanno divorato Giacobbe l'hanno divorato e consumato, e hanno distrutto la sua dimora. |
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Indice |
10,1-16 | Gli idoli e il Signore Il brano ha toni simili a quelli di Is 44,9-20. Questo passo, che non sembra appartenere a Geremia, sviluppa temi che sono affini alla seconda parte di Isaia: nullità dei falsi dèi ( cf. Is 40,20+ ), esaltazione di Jahve Creatore ( cf. Is 42,8+ ). Il testo è sovraccarico. I vv 6-8 e v 10 mancano nel greco, che presenta un ordine diverso. Il v 11 è una glossa aramaica del v 12. I vv 12-16 sono ripresi in Ger 51,15-19. |
10,2 | segni del cielo: si riferisce all'astrologia. |
10,3 | ciò che è il terrore dei popoli è un nulla: con sir.; il TM e i DOC, seguiti da BJ, leggono: « le leggi dei popoli non sono che vanità ». Il terrore ( hat ) dei popoli è una designazione arcaica della divinità ( cf. Gen 35,5 ); il testo, nella versione sir. e BC, contiene una formulazione esplicita della non esistenza degli dèi pagani ( cf. Dt 4,35+; Dt 6,4+ ). Nella lezione tramandata dal TM, la parola « leggi », huqqôt, o « costumi », è usata con significato peggiorativo: si tratta delle leggi cui si attengono i popoli pagani ( cf. 2 Re 17,8 ). |
10,9 | oro di Ofir: il TM ha: « Ufaz ». Questa parola ricorre anche in Dt 10,5, ma è forse una grafia errata di Ofir, come è attestato da sir. e Targum. - Ofir, località incerta della costa occidentale dell'Arabia, è il paese dell'oro ( Gen 10,29; 1 Re 9,28; ecc. ). Per Tarsis, che si è voluto talora identificare a Tartessos, nella parte meridionale della Spagna, cf. 1 Re 10,22+. |
10,11 | Questo versetto non è in ebraico, ma in aramaico. Probabilmente è stato inserito nel testo in epoca successiva. |
10,17-25 | Lamento e supplica del popolo 10,17 La nazione israelita personificata viene nuovamente interpellata. La minaccia sembra più vicina che in Ger 9,9-21. |
10,18 | mi ritrovino: conget.; il TM ha: « ritrovino ». Una correzione nella vocalizzazione permetterebbe di leggere: « perché siano trovati », cioè raggiunti dai loro nemici; tuttavia il tema del ritorno a Dio provocato dalla sofferenza è corrente presso i profeti ( cf. Ger 29,12-13; Ger 31,16-19; Is 17,4-7; Is 30,20; Bar 2,30-32; Os 5,14-15; Mi 4,10-11; Zc 10,9; cf. anche Dt 4,29 ). |
10,19 | Guai a me: lamento della nazione personificata |