Zaccaria |
Nel libro di Zaccaria i cc. 1-8 si devono distinguere nettamente dai cc. 9-14.
I primi risalgono all'opera di Zaccaria e sono datati tra il 520 e il 518 a.C.; gli altri presentano differenze di stile e di contenuto tali da far ritenere che siano stati composti da profeti anonimi, qualche secolo dopo.
Per i cc. 9-14 si parla quindi di "Secondo Zaccaria".
Nei primi otto capitoli, tramite visioni e oracoli, il profeta annuncia un futuro di salvezza per il popolo, il cui centro sarà il tempio e il culto che lì si celebra.
In Zaccaria assume un forte rilievo la figura di Giosuè, il sommo sacerdote.
Dal tempio, luogo privilegiato della presenza di Dio, la santità si estende a tutta la terra d'Israele fino a coinvolgere le nazioni pagane.
Nella seconda parte del libro, in cui predomina l'annuncio della salvezza, si trovano passi che saranno ripresi dagli evangelisti, come
la descrizione dell'arrivo del re messianico su un asino ( 9,9; Mt 21,5; Gv 12,15 );
il riferimento alle trenta monete gettate nel tesoro del tempio ( 11,12-13; Mt 27,3-10 );
il misterioso accenno a un personaggio trafitto ( 12,10; Gv 19,37 ).
La prima parte del libro si può dividere così:
Appello alla conversione ( 1,1-6 )
Visioni e oracoli ( 1,7-6,15 )
Questione del digiuno ( 7,1-8,23 ).
Nella seconda parte si possono riconoscere due sezioni:
Annuncio della salvezza messianica e condanna dei falsi pastori ( 9,1-11,17 )
Restaurazione e splendore di Gerusalemme ( 12,1-14,21 ).
Zaccaria si caratterizza per l'abbondanza e la vivacità delle immagini simboliche, in particolare nella prima parte, dove prevalgono le visioni.
Immagini e formule da lui usate saranno riprese nei libri di genere apocalittico, tra cui l'Apocalisse di Giovanni.
Zaccaria ha un forte senso della maestà e della trascendenza di Dio, che domina e guida la storia.
Nella seconda parte dell'opera si mescolano diversi generi letterari e si trovano riferimenti a profeti precedenti, in particolare a Geremia, a Ezechiele e al Secondo Isaia.
I temi dell'attesa escatologica, legati alla manifestazione del regno del Signore negli ultimi tempi, pur essendo presenti anche nella prima parte, sono molto più marcati nella seconda.
In alcuni passi del libro, il linguaggio metaforico e i ritocchi apportati al testo da altri autori rendono difficile l'interpretazione.
Zaccaria era figlio, o forse nipote, di Iddo ( 1,1; Esd 5,1; Esd 6,14; Ne 12,4 ); apparteneva a una famiglia sacerdotale, come mostra anche il suo interesse per il tempio, il culto e le questioni rituali.
Il racconto delle sue visioni e gli oracoli subirono ritocchi e aggiunte a opera di alcuni discepoli, prima di essere ordinati da un redattore, che annotò anche le date della predicazione profetica.
Questa prima parte del libro si rivolge, come il libro di Aggeo, agli Ebrei rientrati dall'esilio, per incoraggiarli nella riedificazione del tempio e nella costruzione di una comunità politica e religiosa fedele alla legge del Signore.
Destinatari della seconda parte del libro erano invece, probabilmente, gli Ebrei che vivevano all'epoca delle conquiste di Alessandro Magno e delle lotte fra i suoi successori.
Quegli eventi avevano coinvolto Israele, con le catastrofi legate alle guerre, anche suscitando speranze di liberazione.
Per questa seconda parte del libro la questione dell'autore è complessa.
Non è facile stabilire, infatti, se questi capitoli possano risalire a una sola persona o se si debba invece presupporre un'opera a più mani.
La data più probabile della composizione dei testi attribuiti al Secondo Zaccaria è la fine del IV e l'inizio del III sec. a.C.
Il profeta Zaccaria, di famiglia sacerdotale ( 1,1 nota ), cominciò il ministero profetico nel novembre del 520 a. C., poco dopo Aggeo ( 1,1 ).
Ambedue i profeti si sono occupati della ricostruzione del tempio ( Esd 5,1 e Esd 6,14 ).
A questo scopo in realtà si volgono le visioni, che occupano i primi 6 cc. e gli oracoli dei due cc. 7 e 8.
Sembra che dallo stesso giorno del novembre 520 siano datate tutte le visioni; un'altra data è dicembre 518 della profezia di 7,1ss
Lo Zaccaria, figlio di Barachia che fu ucciso nel cortile del tempio ( Mt 23,35 ) è probabilmente l'omonimo figlio di Joiada ( 2 Cr 24,20s ), non il profeta.
Il libro di Zaccaria è il più esteso dei profeti minori: comprende 14 cc.
Esso contiene, dopo un'introduzione parenetica ( 1,1-6 ), la relazione di otto visioni ( 1,7-6,8 ), di una azione simbolica, l'incoronazione del sommo sacerdote Giosuè ( 6,9-15 ) e vari insegnamenti in relazione a un quesito che certi pii Giudei ( particolarmente della città di Bethel ) rivolgono alle autorità sacerdotali di Gerusalemme, per sapere come regolarsi a proposito di una pratica di digiuno ( cc. 7-8 ).
Il contenuto di questi cc. ha uno stile tendenzialmente diffuso, minuzioso, ma in brani dal disegno narrativo o espositivo ampio, completo nei particolari e tutto proteso a fatti concreti della vita della comunità giudaica che si era ricostituita a Gerusalemme con il ritorno.
Tutt'altro carattere hanno i brani che costituiscono i cc. 9-14, che vengono da tutti i commentatori designati come seconda parte del libro.
Sono in genere pezzetti più brevi, se si fa eccezione della celebre allegoria dei due pastori ( c. 11 ), accostati con criteri vari, talvolta a gruppi di tre o quattro per somiglianza di argomento, a volte per puro richiamo esterno di qualche espressione o frase simile.
E sopratutto i brani di questi cc. sono diversi da quelli dei cc. 1-8 per ispirazione e contenuto: completamente volti all'annuncio dell'era escatologica, nei suoi aspetti terrificanti di guerre, malanni, distruzioni e in quelli gloriosi ed entusiasmanti della venuta di Jahve, ricostruzione di Gerusalemme, rinnovamento della natura, accettazione del jahvismo da parte di tutti i popoli.
A questa e a molte altre osservazioni simili che si potrebbero fare sui componimenti raccolti nella seconda parte si può aggiungere che all'analisi interna alcuni di questi componimenti mostrano particolari che si spiegherebbero bene in un'epoca anteriore alla fine del sec. VI, in cui profetò accaria; ma per lo più sono cose che sembrano più ovviamente rispecchiare le condizioni posteriori, fino al principio del secolo IV.
Il problema dell'autenticità, ossia dell'esattezza dell'attribuzione di questi oracoli della seconda parte a Zaccaria, è posto da queste osservazioni.
Se ne sono date molte soluzioni, nessuna veramente soddisfacente.
Per le necessità della lettura religiosa della Bibbia basta probabilmente che per quanto riguarda i cc.9-14 si tenga presente che, volti all'avvenire messianico della nazione, sempre più apertamente essi rispecchiano il periodo del giudaismo in cui quell'avvenire andava facendosi prossimo.
Don Federico Tartaglia
Don Claudio Doglio
V. Lopasso
Indice |