Ci sono diversi brani, soprattutto nel Nuovo Testamento, che parlano di una risposta sicura alle nostre preghiere a Dio.
La difficoltà è che questo non è sempre l'esperienza del Cristiano.
Non ogni cosa che chiediamo a Dio riceviamo.
Dobbiamo approfondire meglio quello che questi brani dicono.
Infatti, quasi sempre c'è una condizione per ricevere quello che chiediamo a Dio:
Mt 7,7-8: senza condizione
Mt 21,21-22: fede, senza dubitare
Mc 11,23-25: credere, perdono degli altri
Gv 14,13-14: nel nome di Gesù
Gv 15,7: dimorare in Gesù e la sua parola in noi
Gv 15,16: nel nome di Gesù
Gv 16,23-24: nel nome di Gesù
Gc 1,5-7: fede, senza dubitare
Gc 4,2-3: non per i propri piaceri
1 Pt 3,7: onorare la moglie
1 Gv 3,21-22: il cuore non ci condanna, osserviamo i comandamenti di Dio ( come Sal 66,18 )
1 Gv 5,14-15: secondo la volontà di Dio, credere che Dio risponda
Possiamo riassumere tutte queste condizioni con "essere in un giusto rapporto con Dio".
Così dobbiamo interpretare l'unico brano senza una condizione alla luce di tutti gli altri brani: in Mt 7,7-8 questa condizione dovrebbe essere implicita.
L'unico modo per essere in un giusto rapporto con Dio è attraverso il sacrificio di Gesù, e pregare "nel nome di Gesù" è dipendere da lui per poter parlare con Dio.
Il giusto rapporto significa vivere come Dio vuole, ubbidendo, perdonando e amando gli altri.
Il giusto rapporto significa credere che Dio è completamente in controllo e sa quello che è la cosa migliore da fare - cioè, la vera fede.
E soprattutto, il giusto rapporto con Dio significa che non vogliamo più la nostra volontà o i nostri piaceri, ma la volontà di Dio, perché Dio è Dio e noi non lo siamo.
Quindi la volontà di Dio è sempre migliore della nostra, ed anche se non lo fosse la volontà di Dio dovrebbe essere fatto semplicemente perché Dio è Dio.
Per questo dobbiamo pregare "secondo la volontà di Dio", come pregò Gesù ( Mc 14,36; vedi anche Mt 6,10 ).
Questo spiega perché la preghiera di Paolo non fu esaudita in 2 Cor 12,8-9.
Non sapeva quello che fosse la volontà di Dio in quella situazione, e quindi pregò tre volte che la spina della carne gli fosse allontanata.
Quando Dio gli rivelò che non era la sua volontà, Paolo smise di pregare.
Il giusto rapporto con Dio non è considerarlo come il genio della lampada, che è al nostro servizio per esaudire ogni nostro capriccio.
Questo non è il Dio sovrano e creatore della Bibbia, che noi dobbiamo servire.
Qualcuno ( l'affermazione è stata attribuita a diverse persone ) disse, "La preghiera non è superare la riluttanza di Dio, ma afferrare il desiderio Dio".
La preghiera è un grande privilegio, è lavorare insieme con il Creatore.
Dio, nella sua sovranità, ha deciso di fare certe cose solo perché delle persone pregano.
Questo senso della preghiera ci dà anche la sicurezza, perché non possiamo rovinare l'universo se preghiamo per qualcosa di sbagliato.
La preghiera richiede quindi una ricerca per la volontà di Dio, con la Bibbia e sottomissione allo Spirito Santo.
Una fede immatura cerca di manipolare Dio con scorciatoie, trucchi, tecniche e formule per garantire risultati.
Il successo della preghiera non dipende dallo sforzo umano, ma trovare ed essere d'accordo con la volontà di Dio.
Ma a volte non la sappiamo, e in quei casi possiamo pregare, "Non la mia volontà ma la tua sia fatta".