Le lezioni di Gesù Crocifisso |
B112-A2
Il grande Dottore della Chiesa S. Bonaventura parlando della Croce su cui morì nostro Signor Gesù Cristo la chiama Cathedra docentis, la cattedra cioè da cui il divino Maestro imparte ai suoi fedeli le più sublimi lezioni.
Dall'alto di questa cattedra di nuovo genere il Figlio di Dio fatto uomo apre la sua bocca di verità e c'insegna il perdono, la misericordia, la pietà figliale, l'abbandono in Dio, lo zelo per la salute delle anime, l'adempimento della divina volontà, la confidenza più salutare nella bontà del Padre celeste.
Egli infatti, pronunziando le cosi dette Sette parole sulla croce, ci dà i predetti insegnamenti che sono quanto mai venerabili, essendo le ultime volontà e come il Testamento dell'Uomo Dio morente per noi.
Ma se anche non parlasse, se un silenzio di tomba avvolgesse la sua Croce su cui Egli sta agonizzando e morendo, parlerebbero per Lui le sue Piaghe, il suo sangue, la sua nudità e innumerevoli lividure, i suoi gemiti e sospiri, la sua calma rassegnata e paziente, i suoi occhi dolci ed espressivi, tutta la sua Persona atteggiata nell'immolazione più perfetta, per insegnarci una sola cosa, ma che compendia tutto: il Sacrificio!
Sì, il più grande Sacrificato non può impartirci miglior lezione dall'alto della Croce che quella del sacrificio.
Egli infatti pare che ci ripeta le stesse parole da lui dette agli Apostoli la sera della Passione: « Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché io lo sono; Se dunque, io vostro Maestro e Signore, mi sono sacrificato, Voi miei discepoli non dovete temere di sacrificarvi per mio amore, per il bene dell'anima vostra, per il bene dei vostri fratelli. »
Si, l'onore di Dio, la sua gloria, il suo amore richiedono che noi sacrifichiamo tante volte le nostre comodità, i nostri egoismi, il nostro rispetto umano che vorrebbero impedirci di lavorare per gl'interessi di Dio.
La salvezza dell'anima nostra, che ha tanto costato al divin Salvatore, esige da noi sacrifici di volontà, mortificazione di passioni, rinunzie di piaceri e soddisfazioni per dare compimento nella nostra carne, come dice S. Paolo, a quanto manca alla Passione di Cristo.
Il bene del nostro prossimo richiede da noi sacrifici quotidiani di carità, beneficenza, sopportazione dei difetti, insegnamento, correzione, umiltà e pazienza.
E Gesù Crocifisso, eroe di carità, ci sprona a questi caritatevoli sacrifici, fino a dare anche, se è necessario, la nostra vita per il bene dei nostri fratelli, avendo Egli data la sua per amore nostro.
In questi tempi di ricostruzione, quanto ci è necessario questo spirito di sacrificio che ci fa tutto sopportare con animo sereno e tutto ci fa intraprendere con cuor generoso per la gloria di Dio e la salvezza nostra e del prossimo!
Ebbene, guardiamo a Gesù Crocifisso, attingiamo da Lui quest'amore al sacrificio che ci rende veri suoi seguaci, vere copie viventi di Lui nostro divino Modello.
Così la grande lezione di sacrificio che Egli ci dà dalla Cattedra della Croce non sarà vana, ma raccolta da noi e messa fervorosamente in pratica, ci meriterà le compiacenze di Lui che protestò di non lasciare senza ricompensa neanche il più piccolo sacrificio compiuto per amor suo.
Fr. Ernesto