Casa di Carità Arti e Mestieri

B128-A5

Non aspettare di pagare

Con ti titolo seguente ci proponiamo di pubblicare una serie di articoli ci commento dello spirito e della portata sociale dei detti di Fra Leopoldo sulla Casa di Carità Arti e Mestieri.

In quella sua vita apparentemente chiusa ( in cella, in cucina o in chiesa ), ma veramente irraggiante per trabocco d'intensità spirituale verso ogni Paese, senza confine di patria, l'umile francescano Leopoldo, in onda di fremiti ispirati dall'Alto, vedeva già sorte Case di Carità senza numero in ogni parte del mondo, dove la scienza tecnico - professionale veniva amministrata ai figli della povertà gratuitamente per fraterno intervento dei figli della ricchezza, in nobile armonia di adeguamento sociale, più ancora che per impulso di cuore, per disciplina di dovere.

Tutto codesto mare immenso livellatore di bene vedeva il caro Fra Leopoldo.

E perché la distesa di opere invadesse ed occupasse il mondo, sollecitava da Dio che muovesse e dagli uomini che seguissero il primo zampillo verso quel mare.

Nella sollecitudine invocatrice l'ardente francescano sali il calvario e vi trovò le morte.

Su quella morte sorse la prima autentica Casa di Carità: la prima testata del ponte, che unirà nella stessa santa idea i Continenti.

E già la base dell'altra testata si delinea, a reggere l'arditissimo arco, nella lontana, ma vicina ai nostri cuori, Columbia.

Dall'un capo, Torino, la nostra Torino, definita dal Cardinale Mercier, l'eroe di Malines, « la prima città del mondo per la carità »;1 dall'altro capo, Barranquilla, terra di Colombo, ed ancora risonanza d'Italia.

Chi ne sa qualche cosa? I catechisti non gonfiano le gote, non danno fiato alle trombe.

Ma s'inginocchiano più curvi in preghiera; ma, come il loro Fratel Teodoreto, stanno a vedere; ma con la loro debolezza cosciente, che è forza unica quando si alimenti in Dio, scuotono le colonne.

Già si provò a farlo il mistico frate di San Tommaso.

I detti ch'egli veniva man mano aggiungendo intorno alla Casa di Carità sulle pagine del suo Diario, assumono un valore ed una portata di responsabilità definitivi, inequivocabili, assoluti.

Basti avere sott'occhio le frasi più note, anche troppo note.

Ma sono esse abbastanza note, quando non siano scese nel cuore di coloro ai quali furono, e continuano ad essere, dirette?

Perciò possono e debbono essere ripetute.

31 dicembre 1919: « Digli che si sbrighino e non aspettino che tutto vada in sfacelo ».

Questo è rivolto a tutti quelli che si interessano della Casa di Carità Arti e Mestieri.

Non si lascino vincere da tiepidezza: è cosa voluta da Dio.

30 gennaio 1920: « Per l'opera nessuno deve rifiutarsi, a costo di fare un sacrificio e il sacrificio che faranno è sempre poco a confronto del bene che ne verrà ».

4 aprile 1920: « … si inculchi ai ricchi di profondere le loro ricchezze a questo scopo e non aspettare di pagare nel pericolo la loro esistenza con la morte immatura ».

Nel Diario seguono ordinatamente in crescendo codeste frasi.

Che sono vere e proprie sentenze.

Anche per chi non sia informato del successivo ed intercorrente svolgersi dei fatti, il crescendo significa che le parole hanno urtato in zone sorde o almeno prive di sufficiente vibrazione.

Prima, l'asceta, in atteggiamento ispirato, si rifà a Dio, ripetendo da lui la propria voce.

Poi, di fronte al tentennamento ed al rifiuto scettico dei più, che minaccia di travolgere con sé anche le intenzioni ferme dei volenterosi animati da fede, il frate di carità, che vuole smuovere a tutti i costi, si piega a far perno sull'interesse umano, come se volesse dire accoratamente: Ma fatela, questa carità!

Questa carità alla fin fine è un affare, spirituale, morale, materiale per tutti! ».

Ed ancora gli giungono echi di ciancianti futilità sono raramente vuote.

Allora l'umile s'alza, per fiamma di Spirito, gigante, ed appuntato a braccio proteso l'indice sugli uomini, tuona la catastrofe.

Viene fatto, sedendo, tacere.

Da quel docile silenzio sale impercettibilmente fievole al cielo un gemito di dolente: 14 dicembre 1921: « O mio Gesù, perché povero, perché non nobile, perché semplice, tutti mi hanno abbandonato ».

Disse Gesù: « Fa coraggio! Non siamo due amici? »

Il capo di Fra Leopoldo si reclina nobilmente solenne su questa pagina del Diario, nel Fiat! suscitatore di vita.

( Continua )

Voce estranea

1 Lo disse in una visita nell'immediato dopoguerra ( della prima guerra mondiale evidentemente ) a Torino all'Eccellenza di Mons. G. B. Pinardi, Vescovo ausiliare.


Prenotazioni posti

I signori industriali e dirigenti d'Azienda sono cordialmente pregati di volere esaminare l'opportunità di prenotare fin d'ora i posti per allievi ai corsi diurni, serali e festivi per I'Anno Scolastico 1950-51 presso la nostra Scuola. Casa di Carità Arti e Mestieri.

Tale prenotazione si fa a messo dei Buoni Scuola, già ampiamente ed esaurientemente illustrati, senza perdere di vista che il loro importo è stato sensibilmente ridotto secondo la nostra comunicazione pubblicata nel numero precedente del Bollettino.

I Buoni Scuola tempestivamente sottoscritti consentono non soltanto la sicurezza dei posti ai Corsi, ma sopra tutto un miglior assetto di attrezzature ed un più accurato inquadramento di classi nella proporzione del rami tecnici più richiesti ed adeguatamente predisposti.

Riconoscimenti

Nella fermezza assidua dei nostri intenti, nella loro serietà e nella necessaria preparazione a tradurli in atto hanno ogni fiducia le Aziende che ci conoscono, dimostrandola col continuo invio di testimonianze di stima.

Ci limitiamo a citarne gli stralci di due o tre.

Da Elli Zerboni & C.: « … istituzione nobile e veramente degna di aiuto ».

Dalla Ditta Bertoldo Adriano: « … degna di ogni lode e di essere aiutata … per i frutti che dà sia nel campo tecnico come in quello morale ».

Da Fratelli Andino & Compasso: « … il nostro plauso per la buona iniziativa … ».

Ma il riconoscimento, che non meno di quello delle Aziende ci rallegra e nello stesso tempo vorremmo dire più caro a causa della sua origine, ci viene dagli stessi nostri Allievi di corsi festivi, serali e diurni, ed anche da ex-Allievi, tutti autentici operai, perciò in maggioranza poveri.

I quali ci hanno versato fino ad ora la cospicua somma di Lire 95.400 ( ci duole davvero di non poterli citare tutti, ad uno ad uno ) per la nuova Sede della Casa di Carità e per la sua attrezzatura.

È proprio vero che la nostra Scuola è tutta una fiamma di Carità, dai cuori che la frequentano ai mattoni che la rivestono, ardente e solenne come una preghiera a Dio, come un invito ad universale concordia di opere serene.

Il direttore

Necessità della Scuola

Rivolgiamo la nostra domanda ai generosi nostri Sostenitori per essere aiutati con offerte in danaro o anche con la donazione diretta dei seguenti materiali, attrezzi e macchinari indispensabili per l'allestimento dei nuovi laboratori.

( A lato segniamo i prezzi approssimativi ).

Ai generosi i nostri anticipati ringraziamenti.

Il Direttore

Laboratorio di falegnameria ( capienza 20 posti ).

Macchine: Sega a nastro al prezzo di occasione di L. 200.000. Pialla a filo al prezzo di occasione L. 160.000.

Dotazione attrezzi per ciascun allievo:

Pialle, L. 1000 cad ; pialletti, L. 450 cad. ; martelli, L, 150 cad. ; tenaglie. L. 200 cad. ; raschietti. L. 80 cad. ; lime varie misure, L. 500 cad. ; raspe varie misure, L. 500 cad. ; succhielli. L. 70 cad. ; n. 5 scalpelli, L. 500 cad. ; n. 2 cacciaviti, L. 500 cad.; n. 2 squadre, L. 250 cad.

Laboratorio elettrotecnica ( capienza 20 posti )

Dotazione attrezzi per ciascun elettricista:

Forbici. L. 240 cad. ; pinze universali isolate, L. 520 cad. ; pinze piatte, L. 450 cad. ; pinze tonde, L. 480 cad. ; tronchesine, inclinate, L. 600 cad. ; serie di n. 5 cacciaviti isolati L. 465 cad.

Per il nuovo quadro di prova costruito dagli stessi allievi occorre 1 trasformatore a prese multiple di 10 KW. L. 45.000 ( circa ).

Laboratorio saldatura autogena.

Particolarmente richiesto dall'esigenze dell'industrie torinesi l'impianto per salda tura autogena e taglio a 6 posti di lavoro, secondo il preventivo della Ditta Fro di Verona ammonta, per concessione speciale di tale Ditta a lire 192.154.

Reparto fucine.

N. 5 Serie di tenaglie da fucinatori, L. 6000 cad, Installazione fucina a 5 posti con cappa e ventilatore di aspirazione L. 90.000.

Materiali di consumo.

occorrente per le esercitazioni pratiche:

Legnami ( pioppo, tiglio, abete, compensati ecc. ) - Ferro ( spezzoni tondi e quadri ) Acciai speciali per costruzione attrezzature varie - Conduttori elettrici e strumenti portatili vari - Lastre e lamiere - Olio per macchine - Petrolio e stracci ( anche questi ultimi sono utilissimi ).

( Continua )