La figura del Catechista Associato |
B166-A4
( Seguito dal numero precedente )
L'inserimento nell'Istituto Secolare è quindi un mezzo efficacissimo per vivere la propria vocazione coniugale, in un verdetto adeguamento alla Volontà di Dio, per compiere un'attività apostolica ben orientata, sotto la guida ed il consiglio dei superiori.
Ben si comprende perché la Chiesa abbia previsto per gli Istituti Secolari la categoria dei membri in senso lato, cioè dei coniugati, poiché, avendo tali Istituti come caratteristica specifica il raggiungimento della perfezione e la testimonianza del Vangelo vivendo nel mondo, si pone necessaria l'esigenza di articolare questa prospettiva in ogni ambiente e stato di vita, e quindi anche nello stato coniugale.
Riprendendo i concetti sopra esposti sulla diversa condizione tra lo stato coniugale e quello di consacrato, va ancora notato come il matrimonio determini una situazione di vita opposta a quella del sacerdote e del religioso ( intendendosi ovviamente l'opposizione in termini psicologici e giuridici, non certo morali, dato che ogni condizione è strada che conduce, a Dio, sia pure con gradi diversi di dignità e di perfezione ).
Orbene l'Istituto Secolare determina come un congiungimento tra le opposte posizioni in quanto, stabilendo come nota comune tra i membri l'appartenenza allo stato di perfezione, associa in questo orientamento anche i coniugati, prospettando loro tale ideale di vita.
Ecco pertanto che tra le diverse condizioni dei fedeli si attua come una convergenza, un flusso circolare, costituito, come punto d'incontro, dall'adesione allo stato di perfezione offerto dall'Istituto Secolare.
E l'Unione Catechisti realizza tale convergenza con l'inserire tra i suoi membri gli associati.
Le osservazioni che si sono venute esponendo in ordine alla relazione tra lo stato di perfezione e il matrimonio possono essere considerate anche sotto la visuale di un itinerario ascetico di vita coniugale, per quanto lo consenta la breve presente esposizione.
Peraltro si insiste su questo punto in quanto esso è di fondamentale importanza per ben delineare la figura del catechista associato, sia sotto l'aspetto spirituale che sotto quello psicologico, poiché ove manchi una precisa individuazione dell'ideale di vita, la figura medesima può venire fraintesa, o quanto meno apparire sfocata.
Un discorso sull'ascetica coniugale non può prescindere in primo luogo dal tener presente che gli elementi naturali del matrimonio - essenzialmente l'amore coniugale e l'amore filiale - non trovino una valorizzazione in quanto tali nella dottrina evangelica, dato che Cristo è venuto a portare una nuova generazione, quella di coloro « i quali non dal sangue, né da volere di carne, né da volere dell'uomo, ma da Dio sono nati » ( Gv 1,13 ), e sotto questo rispetto il matrimonio, attenendo essenzialmente alla generazione della carne, si pone decisamente sul piano della natura.
Le parole di Cristo a tale riguardo sono inequivocabili.
A chi gli parla dei suoi parenti, Egli risponde: « Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli? » ( Mt 12,48 ), e dichiara poi essergli fratello, sorella e madre chi compie la volontà del Padre.
Nel prospettare la perfezione morale di chi per seguirlo rinuncia a tutto, annovera il distacco non solo dai genitori e dai fratelli, ma anche dal coniugo e dai figli ( Mt 19,29 ).
Peraltro Cristo ha elevato il matrimonio alla dignità di sacramento, per cui i suddetti elementi d'ordine terreno vengono ad essere trasferiti ed innestati dal piano della generazione puramente naturale a quello della generazione che procede da Lui, in analogia a quanto Egli operò nelle nozze di Cerna, trasformando l'acqua in vino.
Conseguentemente può essere discepolo di Cristo anche colui che in Lui, per Lui e con Lui, ami la sposa ed i figli, realizzandosi quel grande mistero in Cristo e nella Chiesa, di cui parla S. Paolo ( Ef 5,32 ).
Ciò posto, appare intuitivo che per rendere efficace nella famiglia la generazione in Cristo, impedendo il sopravvento sotto l'aspetto psicologico, non meno che sotto quello morale, dei valori puramente terreni, cioè, in breve, per vivere nella pienezza il sacramento del matrimonio, è quanto mai opportuno per i coniugi inserirsi altresì in quella che Cristo ha indicato come la sua famiglia per eccellenza, quella dei suoi discepoli, che hanno lasciato tutto per seguirlo, il che può avvenite mediante l'appartenenza all'Istituto Secolare.
Essi avranno così possibilità di perseguire un elevato livello di vita interiore, attingendola ad una spiritualità concreta e ben determinata - che per l'Unione Catechisti s'incentra nel Crocifisso e nell'Immacolata - e saranno facilitati a raggiungere la perfezione morale mediante l'osservanza del regolamento di vita, non meno che attraverso i consigli e gli esempi che potranno trarre dall'Istituto, dando modo così alla grazia sacramentale di fruttificare al massimo.
Passando a considerare il regolamento di vita del catechista associato, va osservato che egli si inserisce nell'Istituto con un impegno ad un'intensa vita cristiana, ispirata all'amore di Gesù Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, alla professione con la parola e con l'esempio della dottrina del catechismo cattolico, allo spirito di fede, di umiltà e di zelo, da irradiare nella propria famiglia, nell'ambiente di lavoro e nella società in cui opera, nella prospettiva di un apostolato catechistico e sociale da attuarsi con spirito di riparazione e di riconsacrazione.
Tale inserimento, per essere organico, vitale e definitivo, si attua mediante l'osservanza di un apposito regolamento, che per quanto riguarda l'innesto dell'associato nell'Istituto verte essenzialmente su tre impegni mensili, cioè il ritiro, per alimentare la vita interiore, l'adunanza, per l'approfondimento dello spirito dell'Istituto, e l'incontro con il Presidente, per ricevere consigli sui mezzi di perfezionamento interiore e per concordare la propria attività apostolica.
La vita interiore del catechista associato sì incentra nel quotidiano incontro con Cristo, essenzialmente nel sacrificio eucarìstico, nella meditazione, nell'adorazione al Crocifisso, nonché in una filiale devozione per la SS. Vergine con l'imitarne le virtù e con la recita del S. Rosario.
Sono queste le pratiche di pietà fondamentali per quei fedeli che sentano il richiamo e il fascino della perfezione, e alle quali il catechista associato si accosta nello spirito dell'istituto, e in unione di intenti con i suoi familiari, nella consapevolezza della proficuità delle preghiere e degli impegni prescritti dalle regole.
Su questa base si articola innanzitutto l'apostolato familiare, quale impegno indefettibile e sublime missione di amore, di presenza, di generosità verso il coniuge, i figli e gli altri altri congiunti, nonché di studio e di approfondimento dei temi, così attuali e, sotto certi aspetti, peculiari dei laici, sul matrimonio cristiano e sull'educazione dei figli.
La testimonianza religiosa del catechista trova quindi il suo naturale campo di esplicazione, come si è già detto, nell'ambiente di lavoro e, più in generale, nella società, sia mediante la personale professione della dottrina del catechismo cattolico, che attraverso l'inserimento nei vari corpi sociali, e viene qualificata appunto dallo spirito dell'Istituto, quale formula ed atteggiamento per meglio intendere, ad un tempo, ed attestare l'operante vitalità del Cristianesimo nel redimere ogni stato, condizione, o ambiente sociale.
Tale testimonianza viene ad avere una caratteristica particolare proprio perché realizza il punto d'incontro tra lo stato di perfezione e la via ordinaria dei fedeli, per cui la parola e l'esempio del catechista associato, in determinate circostanze e nei confronti di talune persone, possono risultare di una necessità e di un'efficacia insostituibili, poiché provenienti da chi è nella possibilità di allacciare un dialogo con il prossimo imperniato su comuni esperienze psicologiche, economiche, professionali, ecc., che per lui però in tanto hanno valore in quanto siano vissute in Cristo.
Accanto a queste fondamentali prospettive apostoliche verso la famiglia e verso l'ambiente in cui si opera, si pongono naturalmente quelle altre scaturenti dall'Istituto in quanto tale, alle cui opere ed iniziative i catechisti associati partecipano in unità di spirito e di intenti con i catechisti congregati, nei limiti delle loro possibilità, e secondo i suggerimenti del Presidente.
Ma su questo punto, pur di fondamentale importanza, un discorso specifico per i catechisti associati non ha più ragione di essere, poiché l'argomento riguarderebbe l'Unione in sé e per sé considerata, la quale è costituita di congregati e di associati, e nei limiti della presente nota è rientrata l'esposizione di alcuni tra gli elementi più caratteristici, specifici della figura del catechista associato.
Per il resto, non solo l'aspetto apostolico, ma anche per la stessa individuazione di quella che nell'associato è la caratteristica fondamentale, ossia quella di essere catechista, va fatto riferimento alla generale natura dell'Istituto, imperniata sulla santificazione nel mondo dei propri membri, condizione per la quale si leva tuttora la preghiera del Fondatore, ad imitazione di quella che recitò Cristo prima di venire crocifisso, e che è riportata come motto nel frontespizio della Regola: « Padre, non chiedo che Tu li tolga dal mondo, ma che li guardi dal male » ( Gv 17,15 ).
Vito Moccia