Fratel Teodoreto e la vita familiare |
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L'attenzione di Fr. Teodoreto per la famiglia è tutta espressa e realizzata nella sua opera fondamentale, cioè nell'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, che essendo un istituto Secolare, prevede la vocazione dei suoi membri alla perfezione cristiana ed all'apostolato catechistico vivendo in famiglia.
Questo aspetto, a mio avviso, è prioritario per attestare la rilevanza che la famiglia assume nell'Unione Catechisti, rispetto alla stessa presenza nell'Istituto di catechisti sposati, per i quali invece lo stato di vita si realizza proprio nella famiglia.
Io ritengo che il taglio familiare, per dire così, dall'Unione, sia dovuto al fatto che i catechisti congregati, che ne sono la struttura fondamentale - senza di essi non vi sarebbe Istituto Secolare - all'atto della loro consacrazione alla vita di percezione con la professione dei consigli evangelici, continuano a restare nella loro famiglia di origine, nella quale pertanto trovano la prima manifestazione di vita secolare, e quindi il primo ambito di apostolato catechistico.
Secondo il disegno di Fratel Teodoreto, che precorre di vari decenni l'istituzione canonica degli Istituti Secolari, la vita di perfezione va perseguita pertanto non nella fuga della famiglia, intesa come prima espressione di quel mondo dal quale bisogna parimenti appartarsi - ciò diciamo nel pieno rispetto della validità, anzi dell'eccellenza di tale forma classica di vita religiosa - ma vivendo nella famiglia, allo stesso modo per cui il catechista vive nel mondo.
Orbene, pur nel riconoscimento e nella valorizzazione della gerarchia tra i vari e molteplici elementi che costituiscono la vita di perfezione secolare, da tale impostazione emerge comunque, e intuitivamente, una grande stima ed esaltazione della famiglia, come luogo privilegiato di vita, secondo il disegno di Dio, poiché è nella famiglia che si hanno le più vive esperienze di vita, è nella famiglia che sgorgano e si sviluppano le strutture fondamentali, per così dire, dell'amore umano, è nella famiglia che si riceve la prima catechesi e si apprende ad amare Dio.
Può essere interessante, nel rilevare tale impostazione, ricordare, come il Fr. Teodoreto nella sua esperienza umana abbia dovuto resistere nei confronti della sua famiglia, per potere realizzare la vocazione di fratello delle Scuole Cristiane ( è noto l'episodio del riaccompagnamento a casa della madre vedova, che si era portata a Torino, nel tentativo di convincere il figlio novizio a ritornare a Vinchio: ma quanta delicatezza filiale nell'accompagnare la mamma! ).
Come pure sarebbe interessante valutare in quale misura abbia influito l'orientamento del suo maestro spirituale Fra Leopoldo, che non entrò in religione se non dopo la morte della sua mamma, al cui sostentamento doveva provvedere, secondo quanto afferma lo stesso Fr. Teodoreto nella biografia di questi.
In una tale struttura del suo Istituto, ispirato alla secolarità anche per quanto riguarda la vita in famiglia, non poteva mancare uno stato di vita caratterizzato dall'ideale catechistico non solo "nella" ma anche "attraverso" la famiglia, cioè attraverso lo stato di coniugato.
A parte le differenti posizioni sotto l'aspetto canonico e in ordine alla partecipazione allo stato di perfezione, per cui i catechisti coniugati sono membri in senso lato dell'istituto Secolare, il pensiero di Fr. Teodorefo è sempre stato fermo al riguardo, nel considerare questi catechisti come facenti parte integrante dell'Unione Catechisti, a significare come la consacrazione catechistica a Dio nella secolarità debba avere riguardo ad ogni stato di vita.
Tornano qui opportune alcune osservazioni, ancorché semplici e limitate.
In primo luogo va tenuto presente che tali posizioni sulla valorizzazione della catechesi e della spiritualità della famiglia e, più specificamente della vita coniugale, risalgono al 1925, cioè a vari decenni prima dell'ampio movimento di spiritualità e di pastorale familiare che caratterizza i nostri tempi, per cui possiamo affermare come fra le varie benemerenze o, meglio fra i vari carismi di Fr. Teodoreto, vi sia anche quello di essere stato uno dei precursori, con altri spiriti illuminati, della importanza per la vita cristiana, di una santificazione attraverso il matrimonio, nella consapevolezza di vivere pienamente il grande sacramento, come stato di consacrazione a "Dio nella carità, di cui l'amore nuziale è modello e realizzazione.
In questa impostazione vi è da parte di Fr. Teodorefo la piena adeguazione a quel detto del diario di Fr. Leopoldo: « Dall'Unione Catechisti scaturiranno santi padri di famiglia e tante vocazioni religiose ».
In secondo luogo tale dimensione anche su base familiare dell'Unione Catechisti costituisce il più ampio ed articolato sviluppo della catechesi, la quale ha la sua piena espressione nella famiglia, e comunque deve trovare in questa una sua componente indefettibile.
In questo orientamento ci sembra altresì evidente come emerga la sollecitudine di Fr. Teodorefo quale maestro cattolico, che vede nell'opera della famiglia un apporto insostituibile per un'integrale educazione cristiana.
Ancora, il riferimento alla famiglia in un istituto che si incentra sull'amore a Gesù Crocifisso e a Maria SS. Immacolata, è una testimonianza per una impostazione autenticamente cristocentrìca di ogni stato e condizione di vita.
Invero per conoscere pienamente Gesù, per essere completamente attratti a Lui, occorre adorarlo innalzato sulla Croce ( Gv 8,28 e Gv 12,32 ), secondo il disegno e il beneplacito del Padre.
Così la famiglia per rinascere alla vita nuova di Gestì Risorto, deve seguirlo alla Croce, accanto a Maria che è il modello di sposa, di madre e di figlia, essendo figlia, sposa e madre di Dio, ed è altresì la prima adoratrice di Gesù Crocifisso.
È intuitiva la ricchezza e la fecondità degli spunti e delle applicazioni di tali verità spirituali all'amore coniugale e alla famiglia.
Questi semplici lineamenti sono ampiamente sufficienti ad attestare l'attenzione, e perdo la testimonianza e la promozione della spiritualità familiare che scaturiscono dall'opera di Fr. Teodoreto.
Di conseguenza non ritengo necessario, ai fini di delineare l'atteggiamento ispiratore del Servo di Dio verso la vita familiare, ricorrere ad altri elementi, quali i suoi scritti o il suo comportamento, sempre premuroso e vigilante, verso genitori e sposi, quale possiamo desumere da varie testimonianze ( il che peraltro Sarebbe pur tanto prezioso e consolante ).
Non può tuttavia mancare, come a conferma di quanto abbiamo esposto, un pur rapido accenno conclusivo agli scritti per eccellenza di Fr. Teodoreto, cioè alle regole dell'Unione Catechisti, nei punti in cui trattano della vita familiare.
Per i catechisti congregati il riferimento alla famiglia è un elemento ricorrente nel delineamento dei principi di vita.
Inadempimento del doveri familiari trova un nuovo titolo nella professione religiosa ( art. 14 ), ed una nuova motivazione nel voto di obbedienza ( art. 71, n. 10 ) e l'apostolato nella propria famiglia, e in quelle dei parenti, è espressamente previsto, tra le opere di zelo che ogni catechista deve compiere ( art. 82, n. 6 ).
La forma di conduzione della vita è indicata nell'abitare con le proprie famiglie e, in alternativa, con altri catechisti in gruppi familiari tipo convitto ( art. 54 ): è caratteristica la qualificazione di gruppi familiari, riferita al convitto, quasi a significare come il Servo di Dio avesse presente il modello della famiglia cristiana.
Per i catechisti associati, rileviamo come l'invito ad impostare il fidanzamento seguendo le regole della saggezza cristiana, evitando quanto risente dì leggerezza di spirito mondano ( art. 206 ) e l'esortazione ad osservare le leggi della Chiesa sul matrimonio cristiano ( art. 208, n. 1 ) costituiscano principi basilari che subito impostano l'amore sponsale e coniugale in una prospettiva sacrale e soprannaturale, come incontro con Gesù attraverso la persona amata, rifuggendo l'erotismo, in una autentica valorizzazione dell'amore in tutte le sue componenti.
La vocazione catechistico-familiare è delineata nei principi sulla preghiera e sulla educazione in famiglia, attraverso i quali, pur nella loro concisione, pare che emerga la sollecitudine del padre verso i suoi figli, affinché siano fedeli negli impegni assunti, e possano ricavare dall'istituto l'aiuto per adempierli ( art. 208 ).
Cosi la consacrazione del catechista viene intesa in una prospettiva familiare, cioè verso la consacrazione di tutta la famiglia al Sacro Cuore di Gesù, ed attraverso la preghiera in comune, possibilmente con la recita dell'Adorazione a Gesù Crocifisso.
L'obbligo di educare e di catechizzare i componenti della famiglia viene articolato in una vigilanza perché tutti compiano le pratiche del buon cristiano, in un'attenzione affinché possibilmente sia curata l'istruzione religiosa, e nella protezione della famiglia dalle deleterie influenze delle pubblicazioni e degli spettacoli pericolosi per la fede e la morale.
Particolare accentuazione è data all'impegno di curare, anche incontrando sacrifici, che i figli conseguano un'educazione cristiana nella scuola.
L'attualità di tale esigenza, tutta lasalliana, è intuitiva.
In essa ritroviamo le raccomandazioni del Concilio sulla scuola cattolica, nonché le attuali rivendicazioni per la realizzazione di un autentico pluralismo scolastico.
Vito Moccia