Comm. sul messaggio del servo di Dio Fr Teodoreto

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L'eredità di insegnamenti e di opere lasciate dal Servo di Dio Fr. Teodoreto appare col tempo sempre più cospicua e preziosa e sarebbe una mancanza imperdonabile il trascurarla.

È la stessa Provvidenza Divina, che attraverso i suoi servi migliori manifesta e realizza i suoi disegni, onde chi vuole lavorare efficacemente nella Chiesa deve studiarne i segni e conformar visi.

Già il Santo de La Satte aveva messo in rilievo nette Regole da lui date ai Fratelli delle Scuole Cristiane la necessità di questo atteggiamento di ascolto ai cenni, talvolta appena sussurrati, che Dio fa ai suoi figli.

Le opere a cui attendono i Fratelli delle Scuole Cristiane ed i catechisti che da essi derivano, cioè la catechesi e l'educazione della gioventù, devono essere animate dallo spirito di fede, che altrimenti scadrebbero al livello puramente umano e perderebbero la loro fecondità spirituale: questo è il pericolo che le insidia continuamente, per difendersi dal quale non basta una resistenza passiva, ma occorre un rinnovamento instancabile, un lavoro di aggiornamento e di conquista che porti ad un vero progresso di santificazione personale e di perfezionamento nell'apostolato.

La comparsa di uomini eccezionali, come il Fr. Teodoreto, manifesta un intervento divino per illuminare i suoi apostoli e per incoraggiarli nella loro fatica, che ai nostri giorni si fa sempre più difficile.

Anche di lui si può dire che "vi fu un uomo mandato da Dio".

Era perciò strettamente doveroso lo studio di ciò che disse, che fece e che fu il Fr. Teodoreto, non per un riconoscimento più o meno platonico, pur doveroso, ma per trame degli orientamenti nella gestione delle scuole.

Si è quindi costituita una commissione composta di Fratelli delle Scuole Cristiane e di Catechisti per lo studio di quello che con linguaggio moderno si chiama il "Messaggio del Fr. Teodoreto".

La commissione si è riunita una prima volta il 18 Dicembre 1977 e una seconda volta il 5 Marzo 1978.

Riportiamo qui di seguito i principali discorsi pronunciati nelle due riunioni e gli argomenti in esse dibattuti.

Fr. Vittorino Ratti, Visitatore:

Siamo riuniti nel nome di Gesù: Gesù è quindi con noi.

Ringrazio anzitutto voi che avete accolto l'invito a partecipare a questo incontro; vedo Ex-Alunni, vedo parenti di allievi, Fratelli e Catechisti; a tutti il grazie mio personale e della Provincia religiosa di Torino.

Siamo riuniti per riflettere sul messaggio di Fr. Teodoreto, per approfondirlo ed essere così in grado di farlo meglio conoscere attorno a noi.

Gioisco nel trovarmi con voi e ringrazio il Signore: considero una Sua grande grazia la decisione del nostro 4° Capitolo Provinciale, celebrato in agosto, di « indicare nel messaggio di Fr. Teodoreto un punto di riferimento privilegiato e qualificante della vita apostolica dei Fratelli nella linea del carisma del S. Fondatore ».

Mi attendo molto da questo incontro e da quelli che lo seguiranno: innanzitutto un rinnovamento personale, un arricchimento personale: l'esempio di Fr. Teodoreto, la purezza e la forza della sua dottrina non possono se non renderci migliori; mi attendo poi da ciascuno di coloro che sono qui presenti un proposito forte di farsi centro di irradiazione del messaggio di Fr. Teodoreto.

In tal modo riprendiamo e continuiamo un lavoro che già da anni è in atto.

A ciascuno di noi, oggi, incombe il dovere di riprendere questo lavoro, in questo 1977 che ha visto la conclusione del Processo ordinario informativo in Diocesi della Causa di Beatificazione di Fr. Teodoreto.

E lo dobbiamo riprendere con generosità, con entusiasmo, con Fede; dobbiamo riprenderlo nell'unione, nella fraternità lasalliana; in tale modo rimarremo nello spirito del messaggio di Fr. Teodoreto, che è soprattutto un messaggio di Amore, di Carità.

Tutti sappiamo che fra le tante attività sostenute dall'Unione Catechisti, fondata da Fr. Teodoreto, vi è la Casa di Carità.

"Casa di Carità" non tanto e non solo perché nell'ambiente educativo animato dalla Casa di Carità ciascuno deve essere disposto a dare evangelicamente e gratuitamente ai giovani più bisognosi, ai figli degli operai una educazione cristiana ed una formazione professionale; Casa di Carità soprattutto perché coloro che in essa operano: Catechisti, Fratelli, Ex-Allievi, Insegnanti, Parenti di allievi, devono vivere la Carità, vivere nell'Amore, nell'unione, nella fraternità.

Dal de La Salle a Fr. Teodoreto: Fr. Secondino Scaglione, Presidente

Non intendo fare una trattazione, o una conferenza.

Vorrei " trattare sem'plicemente con delle titolazioni e dei paradigmi, alcuni aspetti che sono tipici della spiritualità lasalliana, raccordabili con il messaggio di Fr. Teodoreto.

Fr. Teodoreto amava dire che egli non era il Fondatore dell'Unione Catechisti, ma il Fondatore dell'Unione era S. Giovanni Battista de La Salle.

I Catechisti sono quindi nella scia del messaggio lasalliano.

Del resto storicamente possiamo provare che era nella volontà iniziale del de La Salle dare forma ad altri complessi all'interno della Congregazione.

C'è un documento non ancora pubblicato, scoperto intorno agli Anni Cinquanta da cui risulta che il de La Salle aveva pensato inizialmente una Società pluriforme, con diversificazioni all'interno di un'opera in cui distingue "les Frères d'école", i Fratelli della Suola, "les Frères du temporel", i Fratelli addetti ai servizi della Scuola e poi "les Frères du spirituel" e cioè i Fratelli addetti al servizio religioso.

Se si aggiunge quella che è stata una delle sue creazioni e intuizioni sfociata po' nell'Istituto Magistrale, noi vediamo la creazione di un corpo di insegnanti legati ai Fratelli.

Sarei tentato di dire che questo è il primo nucleo dei Catechisti, che non vivevano in Comunità, ma nelle loro famiglie.

In questo si può vedere l'inizio di una intuizione lasalliana.

La realizzazione dell'Unione, anche nelle forme, è all'origine delle intuizioni lasalliane: i Catechisti sono nel filone del pensiero lasalliano et rappresentano una proliferazione del carisma del La Salle che Fr. Teodoreto ha rivitalizzato, attento ai bisogni, alle istanze e alle interpellanze dei tempi.

Noi cercheremo brevemente e solo per titoli, di entrare nell'itinerario del de La Salle e cioè di dare una lettura dell'evento de La Salle, una lettura evidentemente riduttiva.

Noi incontriamo il Santo nella sua relazionalità con Dio.

Noi incontriamo il Santo nella relazione con l'uomo.

È sopra questi due poli e portanze che si regge la base del lasallianesimo che ha creato una tradizione e delle realizzazioni.

È la sua risposta alle interpellanze di Dio percepite nella dimensione reale dei fatti.

L'incontro del Santo nella relazione con Dio, caposaldo della spiritualità lasalliana, è il messaggio Spirituale che potremmo titolare: "Il senso della fede", che è "lo spirito di fede", quello che il de La Salle chiama "l'esprit de foi".

Nel '600 è molto facile l'uso di questa parola "esprit", proprio intesa nel senso di "essenza", quindi l'esprit de foi è l'essenza della fede, il motivo essenziale che da senso alla vita.

Nella spiritualità lasalliana questo senso di Dio è la scelta di Dio; scelta che si traduce in esperienza.

È l'esperienza di Dio; che trasfigura gli eventi, che trasfigura la vita e quanto ci circonda: è l'ottica delle fede.

Il de La Salle afferma: « Voi dovete vedere gli avvenimenti e le cose con gli occhi della fede ».

E la nostra scelta, dice il de La Salle, è una risposta a Dio che ha scelto noi.

È un motivo che ritorna di frequente nelle Meditazioni.

"Voi siete stati scelti da Dio": è la dominante di tante pagine del de La Salle.

Quindi, prima di scegliere Dio, noi siamo stati scelti da Lui.

Il de La Salle Insiste su questa assoluta iniziativa e gratuità dell'iniziativa di Dio.

La nostra scelta, quindi, essendo preceduta dalla scelta di Dio, deve essere una scelta totalitaria, una scelta radicale che comporta il nostro abbandono in Dio, in cui fidiamo.

E questo comporta un atteggiamento spirituale: la spiritualità del martirio, la spiritualità dell'abbandono: due componenti della spiritualità lassalliana.

Spirito di martirio che è la naturale conseguenza della scelta radicale di Dio.

Spiritualità del martirio è donazione e identificazione con il martire, con Cristo contemplato attraverso la sua vita e i suoi misteri: il Mistero della Pasqua, nella Passione e nella Risurrezione.

Magnifica la pagina delle meditazioni in cui il de La Salle invita i Fratelli a rifugiarsi nelle Piaghe del Signore non tanto per avere motivo di perdono, partecipando alle Sue sofferenze, quanto per avere un motivo di coraggio per risorgere.

Spiritualità di martirio e spiritualità di abbandono che progredisce con la scelta di Dio.

Il de La Salle ha attuato pienamente questa spiritualità dell'abbandono in Dio mediante l'abbandono, il distacco dalle cose per andare agli altri, spinto dall'amore di Dio e dal desiderio di martirio: abbandono della famiglia, abbandono del censo, abbandono della casa, abbandono di un nome, abbandono di una sicurezza professionale, abbandono dei beni, abbandono di ogni sicurezza, quando con i primi Fratelli fa il voto di abbandonarsi completamente a Dio quand'anche fosse stato costretto, per tenere le scuole, a mendicare e a ridursi a vivere di solo pane.

Senso di Dio, senso della fede, una risposta a Dio, una scelta integrale di Dio, una capacità di martirio e di abbandono: tutto questo per andare agli altri.

Il de La Salle è andato agli altri, ha intrapreso un cammino.

Meditando la vita di Fr. Teodoreto e la vita del de La Salle, troviamo questa analogia: sul loro cammino intrapreso verso i fratelli, entrambi sono stati illuminati per impegnarsi in un'opera apostolica, in un'opera educativa e scolastica: il de La Salle da un contemplativo, il P. Barre che è all'origine delle realizzazioni lasalliane; il Fr. Teodoreto da un contemplativo, il laico francescano Fra Leopoldo Maria Musso.

Due contemplativi che ispirano due uomini immersi nell'azione.

Il de La Salle intraprende una missione, organizza una comunità per questa missione, serve la società del tempo, serve la gioventù, da una risposta alle interpellanze del momento, ai giovani abbandonati, ai "vagabonds", che tutto il giorno vanno girovagando per le strade, vittime del vizio.

Al contrario dell'iter percorso da altri fondatori, il de La Salle è andato subito al sociale, si è immerso subito nella realtà scolastico-educativa del suo tempo.

E ha dato una risposta parziale.

Le nozioni elementari, le nozioni morali e religiose che gli alunni apprendono sono in vista di un domani: è una scuola elementare già avviata in vista di una professionalità per la quale non è previsto alcun tipo di scuola: il de La Salle da una risposta a questa interpellanza e mette le basi per la scuola professionale, per la scuola tecnica e per la scuola magistrale, per chi vuole esercitare una professione.

La istruzione tecnica e professionale nasce dalla necessità di dare una prosecuzione a quell'abbozzo di programma culturale della scuola elementare.

Per questo il Santo crea a Parigi "L'Académie chrétienne" frequentata all'inizio da 200 allievi.

Si tratta di una scuola domenicale nella quale sono impartiti i corsi di geometria, disegno, aritmetica, architettura, tenuta di libri-paga: un avviamento professionale.

Questo per rispondere ad una esigenza, ad una necessità dei giovani che dopo la scuola elementare non avevano una base per un inserimento nella società.

Così le famiglie dei commercianti e della piccola borghesia di Saint Yon chiedono per i loro giovani una preparazione diretta alla professione di domani.

Per questi il de La Salle crea il primo istituto tecnico professionale con insegnamento vario, adatto alle circostanze: insegnamento della lingua, della matematica, della geometria, della tecnica commerciale, del disegno, della architettura; insomma tutto quanto serve per dare un avvio alla professionalità.

I magistrati di Rouen lo interpellano per l'istituzione di un istituto correzionale per i "teddy-boys" e i "blousons noirs".

Per questi il de La Salle mette non solo il genio e l'inventiva che ha avuto per le altre istituzioni, ma mette il cuore per la redenzione di questi giovani.

È interessante leggere le minute descrizioni nei "Règlements de S. Yon" per la "pension de torce".

E il de La Salle giunge a delle delicatezze non pensabili a quel tempo, fino a portare questi giovani a coltivare fiori, allevare uccelli, a lavorare in comune …

È un uomo che vive il problema del suo tempo e porta questi ragazzi alla redenzione piena mediante l'educazione religiosa e sociale.

Il nostro contesto culturale attuale è diverso evidentemente da quello in cui è vissuto il de La Salle.

Noi troviamo però delle analogie tra il momento della nascita dei Fratelli delle Scuole Cristiane e il momento attuale: una società in crisi, una società carica di fermenti, una società in levitazione.

Allora come oggi la scuola è in crisi: crisi al tempo del de La Salle e crisi oggi.

Non si vedeva allora, né si vede attualmente uno sbocco per la scuola.

Oggi come al tempo del de La Salle gli educatori, gli operatori scolastici provano le stesse difficoltà, le stesse incertezze, Is analoghe insicurezze.

Ciò non vuoi dire che il de La Salle abbia dato la soluzione.

Il domandarci e l'interpellarci: "Che cosa farebbe il de La Salle oggi, che cosa ci direbbe?" mi pare sia ipotetico.

È però oggi e qui che noi dobbiamo questionarci, che noi dobbiamo interrogarci, nel senso evangelico della nostra esperienza spirituale, nel nostro itinerario spirituale, in seno ad una comunità in cui convergono gli itinerari degli uomini di fede che cercano di conoscere le istanze, i bisogni e le richieste degli uomini e cercano di dare a questi una risposta.

Il carisma del de La Salle è tra noi: è tra i Fratelli, è tra i lasalliani, è tra quanti vivono nell'ambito lasalliano.

Il dono dello Spirito Santo si è manifestato nella vita e negli scritti del de La Salle; però la fedeltà a questo dono non va intesa come un ritorno al passato nelle forme o come una fedeltà materiale a delle cose stabilite e protocollate.

Va intesa diversamente: questa fedeltà non può essere vissuta e realizzata che nella ricerca comunitaria del nostro gruppo, con la volontà di rispondere, nella situazione presente, alle interpellanze, agli appelli della nostra epoca con lo slancio che ha spinto il de La Salle a dare una risposta esaustiva fuori di ogni radicalizzazione sociale.

La nostra capacità attuale deve essere duplice: una capacità di memoria e una capacità di speranza.

Una capacità di memoria proprio come il memoriale pasquale: passare attraverso la Croce per giungere alla risurrezione.

Come il memoriale della spiritualità lasalliana: passare attraverso lo spirito di martirio per essere nella risurrezione.

La nostra capacità oggi è una capacità di memoria e una capacità di speranza unite alle attenzioni assidue al presente, alle interpellanze.

E di interpellanze del presente ne abbiamo; alla memoria del passato, alla continuità di questo messaggio nelle aperture attraverso alla speranza.

Solo in questa visuale vediamo l'attualizzazione del messaggio del carisma del de La Salle, che Fr. Teodoreto, in una certa epoca, in un certo momento ha preso, ha assunto, ha vissuto ha fatto e ha propagato.

Anche noi siamo sopra questa linea.

Le Opere scaturite dal messaggio del Servo di Dio Fr. Teodoreto

L'Adorazione a Gesù Crocifisso sì va diffondendo in tutto il mondo, formando un vero movimento di adoratori.

Le richieste di foglietti dell'adorazione giungono da tutto il mondo e sorgono spontaneamente degli Zelatori, che ormai sono delle migliaia.

Ultimamente si è sviluppato particolarmente in Canada, dove i Fratelli S.C. avevano consentito nutriti contatti in passato: là si stampa in francese e la si diffonde a migliaia di copie: c'è veramente un'azione dello Spirito.

Anche nello Zaire è sorto un gruppo già numeroso di giovani assai attivi e organizzati che si mantiene in costante corrispondenza con il Centro: vi si riscontra una grande affinità con il primo sorgere dei Catechisti in Italia: profondo spirito di preghiera e di Adorazione a Gesù Crocifisso, come base per un'apertura all'apostolato catechistico e sociale in servizio della Chiesa locale.

Su tale impostazione è pure l'attivo gruppo di Eritrea, quantunque oggi le notizie siano assai scarse data la precaria situazione del paese.

Nota comune che si può rilevare è che la diffusione della Adorazione parte dal basso, dalla gente umile e al di fuori dei movimenti organizzati.

Collegata alla Adorazione è la Crociata della Sofferenza che raccoglie l'adesione di chi soffre nel corpo e soprattutto nello spirito per un'offerta di preghiera e di sofferenza al fine di ottenere da Dio tante e sante Vocazioni sacerdotali e religiose: sorta circa 15 anni fa conta attualmente migliaia di iscritti a cui viene inviato trimestralmente un foglio di collegamento che serve per l'animazione e per una riflessione spirituale: è lo spirito dell'Adorazione applicato al mondo della sofferenza.

La "Sorgente" è un centro di vita spirituale, di formazione, di adorazione, di contemplazione di Gesù Crocifisso.

È pure centro di impulso per la pratica e la diffusione dell'Adorazione.

Si trova a Baldissero, sulla collina torinese, in località amena, isolata, tranquilla.

Vi si svolgono molte attività di incontri, particolarmente di giovani che vi si ritrovano ogni sabato e domenica: c'è un buon gruppo più stabile che serve da base e da orientamento per molti altri giovani.

Nell'anno ultimo ( aprile '76 - aprile '77 ) ha svolto 167 giorni di attività con la presenza complessiva di 1900 persone.

Ha una capacità ricettiva di 30-40 posti; la sistemazione è assai semplice e povera, ma proprio per questo è più gradita ai giovani.

Gli sviluppi futuri sono nei disegni di Dio; ma già esiste un orientamento nell'Unione in tal senso.

La Casa di Carità Arti e Mestieri.

Le parole di Gesù a Fra Leopoldo: « Per salvare anime, per formare nuove generazioni si devono aprire Case di Carità Arti e Mestieri » oggi sono più attuali che 50 anni fa.

La Casa di Carità, nata dal Crocifisso deve portare al Crocifisso in senso vitale, indicando nel lavoro un mezzo di perfezione umana e cristiana.

La Casa di Carità ha poco più di 50 anni.

La sua sola sopravvivenza, con tante difficoltà anche di ordine economico, anzi la sua continua espansione sono già una indicazione della volontà della Provvidenza.

« Gli allievi sono complessivamente ( Torino e Grugliasco ) 613 nei corsi diurni e 480 nei corsi serali.

Tutti i 131 alunni licenziati nel 1977 dei corsi diurni, sono già collocati al lavoro, pur nella grave crisi occupazionale ».

La Casa di Carità può costituire un centro di attività in cui c'è largo spazio per chiunque voglia collaborare in settori diversi.

Sarebbe inoltre opportuno che gruppi di allievi, di ex-allievi, di famiglie e di quanti ruotano nell'ambito lasalliano si recassero in visita alla Casa di Carità: l'esperienza dimostra che la realtà vista dice assai di più di quanto possano esprimere parole e statistiche.

Pur essendo i Catechisti e i Fratelli ivi impegnati in numero assai ridotto, vi è un corpo insegnante di 140 persone a cui si cerca, con buon esito, di ispirare i principi animatori della Casa di Carità quali sono stati trasmessi nel messaggio di Fra Leopoldo e di Fratel Teodoreto.

Il Gruppo Famiglie dell'Unione Catechisti, ha una attività ormai più che decennale.

Secondo Fr. Teodoreto, ogni stato e condizione nella Chiesa sono chiamati alla perfezione e in qualche modo ad una consacrazione, per cui anche i Catechisti Associati appartengono, sia pure in senso lato, all'Istituto Secolare.

Diceva Fra Leopoldo: "Dall'Unione usciranno santi padri di famiglia e tante vocazioni".

L'attività del Gruppo comprende incontri mensili, corsi di catechesi per il conseguimento del Diploma di Catechista per genitori, ritiri specializzati per genitori, attività su piano diocesano e su piano scolastico.

Si propone anche una azione di orientamento vocazionale e una promozione a sostegno della Scuola Cattolica.

Il Gruppo è formato da oltre 60 persone abitualmente, ma interessa, anche saltuariamente, oltre 150 persone.

In un libretto, frutto della attività di vari anni del Gruppo Famiglie sono raccolti pensieri e orientamenti spirituali per coniugi e genitori tratti da San Giovanni Battista de La Salle, da Fr. Teodoreto, da Fra Leopoldo e la sintesi dei temi di spiritualità coniugale e familiare trattati in questi anni di lavoro e di approfondimento.

La Messa del Povero: ha 44 anni di vita, ed essa impegna giovani e adulti che, preparati spiritualmente attraverso l'Adorazione, sentono il desiderio di darsi seriamente e costantemente ad una azione sociale.

Vi si fa della preghiera e della catechesi oltre al dare un'assistenza sociale e materiale.

Dura tutto l'anno con un po' di rallentamento in luglio e agosto.

Più che quanto si può dare a questi nostri poveri fratelli è da mettere in evidenza l'atmosfera di famiglia e di amicizia che i Poveri vi ritrovano e per cui frequentano.

Sono circa 250 i Poveri frequentanti, sia pure alcuni saltuariamente.

Discorso del Dott. Claudio Andreoli, Presidente Nazionale Ex-Alunni

Ho avuto piacere di ascoltare vari interventi che a più riprese hanno sollecitato una più diretta collaborazione tra le varie forze lasalliane che operano in Italia nelle scuole dei Fratelli S.C.; Fr. Secondino ha pure auspicato la necessità di una coordinazione tra i vari associazionismi che vivono all'insegna di S. Giovanni Battista de La Salle.

Sono proposte che gli Ex Alunni sottoscrivono di tutto cuore e che del resto sostengono da alcuni anni tramite la loro Federazione Nazionale che ha celebrato 25 anni di vita nell'agosto 1977, a Torino, con un Congresso Nazionale che per la partecipazione dei vari rappresentanti delle Attività Lasalliane può ben a ragione definirsi il primo Congresso Lasalliano d'Italia.

L'Assemblea del Congresso ha approvato all'unanimità la proposta di procedere alla trasformazione dell'Associazione Ex Alunni in Associazione Lasalliana, aperta a tutti coloro che operano a differente livello nella scuola e nel mondo dei Fratelli delle Scuole Cristiane; va precisato che un simile programma d'azione ci è stato proposto direttamente dai Fratelli, tramite i loro Superiori Generali, Fr. José Pablo e prima Fr. Charles Henry, che ha descritto l'Associazione Lasalliana ottimale come una orchestra di vari strumenti: varie note musicali di diversa entità, di differente tono musicale tutte coordinate, da un adeguato direttore d'orchestra che, nel nostro caso, sono i Fratelli, come espressione singola e di comunità.

Negli ultimi anni, inoltre, vari Capitoli Provinciali, Regionali, il Capitolo Generale hanno ripreso tali temi con differente ampiezza ed intensità, riproponendo sempre lo stesso programma: i Fratelli sono ben disposti a ricevere i Lasalliani nelle loro Scuole e si dichiarano disponibili a varie forme di collaborazione con essi.

La necessità di una coordinazione è imperativa perché non si realizzino separatamente attività di analoga finalità che potrebbero avere migliori risultati se confortate dalla collaborazione di più associazionismi che operano in identiche realtà e per medesimi fini sia pur tra sfumature differenti di gestione.

Un tipico caso di mancata comunicazione o di scarsa conoscenza è l'Unione Catechisti del SS. Crocifisso, praticamente ignota alla grande massa degli Ex-Alunni Lasalliani e pure a vari altri Associazionismi che operano nelle scuole dei Fratelli.

Durante il Congresso di Torino abbiamo avuto il piacere di ascoltare il dott. Conti che ha potuto presentare le molteplici ed estremamente valide attività dell'Unione Catechisti, attività per lo più ignote anch'esse se si fa eccezione per la Casa di Carità, nota più che altro di nome o come idea generale.

Esiste quindi la necessità di una riscoperta o meglio di una adeguata conoscenza dell'Unione del SS. Crocifisso da parte delle Associazioni Lasalliane che potranno proporla come alternativa di elevato contenuto spirituale e caritativo ai Lasalliani che si sentono disposti ad accettarla.

L'Unione Catechisti è, a mio parere, l'espressione più elevata del Lasallianesimo laico ed in tale giudizio pensiamo alla sua diffusione nelle Associazioni Lasalliane che raccolgono persone di differente impegno apostolico e di differente sensibilità religiosa su una base comune di fede: ogni Associazione periferica potrebbe avere il suo gruppo di Catechisti dell'Unione che potrebbero essere chiamati a svolgere le più elevate funzioni educative nell'ambito della scuola Lasalliana, a fianco dei Fratelli, per esempio potrebbe essere loro affidato il compito delle lezioni di religione, l'animazione dei gruppi di preghiera e di innumerevoli altre espressioni di fede e di lavoro.

Con queste idee guardiamo oggi all'Unione SS. Crocifisso, così speriamo di promuoverne l'espansione, certi della bontà del messaggio di Fr. Teodoreto che tutti speriamo di vedere presto sugli altari.

Il Fr. Secondino Scaglione conclude la riunione dicendo:

Abbiamo il carisma del de La Salle in mezzo a noi, anzi noi stessi ne siamo gli operatori: la forma di consacrazione nella vita secolare, l'Unione catechisti, con la dedizione disponibile nella condizione laicale; i gruppi familiari, l'attuazione della Casa di Carità, con il piano attualissimo della professionalità; la diffusione sul piano mondiale della Adorazione; attuazione spirituale; La Sorgente le Attività giovanili; la Messa del Povero che è altamente qualificante per la promozione umana.

Tutto questo attorno a un dato fondamentale, partito da una intuizione di Fr. Teodoreto nella scia lasalliana.

Siamo in molti ad operare nel campo lasalliano.

Abbiamo una matrice comune cristiana e abbiamo una qualificazione comune di impostazione lasalliana.

Non sarebbe opportuno intanto giungere a un coordinamento?

Siamo operanti nel mondo lasalliano: forse non ci conoscevamo o forse non conoscevamo tutte le attività che sono a pochi passi da casa nostra.

Un coordinamento di appoggio e un coordinamento di operatività.

Noi cerchiamo delle linee nuove di sviluppo e di incidenza che possiamo trovare solo attraverso il coordinamento.

Oggi sappiamo che i vari movimenti sono destinati a inaridirsi e a perdere la loro consistenza qualora non stabiliscano un coordinamento in tutti i campi.

Un coordinamento assicura oggi la vitalità.

Noi abbiamo bisogno di proseguire questi messaggi, queste opere, queste attuazioni; abbiamo bisogno di rivitalizzarle.

Abbiamo bisogno, almeno per il momento, di fare delle proposte operative.

Abbiamo bisogno di sottoporre alla nostra meditazione, riflessione e ripensamento tutta questa serie di stimolazioni che abbiamo ricevuto.

Penso che per trovare una fecondità, abbiano bisogno intanto della nostra disponibilità, della nostra conoscenza in uno scambio comunitario per giungere a delle linee operative di coordinamento, affinché possiamo realizzare quello che è un messaggio unitario, un messaggio lasalliano.

Un movimento che implica da parte di tutti, senza distinzione, senza esclusioni, Fratelli, Catechisti, Ex-Allievi, Genitori, Alunni: quella che noi vorremmo definire o già è stata definita: La comunità lassaliana.