Commemorazione di Fr. Teodoreto |
B244-A2
Nel 33° Anniversario della sua morte al Consiglio della Associazione Casa di Carità Arti e Mestieri
( da registrazione del 13-5-1987 )
La mia non vuol essere una commemorazione ufficiale, vuoi essere semplicemente un richiamo alla giornata che stiamo vivendo: 13 maggio.
13 maggio; si ricorda la Madonna di Fatima, il 13 maggio si ricorda l'attentato al Santo Padre, ma il 13 maggio per noi Catechisti e per noi che ci siamo riuniti nel nome della Casa di Carità ci ricorda un avvenimento che fu un avvenimento doloroso per i Catechisti che lo vissero, ma che resta glorioso nella nostra memoria.
Era il 13 maggio del 1954: Fr. Teodoreto aveva raggiunto l'età di 83 anni, viveva ormai nel nascondimento e nell'umiltà; le opere a cui aveva dato avvio sapeva che non erano opere sue e che quindi doveva lasciare a Dio e a quelli che lui aveva formato il proseguimento di queste opere.
Il 9 maggio l'Unione Catechisti si doveva riunire, ed era un Sabato, per celebrare il 40° anniversario di fondazione dell'Unione Catechisti. Fr. Teodoreto sospirava di potersi trovare fra i suoi figli spirituali, ma un colpo, una emoraggia lo aveva bloccato a letto.
La Domenica 10 maggio perse conoscenza.
I Catechisti si sentirono vicini a Fr. Teodoreto, si succedettero per andare a pregare nell'infermeria del Collegio San Giuseppe nella stanzetta, in cui era ricoverato.
Pregavano e pregavano molto: una delle caratteristiche che ci vengono segnalate è che quando recitavano il rosario l'unica cosa che vedevano era che quando dicevano « Ave Maria piena di Grazia » alzava il braccio e quando dicevano « Santa Maria » abbassava il braccio, il che significava che ancora aveva una percezione e che sentiva vicino a sé questi suoi figli spirituali.
Il Mercoledì, ( oggi è Mercoledì ) quindi abbiamo anche un'altra coincidenza, il Mercoledì 13 maggio alle ore 3 del mattino il movimento si fermò.
Fr. Teodoreto aveva risposto all'invito di Dio di tornare alla Casa del Padre, all'antivigilia della Festa del suo Fondatore, il 15 maggio è infatti la Festa di San Giovanni Battista de La Salle; i funerali furono celebrati proprio il 15 maggio nella Festa del Santo Fondatore.
Funerali che furono celebrati a spese del Comune di Torino, il quale in assemblea straordinaria riunitasi immediatamente decretò che per il bene che Fr. Teodoreto aveva operato nella città di Torino, il Comune si assumeva a suo carico le spese per il funerale e, dagli atti che ho potuto consultare, risulta che la votazione fu unanime, anche se nel '54 il Comune di Torino era composto da partiti ben diversi.
Tutti riconobbero che quell'uomo che aveva vissuto nel nascondimento l'ultima parte della sua vita e che aveva operato sempre nel silenzio, aveva operato per il bene non soltanto dei suoi fratelli, ma per il bene della città e anzi, in un decreto di poco posteriore, la città di Torino, anche qui con voto unanime, decretò di intitolare a Fr. Teodoreto una via di Torino.
Esiste infatti una via di Torino intitolata « Via Fratel Teodoreto » e sotto misero una parola che lo qualifica perfettamente « educatore »: e Fr. Teodoreto fu veramente un educatore, un vero Fratello delle Scuole Cristiane.
Veniva dal paese di Vinchio, dall'Astigiano; dopo aver superato delle difficoltà era entrato nel noviziato dei Fratelli, proprio nel 1887, ed anche questo è un anniversario di centenario che si unisce a quello che stiamo celebrando; e poi incominciò la sua missione di Fratello delle Scuole Cristiane, che era la missione che Dio aveva affidato ai Fratelli e che San Giovanni Battista de La Salle aveva intuito nel secolo XVI-XVII.
San Giovanni Battista de La Salle è del 1651 e morì nel 1719.
Intuì quale era veramente lo scopo per cui San Giovanni Battista de La Salle aveva fondato l'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane: non soltanto per farne degli insegnanti, ma per farne dei formatori di coscienze.
Quindi il primo richiamo, nel ricordare la morte di Fr. Teodoreto, viene a noi Fratelli delle Scuole Cristiane e lo voglio ricordare con le parole stesse che San Giovanni Battista de La Salle lasciò scritte in una delle sue meditazioni: « Nella vostra missione dovete unire lo zelo per il bene della Chiesa a quello per il bene della società della quale i vostri allievi cominciano ad essere mèmbri e devono diventarne ogni giorno più perfettamente: procurate il bene della Chiesa formando dei veri cristiani docili alle verità della fede e agli insegnamenti del Vangelo », ecco la prima missione, « procurate il bene della società insegnando le scienze profane.
Aggiungete però sempre alle scienze umane la pietà senza la quale il vostro lavoro sarebbe poco utile ».
Abbiamo qui l'unione di due impegni che i Fratelli debbono assolvere nella loro missione: interessarsi sì dell'istruzione degli allievi che vengono loro affidati, ma soprattutto interessarsi dell'educazione e della formazione cristiana di questi allievi, perché in un domani possano essere inseriti nella società per apportarvi il loro contributo e inseriti anche nella Chiesa per dare alla Chiesa il loro servizio.
In questo periodo, in cui il tema dei laici e del ruolo che i laici devono esercitare nella Chiesa e che sarà oggetto del prossimo Sinodo dei Vescovi a Roma nel mese di ottobre, già fin da allora San Giovanni Battista de La Salle lo aveva intuito.
La Chiesa è composta da sacerdoti, religiosi e laici, ognuno con una sua vocazione, una vocazione che si differenzia secondo la chiamata di Dio, ma che non è meno impegnativa per i laici di quanto lo sia per i sacerdoti e per i religiosi.
Ritrovare accanto a noi degli amici che hanno sentito questo impegno di laici, che vengono da Roma per animarci e orientarci e che si impegnano in quest'opera è per noi di vera consolazione; perché ci dimostra che questi laici hanno compreso, intuito qual è lo spirito vero dell'opera che Fr. Teodoreto ha realizzato.
In una pagina che mi pare molto riuscita Fr. Secondino scrive « Un messaggio che continua »: « San Giovanni Battista de La Salle con un'intuizione profetica ha dato alla scuola un'impronta nuova, il carattere di scuola popolare e di scuola professionale impegnandosi in un'opera in cui si evidenziano genio e santità.
Il genio ( bella questa distinzione ), il genio riforma tecniche e contenuti, la santità fa passare nelle nuove tecniche l'ispirazione profetica e l'anelito sociale; un'anima nuova: la carità. Il messaggio del de La Salle pioniere dell'educazione popolare e dell'istruzione professionale in coerenza con le esigenze dei tempi rivive da oltre 50 anni nella Casa di Carità ispirata da Fra Leopoldo dei Minori realizzata da Fr. Teodoreto delle Scuole Cristiane e dai Catechisti dell'Unione del SS. Crocifisso, tradizione di fedeltà ad un messaggio cristiano e sociale destinato attraverso i tempi a portare ai giovani e ai lavoratori impegnati nel mondo del lavoro e dell'educazione professionale i segni e la fecondità della carità evangelica ».
Ritroviamo qui il duplice termine: educazione professionale, carità evangelica; quello che è sintetizzato nel titolo « Casa di Carità Arti e Mestieri ».
Fratel Teodoreto assunse questo impegno che il suo Fondatore gli aveva dato, seriamente.
Era un contadino, aveva la tempra del contadino, di quelli che sono abituati a lavorare duramente la terra per ricavarne i frutti, in una terra che era avara di frutti, e con questa sua tempra seppe andare avanti nella missione che Dio gli aveva affidato.
Fece la scuola, fu per molti anni direttore didattico di un vasto complesso scolastico qui in Torino, ebbe un'intuizione e si chiese: Mi devo accontentare di fare della scuola, mi devo accontentare di dirigere una scuola?
Il mio fondatore richiede da me altro, e attese fino a 36 anni per realizzare quel progetto che gli era balenato nella mente quando si trovava a Lembecq-lez-hal per il secondo noviziato.
Non voleva precorrere i tempi, voleva che Dio lo istradasse per quel cammino, non era lui che voleva essere il fondatore, non era lui che voleva essere l'iniziatore, perché iniziatore e fondatore era soltanto Dio.
Attese e Dio gli fece incontrare un'altra anima privilegiata qui in Torino, un povero Frate laico dei Francescani, cuoco nella Chiesa di San Tommaso, in via Pietro Micca.
Lo scambio che avvenne fra le due anime che si incontrarono haquesta testimonianza di Fr. Teodoreto: « L'incontro con Fra Leopoldo ha avuto per me l'efficacia di un corso di esercizi spirituali » e Fra Leopoldo gli disse senza saper che cosa Fr. Teodoreto avesse in mente: « Il Signore mi dice, faccia quello che ha in mente ».
Fu allora che Fr. Teodoreto incominciò, radunò dei giovani, li iniziò alla preghiera, alla preghiera apostolica impegnata, attraverso una formula trasmessagli da Fra Leopoldo: l'Adorazione alle piaghe di Gesù Crocifisso.
Questi giovani crebbero nella preghiera e a un certo momento la preghiera mise dentro di loro quell'ardore, quel fuoco che li spingeva a fare qualche cosa.
Dicevano: « Preghiamo per la Chiesa, preghiamo per i peccatori, preghiamo per le vocazioni sacerdotali, preghiamo per i defunti, preghiamo per i nostri parenti ( sono le varie intenzioni dell'Adorazione a Gesù Crocefisso ) ma che cosa facciamo?
È sufficiente pregare, immessi come siamo nel mondo?
Ed ecco che incominciano a spuntare negli animi di questi, i nostri Catechisti, delle aspirazioni a fare qualche cosa.
Pregare è bene, ma bisogna anche che la preghiera si trasformi in azione se vuole avere una realizzazione e allora chiesero a Fratel Teodoreto: « Che cosa dobbiamo fare? ».
Fr. Teodoreto, pur nella sua umiltà, non si spostò dal luogo in cui si trovava, non chiese dei particolari privilegi: capiva che quella missione che Dio gli affidava era perfettamente consona allo spirito del suo Istituto, fu un Fratello che visse fino in fondo la sua missione di educatore.
A 36 anni ebbe questa risposta: « Dica a Fr. Teodoreto che faccia quello che ha in mente » e Fr. Teodoreto incomincia.
La tradizione della scuola popolare gratuita era una tradizione già secolare nell'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane; sappiamo infatti che San Giovanni Battista de La Salle già nel 1699 fonda a Parigi una scuola domenicale, la chiama l'Accademia Cristiana per la Formazione Professionale » di tipo commerciale, industriale, agricolo, artistico degli artigiani e degli operai.
Cosa assolutamente inconcepibile in quel tempo, in cui la cultura doveva essere riservata ai pochi della borghesia.
Seguono altre istituzioni simili in altre città della Francia e, sull'esempio del fondatore, i Fratelli delle Scuole Cristiane aprono scuole diurne, festive e serali per la Formazione Professionale.
Precorrono i tempi, precorrono quelle che saranno le realizzazioni di grandi fondatori di Istituti religiosi.
C'è poi lo svolgersi nell'Istituto dei Fratelli di questi Istituti di formazione professionale.
1919: sono passati quasi 250 anni, Fra Leopoldo annota nel suo diario: « Per salvare le anime, per formare nuove generazioni si devono aprire Case di Carità per fare imparare ai giovani Arti e Mestieri ».
Quando sento questa frase, resto sempre molto meravigliato e mi dico: « Come poteva un frate laico, legato alle pentole della sua cucina, che passa la sua vita chiuso in un Convento a San Tommaso, senza nessuna relazione esterna, tranne quella di divulgare una preghiera che Dio gli ha ispirato, come poteva di mente sua dire: « Per formare nuove generazioni, per salvare le anime, si devono aprire Case di Carità per fare imparare ai giovani Arti e Mestieri »?, in una frase che condensa quello che era il genio di San Giovanni Battista de La Salle e quella che era l'ispirazione di Fr. Teodoreto: Case di Carità Arti e Mestieri?
La Carità intesa come amore alla base di un impegno per dare ai nostri fratelli che ne hanno la necessità una Formazione Professionale per guadagnarsi la vita.
I Catechisti, animati da Fr. Teodoreto, nel '25 aprono una scuola festiva di Formazione Professionale dedicata a quelli che già sono impegnati nel lavoro.
L'intuizione di Fr. Teodoreto era questa: i nostri collegi, molte nostre scuole sono frequentate da giovani della borghesia: questi hanno la fortuna di poter attendere allo studio, di potersi sistemare, ma quelli che vanno a lavorare non hanno tante possibilità.
Perché non sollecitare i Catechisti, che escono dalle nostre scuole con una formazione, perché diano di quello che hanno ricevuto nella scuola, ai loro fratelli che ne hanno più bisogno?
Forse è l'intuizione più caratteristica che contraddistingue l'Unione Catechisti e che dovrebbe contraddistinguere tutte le nostre scuole.
Dalle nostre scuole escono dottori, avvocati, ingegneri, geometri, ragionieri.
Accanto a loro, lo vediamo anche nella gioventù di oggi, ci sono giovani che non hanno possibilità di studio.
Fr. Teodoreto unisce questi due gruppi di giovani e dice a questi che sono più preparati: Datevi da fare perché anche questi altri vostri fratelli sappiano nella loro vita trovare una formazione che li nobiliti, che dia loro una possibilità di vita.
Incominciano con le scuole festive, poi alla scuola festiva si aggiunge la scuola serale, infine i corsi diurni nel 1948.
I corsi diurni teorico pratici si svolgono nel Centro denominato « Casa di Carità Arti e Mestieri ».
Tralascio tutte le difficoltà che erano sorte attorno a questa denominazione, non compresa da alcuni che trovavano non adatta questa espressione.
Ma noi dobbiamo guardare a quello che essa significa: una Casa di Carità, di donazione; la Carità è dare agli altri qualche cosa che ci appartiene.
Non è la carità di dare agli altri del denaro, ma dare noi stessi, dare del nostro tempo.
E nel 1950 in Corso Benedetto Brin 26, dove ci troviamo, viene inaugurata la nuova sede della Casa di Carità dei Catechisti dell'Unione che viene poi costituita in Ente giuridico di Associazione, a cui segue la Casa di Grugliasco.
Le considerazioni da esporre sarebbero moltissime tuttavia mi voglio fermare qui per ricordare quanto questa data sia per noi tutti, noi Fratelli, noi Catechisti, noi amici della Casa di Carità, una data che ci richiama delle cose importanti, ci richiama ad una missione.
Anche la vostra è una missione, anche voi che partite da Roma per venire qui compite una missione a cui Dio vi ha chiamato, anche per voi c'è una vocazione e alla vocazione segue sempre la missione e il tempo e l'interesse che noi dedichiamo a questa istituzione del nostro Fr. Teodoreto è il tempo che Dio annota perché è un tempo che dedichiamo non ad un'opera umana, ma ad un'opera divina, a un'opera che Dio ha voluto attraverso il nostro Fr. Teodoreto.
Loro sanno che sei anni dopo, il Cardinal Fossati di Torino volle iniziare il processo della causa di beatificazione, l'il gennaio del 1961.
La causa ebbe il suo iter qui nella diocesi di Torino; tutta la documentazione fu trasmessa a Roma e finalmente siamo arrivati alle soglie della dichiarazione dell'eroicità delle virtù di Fr. Teodoreto.
Ho voluto portare anche quello che è l'ultimo volume di questa causa che è la « Positio super causas introductione » e che non è che il riassunto di una serie di volumi, fatto da un Relatore il quale ha raccolto tutti gli elementi da presentare alla Congregazione per le cause dei Santi per la beatificazione di Fr. Teodoreto che speriamo avvenga presto.
Ci sono qui delle testimonianze come dicevo, che sono veramente rivelatrici: ne voglio leggere qualcuna in conclusione: « Fr. Teodoreto visse la sua vocazione di religioso educatore nella più intensa conformità allo spirito del suo fondatore, San Giovanni Battista de La Salle e nella più assoluta dipendenza dai suoi superiori anche se questo gli costò in talune circostanze l'eroicità dello spirito di martirio, ( chi scrisse queste parole era a conoscenza che non tutto era stato facile per Fr. Teodoreto: le difficoltà le aveva incontrate all'interno e all'esterno ).
Ai suoi Catechisti continuò a dire che il Fondatore dell'Istituto Secolare era San Giovanni Battista de La Salle e alla spiritualità del Santo li accostò e li formò consegnando al loro studio e alla loro meditazione gli scritti del Santo.
Il relatore poi dice: « La beatificazione del servo di Dio sarebbe di grande vantaggio per la Chiesa in Italia e nel mondo; egli era soprattutto un ottimo e molto serio religioso, severo con se stesso e con gli altri.
Nella vita religiosa, specchio della sua brama di santità, egli si impegnava a fondo senza chiedere o concedersi facilmente delle dispense.
Il servo di Dio era un grande uomo di preghiera sebbene abbia dovuto vivere fra mille attività.
Il servo di Dio fu un ottimo pedagogo pratico degno di ottenere un posto d'onore accanto a San Giovanni Bosco.
Le sue opere provano che la Chiesta cattolica era ed è sul campo della pedagogia particolarmente florida ».
Il seme deve ancora crescere; nel nostro cuore, c'è tanta speranza, tanta fiducia e per questo dobbiamo restare uniti ancora in questo clima di famiglia che abbiamo creato.
Assieme rivolgiamo la nostra preghiera a Dio e diciamo: « O Dio, che, per mezzo di Fratel Teodoreto, hai realizzato nel mondo della scuola, nel mondo della formazione, nel mondo del lavoro un'istituzione che continua il messaggio di San Giovanni Battista de La Salle e lo ripropone rinnovato in questa nostra civiltà, in questa nostra società, assisti, Signore, la Casa di Carità, fa' che in essa permanga lo spirito che Fr. Teodoreto ha voluto immettervi, concedi a noi Fratelli di essere fedeli al suo esempio e di cercare di imitarlo; concedi ai Catechisti che si impegnano in quest'opera la continuazione del loro spirito di sacrificio e di dedizione per realizzare quanto hanno ricevuto dal loro Padre fondatore, concedi ai nostri amici e collaboratori che tanto si interessano di noi la grazia di ricevere un vantaggio spirituale per le loro anime, per le loro famiglie, per la loro vita ».