Fr. Teodoreto educatore lasalliano, fondatore, …

B256-A2

Tavola rotonda tenutasi venerdì 17 maggio 1991, presso il Collegio S. Giuseppe di Torino

1. Introduzione del moderatore, Fr. Bruno Bordone

Cominciamo con il saluto lasalliano: Viva Gesù nei nostri cuori. Sempre!

Nello stile lasalliano, iniziarne la nostra assemblea ponendoci alla santa presenza di Dio e pregando: « Spirito Santo, che hai voluto donarci la testimonianza di Fratel Teodoreto, sii presente nella nostra assemblea con la tua illuminazione spirituale perché possiamo comprendere il messaggio spirituale di cui parleremo. »

Carissimi amici, benvenuti a questa celebrazione in onore di Fratel Teodoreto, elevato dall'autorità della Chiesa alla statura di Venerabile.

Invito il Fratel Visitatore a rivolgere a tutti il saluto ufficiale della Provincia religiosa.

2. Saluto del Visitatore, Fr. Vittorino Ratti

Il mio è il saluto di un « Fratello » che parla a nome di tutti i Lasalliani e che, dopo l'incontro di lunedì con Fratelli e Catechisti al Centro La Salle, oggi ha ancora la gioia di vedere riuniti tutti coloro che hanno conosciuto e amato Fr. Teodoreto.

Questo incontro, quindi, completa il momento celebrativo di lunedì scorso, coinvolgendo tutti coloro che si sentono Lasalliani, particolarmente uniti in questi giorni di gioia, di preghiera, di celebrazioni nel ricordo di Fr. Teodoreto per risentire più vivo il suo messaggio.

Messaggio che è poi quello di San G.B. de La Salle che continua nel tempo e che in questo secolo si è rivelato in maniera privilegiata nella nostra Provincia, incarnato in Fr. Teodoreto.

Gli interventi presenteranno in maniera esauriente la figura ricca di Fr. Teodoreto.

Seguirà la Santa Messa in ringraziamento al Signore per averlo suscitato tra di noi come modello.

3. Moderatore. Presentazione dei relatori. Un Fratello illustra il Venerabile come Fratello delle Scuole Cristiane

3.1. Dall'invito che avete ricevuto, siete venuti a conoscenza del programma di questa « tavola rotonda ».

Non lo ripeto per brevità.

Entrando in sala vi è stato consegnato un pieghevole con i dati essenziali della vita di Fr. Teodoreto.

Li dò per acquisiti come informazione fondamentale per recepire meglio gli interventi che seguiranno.

Dirò solo un pensiero, secondo me significativo.

Questo: per valorizzare nella giusta prospettiva Fr. Teodoreto, occorre essere come lui profondamente Lasalliani.

Nella Chiesa sono fioriti innumerevoli santi e ne fioriscono ancora.

Non li conosciamo tutti.

Però ci sono noti quelli fioriti nel nostro giardino, i cui nomi ormai ci sono familiari: i Fratelli Benildo, Miguel, Muziano, Arnoldo, Scubilion …

Questi li sentiamo santi « nostri », perché come noi figli del Fondatore.

Così deve avvenire per Fr. Teodoreto.

Molti di noi non lo conoscono, se però siamo Lasalliani ne sentiremo il fascino, oggi, che ci incoglierà a conoscerlo meglio come dono particolare di Dio alla nostra Provincia religiosa e in particolare a noi torinesi.

Questa celebrazione, quindi, vuoi essere l'inizio della scoperta di Fr. Teodoreto da parte della Famiglia Lasalliana.

Ci aiuteranno in questo compito tre persone che, sentirete, sono autentici figli spirituali di Fr. Teodoreto.

Sono: Fr. Gustavo, il dott. Domenico Conti e il dott. Vito Moccia.

Il tabellone appeso alle nostre spalle presenta i tre volti di Fr. Teodoreto: Fratello, fondatore dell'Unione Catechisti, testimone nella società di oggi.

Così ce lo presenteranno i tre oratori.

3.2. Fr. Gustavo Furfaro. Visitatore Ausiliare, ci presenterà Fr. Teodoreto come « Fratello », quindi come religioso, educatore, catechista.

Perché abbiamo affidato a lui questo compito?

Ve lo dico telegraficamente narrandovi una piccolo-grande storia.

Fr. Gustavo, allora Luigi Furfaro, frequenta per vie provvidenziali la scuola elementare di Santa Pelagia.

Siamo nel 1926. Il giorno della sua prima comunione, sul pianerottolo della scala di ingresso, il piccolo Luigi con i suoi genitori incontra Fr. Teodoreto.

Questi si intrattiene con papa e mamma, poi si rivolge a lui personalmente e gli chiede: « E tu, cosa farai da grande? »

Risposta pronta: « Il sacerdote ».

« E perché il sacerdote? », continua Fr. Teodoreto.

« Perché - risponde Luigi - i sacerdoti sono missionari ».

E Fr. Teodoreto senza scomparsi: « Ma anche i Fratelli sono missionari. Non ti piace la nostra vita? ».

Luigi ascolta e non sa cosa rispondere.

Ma da quel momento Fr. Teodoreto, che ha letto nel profondo della sua anima, non lo lascia più.

Lo segue lungo gli anni della scuola elementare e, giunto alla fine della quinta, eccolo puntuale a fare la sua proposta: « Allora, vuoi diventare Fratello? ».

Luigi risponde: « Sì! ».

Entra nel nostro seminario e Fr. Teodoreto lo segue negli anni della formazione fino al giorno della vestizione religiosa in cui Luigi diventa Fr. Gustavo.

Gli sarà accanto nelle tappe della vita apostolica in un 'intima comunione di vita.

Per questa sua conoscenza di Fr. Teodoreto, il Superiore Generale lo chiamerà alla carica di Assessore dell'Unione Catechisti, carica ricoperta per 30 anni.

Fr. Gustavo infine è anche vice-postulatore della causa di beatificazione di Fr. Teodoreto.

 Per questa sua profonda e filiale conoscenza del Venerabile, gli chiediamo di parlare di lui come « Fratello ».

L'intervento del Visitatore, Fr. Vittorino Ratti, nell'incontro celebrativo del Ven. Fr. Teodoreto.

4. Intervento del Visitatore Ausiliare, Fr. Gustavo Furfaro

4.1. In questo collegio S. Giuseppe, in cui Fratel Teodoreto trascorse gli ultimi 8 anni della sua vita, dal 1946 al 1954, è ancora vivo, in quanti l'hanno qui incontrato, il ricordo del suo silenzioso camminare nel corridoio, recitando il Rosario per fare assistenza ai ragazzi durante gli ingressi, le ricreazioni e le uscite, ed è bello che proprio qui si ricordi la dichiarazione fatta dalla Chiesa della eroicità delle virtù con decreto il 3 marzo 1990.

Per 30 anni postulatore in diocesi della causa di canonizzazione di Fratel Teodoreto, in un cammino veloce per simili procedure, ho avuto modo di addentrarmi nelle testimonianze rese al processo canonico e conoscere più profondamente Fratel Teodoreto, ricordato dai suoi Confratelli, dai Catechisti e da molti altri che l'avevano conosciuto.

4.2. La prima importante testimonianza venne dal Card. Maurilio Fossati, Arcivescovo di Torino, subito il giorno dopo la sua morte.

Così ha scritto: « La morte del Rev. Fratel Teodoreto mi ha profondamente addolorato: ringrazio il Signore che mi ha concesso di potergli portare una benedizione proprio alla vigilia del suo viaggio per l'eternità.

Quella benedizione ha voluto essere soprattutto un vivo ringraziamento per il grande bene compiuto dal caro Fratel Teodoreto in questa mia Torino, per cui il grave lutto che ha colpito la grande famiglia dei Fratelli delle Scuole Cristiane è anche lutto dell'Arcivescovo e della Diocesi Torinese.

Egli è andato in Paradiso per meglio celebrare domani la festa del Santo Fondatore Giovanni Battista de la Salle, ed essere più efficace intercessore presso Dio per i bisogni della sua Congregazione e delle sue benefiche Istituzioni.

Sulla terra ha sempre vissuto di Dio: ora vive in Dio.

L'amore di Dio è stato l'unico movente e motivo di tutto il suo fervido apostolato a favore della gioventù: far conoscere Iddio dagli altri per farlo amare, ecco il suo magnifico programma, che ha svolto con animo sereno, come se ciò fosse vita della sua vita.

Ora vive in Dio e prega per noi.

Nella prova dolorosa del momento la mia benedizione sia di conforto ai Figli del De La Salle ».

aff.mo M. Card. Fossati Arcivescovo

In altra lettera disse:

« Fratel Teodoreto è tra le figure più amabili che la bontà del Signore mi ha fatto incontrare durante questo mio lungo servizio nella Chiesa santa.

Fratel Teodoreto fu un impareggiabile maestro di ogni virtù cristiana e religiosa, ma soprattutto un modello perfetto di umiltà e di modestia, a tutta prova, sugli esempi del Divin Maestro Gesù, che ci invita ad imparare da lui ad essere miti e umili di cuore ».

4.3. È nota l'attenzione che la Chiesa pone nel far risaltare, nel processo di canonizzazione, le virtù teologali di fede, speranza, carità e le virtù cardinali, prudenza, giustizia, fortezza, temperanza.

Tutte vengono esaltate e riassunte nella caratteristica propria di ogni vita di santità che distingue i Santi canonizzati.

Questa caratteristica, per Fr. Teodoreto, fu la mitezza e l'umiltà di cuore.

All'invito di Gesù: « Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli », in una formula di santità davvero impegnativa, Gesù ci svela i tratti di questa perfezione nel dire: « Imparate da me, che sono mite ed umile di cuore! ».

Non è neppure questa una via da poco.

Fratel Teodoreto ha percorso questo cammino di santità « nella meravigliosa e importante vocazione di quanti collaborando con i genitori nello svolgimento del loro compito, e facendo le veci della comunità umana, si assumono il compito di educare nelle scuole », come dice il Vaticano II° nel Gravissimum educationis ( §5 ).

Questo testo è riportato in apertura del decreto sulla eroicità delle virtù di Fratel Teodoreto.

E subito ri-prende dicendo che Fratel Teodoreto, « con la vita e con le opere ha realizzato le suddette esigenze di mente e di cuore ».

E nel contesto di questo sguardo sulla vita e le opere, inserisce la caratteristica che ha segnato vita e opere: « nell'umiltà, e nel nascondimento ».

Le testimonianze di quanti hanno portato il loro contributo nel processo di canonizzazione mettono tutte bene in evidenza questa caratteristica.

Il Vescovo di Biella Mons. Carlo Rossi: « Una vita silenziosa, fatta di umiltà, semplicità, generosa dedizione, una morte serena ed edificante, che pose il sigillo ad una santità velata di modestia, piena di soavità ».

L'avv. Amedeo Peyron ( Sindaco di Torino, che aveva insegnato nelle scuole serali, accolto da Fratel Teodoreto ): « Sotto il manto di una modestia di eccezione e di umiltà profonda, nascondeva la tempra del lottatore per la gloria Dio, e dell'uomo che sa di che cosa il mondo ha bisogno ».

4.4. E fu la amministrazione cittadina che riconobbe in questo semplice, umile Fratello il valore di chi aveva fatto della sua vita un dono agli altri.

Fu infatti il comune di Torino che fece a sue spese i funerali di Fratel Teodoreto, che consentì la traslazione della salma dal cimitero, dalla tomba dei Fratelli, alla Casa di Carità il 27 febbraio 1959, e che denominò una via di Torino al nostro Venerabile il 2 settembre 1965, e sulla targa scrisse un semplice riconoscimento.

È stato questo il processo di … esaltazione che la società ha fatto a Fratel Teodoreto prima di quello canonico della Chiesa, che lo proclamerà, a Dio piacendo, « Santo! ».

La strada è iniziata bene: sta a noi cercare di fargliela percorrere fino in fondo invocandone la protezione per giungere al sospirato miracolo.

4.5. Ma riprendiamo ancora dal decreto: « Il Servo di Dio Fratel Teodoreto ha realizzato con la vita e con le opere, nell'umiltà e nel nascondimento, le esigenze di mente e di cuore, la intensa preparazione e soprattutto la continua ricerca per rispondere alle sempre rinnovate situazioni della Chiesa e del mondo nella evangelizzazione e promozione umana attraverso la scuola, e in particolare quella cattolica, per la santificazione della famiglia e per la redenzione degli emarginati e dei poveri ».

Mitezza ed umiltà di vita, nella costanza dell'impegno, che non lo isolarono dall'azione apostolica, ma lo resero ardito nella innovazione e nella realizzazione, seguendo quella via che è la grande novità donata alla Chiesa da S. Giovanni Battista De La Salle, del religioso educatore laico, che sale alla perfezione attraverso lo studio e l'insegnamento ai piccoli, nell'ascolto della Parola di Dio, e che lo portò a realizzare l'ideale della scuola cattolica: formare dei laici impegnati nella Chiesa e nella società.

Seguiva in questo la via indicatagli dal suo Fondatore: « Per vocazione voi siete chiamati a collaborare alla santificazione dei vostri alunni: siate dunque santi di una santità non comune, perché siete voi che dovete trasmettere la santità, sia col buon esempio, sia con la parola di salvezza che ogni giorno dovete annunziare loro » ( M. 39 ).

Nella sua vita di religioso e di educatore prese sempre le cose degne di attenzione sul serio, nella più assoluta unione con i suoi Superiori, anche se questo gli poteva costare, mantenendo le promesse della sua consacrazione a Dio, espresse nella formula dei voti: « Io mi consacro tutto a te per procurare la tua gloria, per quanto mi sarà possibile e tu lo richiederai da me ».

4.6. Fratel Teodoreto si santificò così, nell'ordinario del vivere quotidiano, con l'adempimento dei suoi doveri religiosi, nel nascondimento e nella serenità; con l'attenzione premurosa per i suoi Fratelli: fu chiamato per venti anni a dirigere il corso di esercizi spirituali di 20 giorni e di un mese ai giovani Fratelli; con lo zelo per le anime giovanili che seppe condurre a forme di impegno cristiano nella famiglia e nella società, e a forme di vita consacrata.

Fu semplice la sua vita di preghiera fondata sull'Eucaristia, su Gesù Crocifisso e la Vergine Immacolata.

Fu semplice nei propositi: realizzare in pieno la missione a cui Dio l'aveva chiamato.

Non ricercò vie astruse, ma condusse un cammino nella normalità della sua vita di Fratello, senza cercare cose straordinarie, con eroica costanza e con lo sguardo e il cuore rivolto a Dio.

4.7. Il Card. Anastasio Ballestrero ha scritto di lui: « Per convinzione intima e personale sono persuaso che il Servo di Dio ripresenterà ai giovani l'ideale di una consacrazione anche nelle attività umane e di un impegno apostolico, proporrà agli insegnanti religiosi e laici un modello di azione educativa nella scuola di squisita ispirazione evangelica che tende a consolidare e a far perseverare nel servizio della Chiesa e della società i giovani in essa educati ».

E aggiungo ancora la testimonianza che ne ha reso Don Egidio Viganò, Rettore Maggiore dei Salesiani: « La figura del Servo di Dio è di grande attualità: essa, ai giovani segna il cammino di una vita profondamente cristiana e apostolicamente dinamica; agli insegnanti, religiosi e laici, offre un modello di azione educativa nella scuola e oltre la scuola, nella vita della società; ai religiosi l'urgenza di promuovere efficaci attività apostoliche in collaborazione con i laici; a tutti lascia l'insegnamento che una intensa vita interiore fa scaturire e sostiene le più coraggiose iniziative per il bene del prossimo ».

4.8. La Chiesa ora con il riconoscimento della pratica delle virtù eroiche lo propone a modello e ad esempio.

Qualcuno potrà pensare che è un grande modello per i Fratelli e per i religiosi, ma per chi vive nella vita di famiglia con le preoccupazioni di lavoro potrà essere un protettore a cui rivolgersi e un esempio da ammirare.

No! Fratel Teodoreto ha qualcosa da dire ad ognuno di noi, qualunque sia il suo stato di vita.

Molti sono i suoi insegnamenti.

Ne lascio solo pochi che ci accompagnino nel ricordo di Fratel Teodoreto:

Servi Dio con pace e con pietà.

Ricordati che il nostro Dio è il Dio della pace.

Guardata con gli occhi della fede la vita è bella: bisogna mantenersi tranquilli, non affrettarsi ne affliggersi mai: mettere tutto nelle mani del Signore; Lui farà il resto … noi abbiamo fatto umanamente quello che si è potuto ».

È un messaggio di coraggio e di serenità che si fonda secondo le sue parole su Gesù Crocifisso: « Gesù Crocifisso è il libro della vita: prendiamolo ogni giorno e meditiamolo: ci insegnerà ogni verità ».

5. Moderatore. Il Venerabile nella testimonianza di un catechista

Anche per presentare il dott. Domenico Conti devo iniziare da una piccolo-grande storia.

Domenico frequenta la scuola di Santa Pelagia, ma non ha l'occasione di conoscere personalmente Fr. Teodoreto.

L'incontro con lui avverrà più tardi.

Siamo nel 1945.

Il soldato Domenico Conti è al fronte in Jugoslavia dove vive una terribile esperienza: è militare ma non vuole sparare, non vuole uccidere in un clima di odio che vuole vendetta e morte.

L'8 settembre si trova a Torino e vive lo sfacelo dell'Italia, lui già profondamente attratto dal problema sociale come dimostrerà poi assumendo impegni significativi.

Non sa a quale partito aderire. È in piena crisi esistenziale.

A chi rivolgersi? A chi chiedere consiglio?

Un giorno un'amica di sua madre dice: « Siamo stati al San Giuseppe e abbiamo parlato con il santo Fr. Teodoreto ».

Sente questo nome, ne è attratto misteriosamente e viene qui al San Giuseppe dove incontra Fr. Teodoreto.

Si sfoga, ma Fr. Teodoreto non risponde.

Gli chiede solo: « Sei libero oggi? ».

E alla risposta affermativa lo accompagna alla Consolata, dove si tiene il ritiro dei Catechisti dell'Unione.

Da quel momento la vita del giovane Domenico cambia.

Frequenta Fr. Teodoreto che gli prospetta la vita consacrata.

Egli accetta e diventa Catechista.

Presto è eletto Presidente Generale dell'Unione, carica che riveste tutt'ora.

Crediamo quindi che il dott. Conti sia la persona ideale per presentarci Fr. Teodoreto come « fondatore ».

6. Intervento del dr. Domenico Conti, presidente dell'Unione Catechisti, sul suo fondatore

Carissimi Fratelli e componenti della Famiglia Lasalliana, carissimi fratelli Catechisti, Rev.mi Sacerdoti e Religiose, Signore e Signori,

6.1. È con commozione che prendo la parola in questo ambiente in cui mi presentai per la prima volta al Venerabile Fr. Teodoreto per chiedergli aiuto in un momento drammatico della mia vita e del mio impegno di cristiano.

E fu allora e durante gli incontri che seguirono che oltre a ricevere luci preziosissime per le mie cose essenziali, incominciai a conoscere e poi a seguire il Fr. Teodoreto come padre e fondatore.

Il tema centrale che costituì il nucleo dei nostri incontri era il tema della volontà di Dio.

« Affezionarsi all'obbedienza per amore del divin modello Gesù Cristo fatto obbiendente fino alla morte e morte di Croce ».

Così mi parlò allora, così volle si scrivesse nel regolamento di vita dei membri dell'Unione.

Lui certamente fu l'uomo dell'obbedienza, che è il modo concreto di vivere secondo lo spirito di fede che, come è noto, è una delle componenti strutturali della spiritualità lasalliana.

6.2. Ma passiamo alla fondazione dell'Unione.

Nel 1904 le leggi Combes distruggono in Francia la realtà della educazione cristiana impartita dalle Scuole e dagli Istituti retti da religiosi.

Le proprietà vengono confiscate, alle persone consacrate viene imposta l'alternativa: o secolarizzarsi o emigrare.

Proprio come se si trattasse di nemici del popolo, della nazione e della cultura francese.

Nel 1906 Fr. Teodoreto è a Lembeq-lez-Halles, in Belgio, per il suo secondo noviziato presso la Casa generalizia trasferita con tutta urgenza da Parigi.

Ancora sotto il peso dei gravissimi provvedimenti ingiustamente subiti, i responsabili dell'Istituto raccomandano ai secondi novizi di impegnarsi per la perseveranza cristiana nel mondo degli allievi ed ex allievi.

Si avverte chiaramente che occorre formare un laicato cattolico preparato per il bene della Chiesa e della Società, un laicato che operi come fermento cristiano in ogni ambiente di vita e di lavoro.

Fu così che, meditando davanti a Dio le raccomandazioni dei superiori, Fr. Teodoreto concepisce l'idea di fondare un'associazione di giovani allievi ed ex allievi per aiutarli a vivere nel mondo una vita intensamente cristiana e animarli all'apostolato catechistico.

Per obbedienza ai superiori e coerentemente con la sua vocazione di educatore cristiano, ha così inizio la vicenda di Fr. Teodoreto « fondatore ».

Tuttavia passano lunghi anni prima che Fr. Teodoreto, tornato in patria, proceda nel concretare l'idea di Lembeq-lez-Halles.

Non vorrebbe incominciare e poi dover, poco dopo, abbandonare ogni cosa.

La causa da servire è troppo importante: ne va del frutto stesso dell'educazione cristiana.

6.3. Due sono le intenzioni per cui Fr. Teodoreto prega, spera e si adopra:

La prima è che la nuova associazione debba essere considerata punto di arrivo e di partenza per l'educazione cristiana impartita da tutta la scuola con l'impegno di tutta la comunità educante.

La nuova associazione dovrà essere uno sviluppo dell'opera educativa nella Scuola e non realizzarsi semplicemente come iniziativa parallela ad essa.

L'altra intenzione è che ogni cosa sia fondata su Gesù, fin dall'inizio.

« Fate in modo che i vostri giovani parlino sovente di Gesù, pensino spesso a Lui, non aspirino che a Lui, non respirino che di Lui ».

Non era forse questa una fondamentale direttiva del Santo de La Salle?

A un confratello che sosteneva che se si volevano attrarre i giovani all'attività catechistica sarebbe stato necessario offrire loro « ricreazione, sport, gare e competizioni, conferenze culturali, religiose, sociali … si dia molto ai giovani per chiedere loro qualcosa », così rispondeva Fr. Teodoreto: « Non questo vuole Gesù Crocifisso, da questi giovani ».

6.4. Una circostanza provvidenziale, legata alla diffusione di una pia pratica consistente nell'Adorazione a Gesù Crocifisso, porterà all'incontro di Fr. Teodoreto con Fra Leopoldo Maria Musso, francescano laico, autore della suddetta Adorazione.

I due Servi di Dio durante i loro incontri si animavano a vicenda nella pratica della vita evangelica incentrando ogni cosa, sia pure in diverso modo e con diverso stile, nel riconoscere in Gesù Crocifisso il salvatore universale, il cuore del mondo.

Finché apparve chiaro doversi procedere, per divina ispirazione, ad attuare l'idea concepita nel Belgio ponendo, come fondamento della nuova associazione di perseveranza, Gesù Crocifisso e la Vergine Immacolata.

Rendersi nella orazione aperto, disponibile all'azione di Dio e cooperante con essa e per questo leggere i segni dell'azione di Dio attraverso i responsabili, attraverso gli incontri, gli accadimenti interni ed esterni, i bisogni della Chiesa e della Società, le vicende dei giovani, degli umili e dei poveri, sono aspetti della visione di fede di Fr. Teodoreto come fondatore.

Così fu fondata la Pia Unione del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata.

Altra ripresa della tavola rotonda nel collegio S. Giuseppe.

6.5. Al centro del gruppo di giovani associati, al centro della loro mente e del loro cuore fu subito posto l'« Amabilissimo Signore Gesù Crocifisso ».

Così attesta il diario di un membro dell'Unione, morto in concetto di santità come novizio dei Fratelli delle Scuole Cristiane: « In queste dolci e care giornate dei Ritiri, passate in compagnia di Gesù, avvengono spontanei, importanti e affettuosi colloqui col Santissimo Crocifisso.

In quelle ore di raccoglimento, di silenzio, Gesù parla al cuore nostro e dice tante cose necessario a noi, alle nostre famiglie, alla nostra Unione.

Nel giorno del Ritiro, per noi così caro, si prendono le deliberazioni più importanti per il buon andamento della nostra vita, per quello dell'Unione e delle opere di zelo che noi vogliamo attuare.

È questa la nostra funzione più grande, più solenne; un giorno completo passato in compagnia del nostro Re ».

La fondazione operata da Fr. Teodoreto si realizzava come rifondazione di ogni cosa in Cristo, e come proposta di vivere per Lui, con Lui e in Lui ovunque e mediante ogni compito e attività.

Non è forse il Battesimo il nostro innesto in Cristo, il nostro essere sepolti nella sua morte, nell'amore di Cristo diventando membra del suo corpo?

Le adunanze settimanali della nuova associazione, che viene nel frattempo eretta come Pia Unione del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, si svolgono ai piedi del Signore in croce e comprendono la riflessione di gruppo sulla liturgia della domenica successiva e sulla riforma cristiana della vita, con lo scambio di esperienze, e si concludono con la pratica dell'Adorazione.

Presto si aggiungono i ritiri mensili e gli esercizi spirituali annuali.

Insieme, si aggiungono i catechismi nelle Parrocchie, i doposcuola, l'attività negli oratori: attività nelle quali i giovani si impegnano guidati da Fr. Teodoreto.

Poi si aggiunge la partecipazione come insegnanti nelle Scuole serali professionali tenute dai Fratelli delle Scuole Cristiane, sino alla realizzazione della Casa di Carità Arti e Mestieri, alla Messa del Povero e così via.

6.6. Fr. Teodoreto come « fondatore » si distingue nell'assecondare, nel sostenere, nell'incoraggiare; non appare affatto come colui che decide da solo, che impone, che critica e scarta l'operato altrui.

La vita dell'Unione, come quella dei singoli membri, non può essere limitata secondo Fr. Teodoreto nel puro ripetersi di determinati incontri e di attività, la meta è la pienezza della vita cristiana in termini di santificazione, è l'approfondimento e l'adeguamento dell'impegno catechistico educativo nei vari luoghi di vita e di lavoro.

Il regolamento di vita e l'organizzazione dell'Unione sono pensati per una formazione spirituale e un servizio apostolico che impegnano tutta la vita.

Un punto caratteristico di questo programma è costituito dalla ricerca dello stato di vita a cui Dio chiama, come componente fondamentale del processo e del progetto di educazione cristiana.

Sono gli anni di straordinaria fecondità: dall'Unione emergeranno tante vocazioni sacerdotali, religiose, matrimoniali e catechistiche, sia per l'Istituto dei Fratelli che per l'Unione.

Con il 1925 giunge l'invito di Mons. Giuseppe Gamba, Arcivescovo di Torino, di proporre ai giovani dell'Unione la pratica dei consigli evangelici nel mondo, cioè nella condizione di laici e secolari.

Fr. Teodoreto è pronto ad accogliere l'invito; lo seguono un primo gruppo di 12 Catechisti.

Si apre così una nuova stagione per l'Unione, incomincia cioè a essere una istituzione autonoma che con la « Provida Mater Ecclesiae » verrà approvata come Istituto Secolare.

Il governo dell'Unione passa nelle mani dei Catechisti.

In questo modo si dà luogo a una nuova esperienza di rapporti, non sempre facili, tra l'Unione Catechisti e l'Istituto dei Fratelli.

6.7. Per la prima volta nella storia dell'Istituto lasalliano, un'Associazione nata come opera di perseveranza e principalmente rivolta agli allievi ed ex allievi delle Scuole Cristiane, nata, cioè, come opera fondata dalle e nelle problematiche educative della stessa scuola, si trova destinata dagli eventi a porsi come continuità e sviluppo autonomi e come autonomo sostegno dell'opera educativa dei Fratelli.

D'ora in avanti i rapporti tra Fratelli e Catechisti andranno regolati da intese chiamate a essere le più ampie e più fraterne possibili al servizio della comune causa educativa.

L'azione di Fr. Teodoreto, più che mai in questa circostanza, si dimostra sollecita, generosa, illuminata: davvero paterna.

Non solo accetta il passaggio della responsabilità ai Catechisti, ma ne gode intimamente con tutta umiltà, e con il consenso dei superiori accetta l'incarico di Assessore Generale dell'Unione, con il solo voto consultivo.

6.8. D'altra parte Fr. Teodoreto, avendo inteso denominare i membri dell'Unione come « Catechisti », non solo esprime la fedeltà e la continuità al messaggio educativo lasalliano, ma ne rappresenta uno sviluppo.

Infatti i membri dell'Unione debbono essere Catechisti con la vita e con la dedizione di tutta la vita, Catechisti della « Vita » che è il Signore Gesù: con la testimonianza a Cristo Crocifisso re e salvatore, con la penetrazione cristiana in ogni ambiente di vita e di lavoro, con la parola occasionale e con quella organizzata, con l'aiuto per la formazione di coscienze cristiane di fronte agli eventi della società e della storia.

Fr. Teodoreto, in armonia con San Giovanni Battista de La Salle, vuole che la speciale consacrazione dei Catechisti, riconosciuta dalla Chiesa, si realizzi nel mondo e per mezzo del mondo, cioè mediante i compiti quotidiani, familiari, sociali, culturali ed ecclesiali propri dei laici e dei secolari, avvalendosi di tutte le circostanze e di tutte le legittime esigenze, sempre uniti a Cristo Crocifisso.

6.9. L'« essere fondatore » di Fr. Teodoreto si caratterizza per lo speciale rapporto con i suoi superiori e con il Santo de La Salle.

Furono infatti i superiori a spronare i secondi novizi del 1906 affinché si impegnassero per la perseveranza cristiana degli allievi ed ex allievi. D'altra parte, Fr. Teodoreto sottopose ogni suo disegno e ogni sua iniziativa ai superiori dell'Istituto, ricevendone continue approvazioni e incoraggiamenti, anche se non gli mancarono crocifiggenti incomprensioni da altre parti.

Egli operò sempre secondo quello che riteneva essere il suo dovere di religioso educatore, nell'interesse dell'opera educativa del suo Istituto.

Ne ebbe pure conferma straordinaria, conferma che egli accettò, pur sottomettendosi all'eventuale giudizio della Chiesa.

Basti pensare alle numerose comunicazioni tramite Fra Leopoldo.

Tutto ciò non gli fu di nocumento per il riconoscimento della eroicità delle virtù cristiane che egli praticò in vita.

I massimi superiori dell'Istituto non mancarono di riconoscere e di raccomandare l'Unione a tutte le Case dell'Istituto.

6.10. Singolare la posizione di Fr. Teodoreto.

Eroico nella virtù e fondatore, oppure fondatore perché fu eroico nella virtù?

A me pare si debba affermare che l'impegno di tendere alla pienezza della carità come Fratello, portò Fr. Teodoreto a essere fondatore di un'opera di perseveranza e che l'impegno per la fondazione lo aiutò a fiorire fino in fondo nella santità.

Ma la santità è dono di Dio ed è possibile soltanto per una vita animata dallo Spirito del Signore.

Dunque la fondazione dell'Unione è dono di Dio, è opera dello Spirito Santo offerto al mondo lasalliano per il servizio della Chiesa e della Società per l'aiuto educativo e formativo di tanta gente, specialmente per tanti giovani.

Questa è una delle singolarità della figura del nostro Servo di Dio che preghiamo e speriamo venga presto canonizzato.

Preghiamo e speriamo che la sua figura e la sua opera vengano convenientemente approfondite affinché se ne ricavi una luce nuova, un rinnovato entusiasmo, una vita nuova e feconda per la Famiglia Lasalliana e la missione educativa che le è stata affidata.

Con un'ultima considerazione occorre mettere in evidenza come il « diventare fondatore » di Fr. Teodoreto si radica in Cristo Crocifisso che egli amò e adorò intensamente tutta la vita, secondo le esortazioni di S.G.B. De La Salle: « Adorate le cinque Piaghe di Gesù Crocifisso.

Pensate che Egli le ha volute conservare nel suo corpo come segni gloriosi della sua vittoria sull'inferno e sul peccato, da cui ha salvato gli uomini con le sue sofferenze e con la sua morte » ( M. 23,2 ).

Fedele a tale orientamento, Fr. Teodoreto accettò di buon grado la « Divozione a Gesù Crocifisso », composta da Fra Leopoldo, e se ne fece diffusore presso le Case del suo Istituto, e si adoprò perché il suo Istituto ne accettasse la proprietà letteraria.

L'accettazione e la diffusione dell'Adorazione sono stati gli atti che hanno preparato la nascita dell'Unione.

Nella costante visione di fede nel Signore Crocifisso, Fr. Teodoreto trovò per sé e per i suoi Catechisti la strada che porta « alla conoscenza, all'amore, alla imitazione e all'unione con Cristo » ( RC II ).

Proprio come il Santo de La Salle insegnava come scopo dello spirito di fede.

Mi si consenta un'ulteriore testimonianza sulla disposizione inferiore di Fr. Teodoreto durante il tramonto della sua vita.

Si tratta di uno stralcio ricavato da una lettera indirizzata al suo direttore spirituale in data 22 giugno 1945.

« Rev.mo e carissimo Padre, continuo a cercare di star unito al Signore, come Lei mi scrisse il 21 maggio u.s., e di tenere come centro della mia vita spirituale Gesù Sacramento.

Egli mi ama infinitamente ed è giusto che io Lo ami il più possibile.

Sento però di non amarLo come dovrei, desidero di amarLo sempre più; abbia la bontà di aiutarmi con le Sue preghiere ad amarLo sempre più.

Cercherò di stare col capo sul petto di Gesù, abbandonandoGli l'opera dei Catechisti ».

Ai piedi di Gesù Crocifisso, contemplando l'intensità del suo amore per gli uomini e per ciascuno di noi, sempre unito alla Vergine Immacolata Madre dell'umanità redenta, Fr. Teodoreto realizzò la sua condivisione e partecipazione al sacrificio del Signore.

Ogni cosa a gloria di Dio misericordioso, per il bene del suo Istituto, per la salvezza e la santa vita di tanti giovani.

Che lo Spirito, che Gesù ci ha inviato a prezzo del suo sacrificio, ci aiuti affinché l'esempio e l'opera di Fr. Teodoreto trovi in tutti noi, mèmbri della Famiglia Lasalliana, la più illuminata accettazione e la piena corrispondenza.

La S. Messa netta cappella del collegio S. Giuseppe a conclusione dell'incontro.

7. Moderatore. Un catechista su Fr. Teodoreto, testimone delle attese sociali del nostro tempo

Il dott. Vito Moccia, presidente della Casa di Carità, ci presenta Fr. Teodoreto sotto l'aspetto di « testimone del nostro tempo » quale Iniziatore di una presenza profetica nel mondo operaio attraverso la Casa di Carità.

Il dott. Moccia stesso vi dirà come ha conosciuto Fr. Teodoreto.

Noi sappiamo che da lui ha recepito due messaggi.

Innanzitutto quello relativo al mondo operaio, accettando sin dagli inizi di contribuire come insegnante all'affermarsi della Casa di Carità; e poi lui, sposato, il messaggio relativo alla spiritualità di Fr. Teodoreto nella famiglia, nella santificazione del matrimonio.

Lasciamo a lui di presentarci l'aspetto sociale del volto di Fr. Teodoreto.

8. Intervento del dr. Vito Moccia. Fr. Teodoreto e la Casa di Carità Arti e Mestieri

8.1. Mi trovavo in una classe di questo collegio nel 1947, e alla cattedra vi era un fratello anziano, da me sconosciuto, che ci faceva assistenza durante l'entrata.

Da bravo studente discolo, ero tutto preso nel tentativo di individuare in quel fratello supplente possibili elementi di canzonatura da scambiare con i compagni.

Senonché il fratello, facendoci mettere in piedi per la preghiera, si alzò e disse con gravita queste poche parole: « Per concentrare in Dio la nostra attenzione durante la preghiera, alziamo lo sguardo al Crocifisso ».

Quelle parole le percepii dense di carica spirituale, come se provenissero da una sfera ultraterrena.

Ogni mia velleità di distrazione cadde e, profondamente colpito, ebbi la rivelazione dell'uomo di Dio.

Quell'insegnante era Fratel Teodoreto.

8.2. Pongo questo episodio semplice, anche se per me altamente significativo, come punto di partenza per il tema che sto brevemente delineando, poiché nel messaggio di Fr. Teodoreto anche la Casa di Carità Arti e Mestieri risulta scaturita dall'amore a Gesù Crocifisso, o se vogliamo essere più espliciti, direttamente da Gesù Crocifisso secondo la testimonianza che Fr. Teodoreto ha ricevuto dal Servo di Dio Fra Leopoldo.

Invero il 24 novembre 1919 vi è la prima menzione della Casa di Carità Arti e Mestieri nel Diario di Fra Leopoldo, riferita a Gesù Crocifisso con queste parole: « Per salvare le anime, per formare nuove generazioni, si devono aprire Case di Carità per far imparare ai giovani Arti e Mestieri » ).

Fra Leopoldo annota che ciò avvenne mentre praticava l'Adorazione alle cinque Piaghe, e precisamente l'adorazione della Piaga della Mano sinistra.

8.3. Fratel Teodoreto subito ne accredita e ne sostiene l'istituzione, ed è tra i membri del comitato costitutivo.

In tal modo viene sempre più determinandosi e realizzandosi l'interesse, meglio direi lo zelo di Fratel Teodoreto per la formazione umana e cristiana dei giovani lavoratori.

Si direbbe che lui, nato tra i vigneti e con radici tra la gente rurale, nel lasciare i suoi colli per dedicarsi alla educazione dei giovani, si avvicinasse alla grande città industriale con l'aspirazione nel cuore di operare per l'educazione degli uomini della fabbrica, in primo luogo dei giovani lavoratori, per apportarvi la linfa di vitalità cristiana così abbondantemente attinta nella sua terra.

Queste sue intenzioni e aspirazioni traspaiono chiaramente da quanto il Venerabile Fr. Teodoreto ha scritto a proposito della Casa di Carità, con riguardo alle scuole per operai: Elevare nello spirito gli operai, avviarli agli ideali della fede, ponendo con ciò solidi fondamenti alla soluzione del problema sociale, fu sempre una delle premure dei dirigenti cattolici, l'assillante cura della S. Chiesa.

Notisi in questo passo, che per noi è fondamentale per intendere il pensiero di Fr. Teodoreto non solo sulla formazione professionale, ma altresì sulla natura e sulle finalità della Casa di Carità, come l'elevazione morale dei lavoratori sia posta in stretta connessione con la soluzione del problema sociale, pertanto in una prospettiva culturale e operativa di grande apertura alle questioni critiche del tempo in cui viviamo e di intelligente attenzione ai segni di tale tempo.

Ma continuiamo la lettura di questo importante brano di Fr. Teodoreto: Molti sforzi in tale senso furono compiuti anche dai Santi istitutori di Congregazioni Religiose date al fine speciale dell'educazione professionale dei giovani, come S. Giovanni Battista de La Salle e S. Giovanni Bosco.

Se non che, l'opposizione e l'odio furioso delle sette e dei partiti anticlericali hanno sempre ricacciato nel tempestoso alto mare la soluzione desiderata: molto sangue fraterno fu sparso, e tinse anche alcune vie di Torino nel 1919-20, senza che le ingannate masse operaie trovassero finalmente la via buona.

Si sentiva da tutti i migliori, come si sente ancor oggi, la necessità di educare operai e dirigenti ai principi del Santo Vangelo e alle regole sociali emanate dai Sommi Pontefici.

8.4. Questi passi ci guidano a meglio intendere il pensiero di Fr. Teodoreto.

Ma il suo apporto più rilevante, per la formazione dei lavoratori, egli l'ha dato in concreto come educatore nelle scuole per operai, e come artefice per la loro istituzione.

Fr. Teodoreto, sin da quando era direttore delle scuole di S. Pelagia negli anni 1910-15, apre nei relativi locali, cioè in via S. Massimo 21 bis, la Scuola Serale Operai allo scopo di aiutare gli operai e i giovani impiegati.

Questa scuola serale è come un'anticipazione di quelli che saranno i primi corsi della Casa di Carità, iniziati, sempre nei locali di S. Pelagia, il 18 ottobre 1919, dopo le rivelazioni di Fra Leopoldo.

Questi corsi, successivamente trasferiti nella nuova sede di c.so Trapani 25, daranno luogo all'Istituto Arti e Mestieri, considerato da Fr. Teodoreto come una delle fioriture dell'Opera stessa della Casa di Carità.

Qualche anno più tardi, nel 1925, i Catechisti, animati da Fr. Teodoreto, aprono una scuola festiva di formazione professionale, presso la Parrocchia di Nostra Signora della Pace, alla Barriera di Milano, scuola che verrà in seguito denominata Casa di Carità.

Nel 1929 la « Casa di Carità - Scuola Professionale Festiva e Serale » si trasferisce in Via Feletto 8, la cui sede è acquistata con il generoso concorso degli abitanti del rione.

Il 29 giugno 1947 Fr. Teodoreto alla presenza del Card. Maurilio Fossati, firma la pergamena per la posa della prima pietra al costruendo edificio della Casa di Carità in C. so B. Brin 26.

Nel 1950 hanno inizio i corsi diurni nella nuova sede, oltre a quelli serali.

8.5. Fr. Teodoreto pertanto ha incoraggiato e sostenuto i catechisti per la realizzazione dell'opera, attraverso la sua corresponsabilità animatrice e didattica.

Sino alla morte prega e si adopera affinché si mantenga la gratuità in favore degli allievi, nonostante i costi ingenti.

Anzi stimola i catechisti a invocare aiuti da destinare, sotto forma di borse di studio, per favorire la frequenza anche da parte dei giovani più bisognosi.

Fr. Teodoreto ritiene che l'acquisizione di una capacità di lavoro mediante una adeguata formazione debba considerarsi un traguardo cui tutti possano pervenire.

8.6. Esaminando più a fondo qualche elemento costitutivo della Casa di Carità osserviamo che si tratta di una nuova edizione di scuola cattolica.

Essa apporta una rinnovata testimonianza cristiana mediante il lavoro, nella costruzione di un mondo nuovo.

Gli elementi salienti, sempre sostenuti da Fr. Teodoreto, sono:

- il titolo, sintesi dello spirito e delle finalità dell'Opera;

- la gratuità della frequenza;

- l'idea e la necessità di una sempre più vasta cooperazione per aiutare i giovani, specie i più bisognosi, a diventare soggetti responsabili della vita sociale ed economica;

- la prospettiva di permeare, specialmente gli ambienti ove si lavora, di amore e di solidarietà, di giustizia radicate in Cristo, imparando a crescere nel rispetto della dignità di persona che è in ogni uomo.

Il titolo di Casa di Carità Arti e Mestieri, sempre propugnato da Fr. Teodoreto, continua ad essere, alla base della tradizione lasalliana, una sorgente di ispirazione educativa.

Invero, essendo Casa, la scuola si propone quale ambiente familiare, che valorizza l'allievo come soggetto di lavoro e di vita.

E questa Casa è di Carità, poiché viene indicato nell'amore di Cristo il fondamento di ogni attività e rapporto umano.

Ed essa è per le Arti e i Mestieri, perché la solidarietà in Cristo trasforma il lavoro e la produzione in servizio per lo sviluppo dell'uomo e della società, umanizzando le realtà in cui si vive.

Il titolo dell'opera appare pertanto anche sorgente di multiformi rapporti e relazioni sociali ed ecclesiali, e stimolo incessante ad avvalersi degli stessi cambiamenti tecnologici ed organizzativi quali mezzi per un'educazione globale dell'uomo al lavoro.

In questo contesto, l'obiettivo specifico della formazione, cioè il conferimento di una professionalità, viene perseguito non solo come preparazione tecnica, ma come capacità di un inserimento, non statico, ma in movimento e in cammino, nel mondo del lavoro, nella società e nella stessa vita ecclesiale.

Ciò avviene perché in tale professionalità vi è la confluenza, esplicita e mirata, non solo della componente tecnica, ma di quelle politiche, sociali, economiche, culturali ed etico-religiose, implicate o connesse con il fenomeno produttivo di beni e di servizi.

8.7. La salma del Ven. Fr. Teodoreto giace tuttora nella sede di Torino della Casa di Carità Arti e Mestieri in mezzo ai giovani lavoratori che Egli ha tanto amato e che ha voluto servire secondo l'amore di Dio.

Oltre alla sede di Torino, la Casa di Carità ne annovera un'altra a Grugliasco, presso la locale scuola dei Fratelli delle Scuole Cristiane, ed è grazie al loro aiuto e alla loro generosità che questo secondo centro ha potuto essere realizzato nel 1974.

I Fratelli delle Scuole Cristiane sono parte integrante della Casa di Carità, eretta giuridicamente nel 1969 in Associazione con personalità giuridica, i cui soci fondatori sono appunto l'Unione Catechisti e la Provincia di Torino dei Fratelli.

L'attività formativa attualmente svolta nei due centri si articola in 51 corsi, diurni o preserali, per un totale di 1.173 allievi, e con l'impiego di 200 persone di cui 166 docenti.

È all'esame l'apertura di una terza sede, in Veneto, a Spin di Romano, presso l'Istituto dei Fratelli « Villa Santa Maria ».

8.8. Le qualità morali del Ven. Fr. Teodoreto, indicate nel tema che stiamo trattando, emergono con particolare nitidezza e splendore riferendole all'opera da lui svolta nella formazione professionale.

In tale ambito si è ampiamente dispiegata la sua vocazione di educatore lasalliano, e con uno zelo per la promozione umana e religiosa dei giovani lavoratori tipicamente ispirato al De La Salle.

E come il De La Salle, egli ha esplicato l'alta e impegnativa missione di fondatore, poiché è stato l'apostolo della Casa di Carità, uno dei primi sostenitori delle ispirazioni di Fra Leopoldo, l'animatore dei catechisti, che aprirono la scuola professionale serale, e che egli coadiuvò con la sua competenza sul piano didattico, e con la sua forza inferiore perché si perseverasse nel mantenere la gratuità dei corsi.

Soprattutto egli è stato testimone del nostro tempo, poiché ha saputo intuirne e raccoglierne i segni più significativi per la formazione dei giovani lavoratori, dando in tal modo il suo apporto nell'opera volta alla soluzione della questione sociale.

L'ultimo mirabile documento in materia del Magistero, la « Centesimus annus », indica, tra gli altri elementi che possono concorrere in modo proficuo alla promozione umana e allo sviluppo, la proprietà della conoscenza, della tecnica e del sapere, nonché il ruolo esercitato dalle capacità di iniziativa e di imprenditorialità del lavoro umano.

Su queste essenziali tematiche la Casa di Carità Arti e Mestieri ha impostato il cammino sin dal suo primo sorgere, sotto la guida e l'animazione di Fr. Teodoreto, il testimone umile ma acutissimo delle odierne aspettative della Chiesa e della società, che il Magistero ci ripropone.

9. Conclusione del moderatore

Quelli di noi che hanno conosciuto Fr. Teodoreto, hanno sentito rifiorire la sua figura in maniera più completa.

Tutti, anche chi non lo conosceva, si sono visti aprire una nuova prospettiva di vita e di santità.

Lasciamoci, a conclusione di questo incontro, con un sentimento di riconoscenza verso il Signore che ha suscitato tra di noi Fr. Teodoreto come modello: per noi Fratelli, per voi Catechisti che lo venerate come padre spirituale, per voi tutti laici lasalliani impegnati come Lui a vivere il carisma del De La Salle.

Questo è il mio voto augurale.

Vi invito a trasformarlo in supplica a Dio nella Santa Messa celebrata dai sacerdoti ex allievi di Fr. Teodoreto.

Chi ottenesse grazie e favori attribuiti all'intercessione del Ven. Fr. Teodoreto è pregato di farne relazione scritta da inviare all'Unione Catechisti.