Per New York miserere nobis

B283-A1

Riccardo Mottigliengo

L'atto di terrorismo che ci ha sorpresi nella nostra quotidianità ci richiama a una nuova presa di coscienza della nostra "miseria" umana.

La scienza, la bio-tecnica, la comunicazione etc., che ci offrono una vita servo-assistita sono frutti troppo modesti per il fine a cui è destinata ogni creatura.

Le immagini ci mostrano una realtà umana che va dai lacrimoni di un bimbo denutrito al fermento frenetico di Wall Street.

Dai chador afghani alle letterine nostrane.

Ci stiamo rendendo conto che esiste un diluvio di violenza latente.

Corpo e spirito per i credenti di tutte le parti sono le componenti essenziali della persona umana.

Non ci convince che il corpo sia trattato come meccanica e carrozzeria di un auto o lo spirito come rombo del motore.

L'utilitarismo e l'interesse sono caratteristiche di un uomo in fondo ancora pieno di necessità materiali e prigioniero della conseguente legalità che è costretto ad autoimporsi.

La gratuità e la fiducia e soprattutto la compassione non rientrano ancora nella ricerca scientifica o economica.

Tutto questo e molto altro è stato percepito, come miseria umana, da un monaco trappista, confessando ogni giorno per tanti e tanti anni.

Ecco, di seguito, la lettera che ha inviato ai suoi amici 4 anni fa.

Dio è ,comunque, grande e misericordioso per Mussulmani Cristiani ed Ebrei seriamente credenti e per queste persone la pace e l'incontro non è un problema.

Non può essere così per coloro che sono pseudo-Mussulmani, pseudo- Ebrei e pseudo-Cristiani .

Leggiamo la lettera e ascoltiamo l'invito di questo vecchio monaco pensando all'Amore di Gesù Crocifisso.

14 febbraio 1997

Caro amico,

voglio farti sapere che sono in un momento che potrebbe dare una svolta alla mia attività di vecchio novantenne.

Il Signore sta cambiando il modello delle persone che vengono a confidarsi.

Aumenta di giorno in giorno il numero di coloro che vedo per la prima volta: si aprono sul mondo sconvolgente dei loro guai e mi fanno intuire che forse non riescono a capire in profondità la miseria che ciascuno porta come conseguenza della propria storia personale.

Ecco la svolta. Mi rendo conto che c'è più miseria di quella che conoscevo e quindi mi sento chiamato:

1) a dedicare più tempo a questi miseri

2) a mobilitare i miei amici, come te, a sostenere questo mondo con la loro preghiera.

La liturgia ci offre questa invocazione: Santa Maria succurre miseris.

Ti propongo di inserire nella tua giornata due momenti, una volta al mattino e una volta al pomeriggio per recitare questo tema:

1. Santa Maria succurre miseris

2. una Ave Maria

3. invocazione: il Signore è grande e misericordioso.

Questa ripetizione, due volte al giorno, è un modo di sentirci uniti nella nostra amicizia.

Il Signore ce l'ha donata come mezzo per essere Chiesa e fare Chiesa: pensare agli altri e in particolare a coloro, specialmente sacerdoti e religiosi, che debbono sopportare il peso della loro solitudine.

Grazie di questo aiuto!

Ogni confessione è sempre un avvenimento e mi rendo conto che, anche quando non capirò più niente mi resterà ancora questo ritornello che sempre vado ripetendo come conclusione ad ogni penitente:

il Signore è grande e misericordioso

Filiberto