Ricordo di Elda Nalesso |
B301-A10
( Torino * 22. 7. 1922 + 7.1.2009 )
È ritornata alla Casa del Padre la prof.ssa Elda Nalesso, e La ricordiamo per la sua eminente figura di apostola laica della Chiesa torinese, di altissima spiritualità, e per l'impegno profuso per tutta la vita nella testimonianza di Cristo, avendo ricoperto delicate mansioni, quali presidente diocesana della Gioventù Femminile di Azione Cattolica, membro di Consigli Pastorali Diocesani, e incaricata di varie incombenze.
Particolarmente sensibile ai problemi sociali e di ordine morale, è stata consigliere comunale di Torino, e ha dato il suo appassionato e qualificato contributo per la difesa della famiglia e dell'indissolubilità del matrimonio in occasione del referendum sul divorzio.
Guida spirituale per tante giovani e per varie persone di ogni grado e condizione, ha svolto la sua attività professionale di insegnante in materie letterarie nelle scuole medie, come adempimento di una missione educativa.
Ma il profilo più genuino della sua spiritualità trapela dalla magistrale omelia tenuta da mons. Giuseppe Pollano alle esequie, che riportiamo, da cui emergono profonde riflessioni ad elevazione di ognuno di noi.
Fruiamo della grazia di vivere un'ora intensa nella quale questo nostro presente visibile si incontra con l'invisibile Presente di Dio, mentre preghiamo per Elda avendo nel cuore un misto di rimpianto e sofferenza, ma soprattutto fede e speranza e amore.
Una vera ora di Dio.
Questa grazia sia con tutti voi.
Anticipiamo per un attimo il nostro momento di incontro con Dio misericordioso, e affidiamoci alla sua paterna bontà.
Sempre quando ci troviamo di fronte alla morte noi siamo, nella fede, provocati da questa parola di Dio, e ci viene da dire, cari fratelli: beati quelli di cui Dio può dire che si è glorificato in loro.
Beati quelli che hanno vissuto la vita in modo tale che il Signore ha potuto ripetere in loro la gloria del Padre.
Questo è il destino di tutti i battezzati, ma vivendo in un'epoca tanto distratta e tanto smemorata, dobbiamo davvero renderci conto di quale grazia sia l'aver potuto vivere una vita che pur con le sue limitatezze e le sue fragilità - nessun essere è senza peccato - può concludersi in armonia con la vita di Cristo Signore.
"Per questo sono venuto a questa ora: Padre, glorifica il tuo nome" ( Gv 12,27-28 ).
Ecco l'eterna frase di Gesù che dovremo poter dire concludendo il cammino terreno: "Padre, ho glorificato il tuo nome".
E quando si celebrano esequie, come oggi, non sempre si può avere questa autenticità.
In chiesa ci vengono ancora molti, come adesso, ringraziamo Dio, ma non di tutti purtroppo si può dire: ha realizzato questo Vangelo.
E noi oggi siamo qui a rendere grazie per poterlo invece dire facendo memoria terrena di Elda: vivere per il Signore.
Che non è soltanto vivere con il Signore, è di più, è quando il Signore diventa il fine esplicito della vita.
E per Lui si opera, si fatica, ci si impegna, ci si spende.
È questa la memoria che stiamo facendo oggi.
Certo Elda si è offerta a Dio, fin dalla piccola età: ricordo una sua immaginetta dove stava scritto, da Beniamina dell'Azione Cattolica, la celebre frase di quei tempi: "morire ma non peccare".
Era un pensiero da bambina?
In parte sì e in parte no.
Era già un segreto di vita.
Ecco la vita di cui rendiamo grazie al Signore.
Una vita semplice come dev'essere la vita cristiana senza rumore, senza volontà di apparenza, una vita che serve con semplicità.
"Io sono in mezzo a voi come uno che serve" ( Lc 22,27 ): ci ha lasciato Gesù come traccia per vivere.
Lei ha avuto delle responsabilità importanti, abbiamo qui a concelebrare don Giorgio di quando l'Azione Cattolica era quello che era, veramente un ambiente ricco di santità, di impegno forte, di formazione robusta, di cui ancora oggi vediamo le tracce.
Lavoro dunque che si vedeva, ma non era questo che le stava più a cuore.
Le stava più a cuore quel lavoro di dentro che solo Dio vede e che poco a poco congiunge una creatura a Lui.
Ora noi la possiamo sperare nella beatitudine di chi è con Dio.
Ma ricordate, fratelli, che questa non è una beatitudine che si improvvisa, proprio no.
Di fronte alla vita infatti possiamo avere due atteggiamenti molto diversi: o si vive per procurarsi dei beni, senza curarsi di arricchire di fronte a Dio, o si vive per prepararsi al Bene che è Dio stesso.
Capite la differenza!?
Certo di beni ne abbiamo anche bisogno in questo mondo, ma non si vive per procurarsi dei beni che passeranno o stanno passando tutti, si vive per prepararsi al Bene.
E questo vivere una preparazione all'Eterno è tutt'altro che facile: fatiche, difficoltà, distrazioni, affanni; è la storia del seme tra le spine che qualche volta può essere soffocato.
Invece no.
Se pur con fatiche indubitabili, con sofferenze, con qualche passo difficile, ecco, Elda ha vissuto preparandosi e aiutando molti altri a prepararsi.
Nessuno di noi vive per se stesso: anche questa è una di quelle frasi che penetra in noi - "spada a doppio taglio", Parola di Dio - e ci rimette tutti in questione.
È proprio vero che io, prete, non vivo per me stesso?
Spero di sì, spero di sì, ma posso far meglio, non c'è dubbio.
"Nessuno vive e nessuno muore per se stesso, se noi viviamo, viviamo per il Signore.
Se noi moriamo, moriamo per il Signore" ( Rm 14,7-8 ).
Che splendida descrizione della vita!
E anche questo possiamo applicarlo senza fatica all'esistenza di lei: "Sei vissuta per il Signore. Sei morta per il Signore. Sei stata dunque la giustizia di Dio".
Oggi può essere raro, ma è tanto più preziosa perché è di Dio.
Tutti ci presenteremo al suo tribunale.
Che beatitudine anche questa!
Quando presentandoci a Dio e parlando con Lui della nostra vita finalmente nella piena verità e nella piena giustizia, noi potremo sentirci dire: "Vieni benedetto, benedetta, entra nel regno e nella gioia del Padre".
Che beatitudine!
Certamente è stata la sua.
La parola "tribunale"ci fa sempre un po' impressione.
Ma riguarda il confronto con Dio, per cui diventa come uno specchiarsi in Lui, perché abbiamo cercato di vivere facendo la sua volontà; quindi quel Tribunale diventa una dolcezza, diventa una grande ricompensa, diventa il senso.
Ci sono persone che non si inginocchiano mai, altre che si inginocchiano qualche volta, data l'occasione, ci sono persone che vivono internamente sempre in ginocchio davanti a Dio, come dicevano i Padri della Chiesa: vivi in ginocchio davanti a Dio.
Al momento giusto, dignitosi, fermi, veritieri, dunque in nessuna maniera servili, ma dinanzi a Dio in ginocchio.
Perché Dio è Dio! Vivere adorando.
Ringraziamo che Elda sia vissuta cosi, in modo umile ma certamente molto esemplare.
Lei sta pregando per noi, non c'è dubbio, sicurissimamente.
Con quell'amore tanto più grande che viene in noi quando vediamo le cose con Dio.
Noi preghiamo per lei: nessuno passa nel mondo senza peccato, solo Maria è immacolata.
Noi preghiamo per lei, ma lei prega per noi, perché queste semplici frasi essenziali della Scrittura siano quelle che descrivono di fatto giorno per giorno, nella fatica, nella preghiera, nell'iter, insomma, la nostra vita.
Allora ecco l'ora intensa dove cielo e terra sono strettamente uniti, "come in cielo così in terra" qui si che …
Che non sia un'ora che passa, ma che ci lasci in cuore al di là di un saluto che certamente c'è, tra le lacrime, e il sorriso, la certezza che la figura di questo mondo passa e che ci ritroveremo in quello celeste nello Sguardo che non finisce: allora avremo capito la Vita.
Lei l'ha capita molto bene, e non posso non ricordare che l'ha capita profondamente in Maria, della quale era, non dico devota, sarebbe una parola povera, ma appassionata.
Ci affidiamo dunque a Maria, alla sua preghiera e continuiamo nella fede.
Caravaggio. Madonna dei pellegrini ( particolare ).
Roma, Sant'Agostino, cappella Cavalletti.
1 La suddivisione in paragrafi e le titolazioni sono opera della redazione, per agevolare l'individuazione delle ricche riflessioni.