Matrimonio e famiglia oggi in Italia |
Il matrimonio e la famiglia sono oggi investiti dal processo di trasformazione che è in atto nella società, anche in quella italiana, e che interessa ogni valore ed istituzione.
Per rendersene conto, è opportuno confrontare la famiglia di ieri con quella di oggi.
I termini del confronto sono discussi sul piano dottrinale e sperimentale con metodi propri da diverse scienze dell'uomo.
Ieri la maggioranza delle famiglie viveva in zone rurali; la famiglia era patriarcale, cioè basata sull'autorità del capo-famiglia; era estesa nei rapporti; numerosa nei figli; centro di produzione economica; stabile soprattutto per l'integrazione nel sistema sociale, con una certa tendenza a sottovalutare gli aspetti soggettivi, volontari e affettivi.
Oggi la maggioranza delle famiglie si sposta nelle zone urbane; la famiglia tende a basarsi sulla parità giuridica dei coniugi, pur nella differemza dei loro ruoli; è, come si usa dire, nucleare; è ridotta nel numero dei figli; è centro di consumo dei beni economici, ottenuti con il reddito di un lavoro compiuto fuori casa; è maggiormente fondata sulla libera scelta dei nubendi, con preminenza degli aspetti affettivi e volontari j nei quali, più che nel sistema sociale, cerca di radicare la propria stabilità.
Con una formula riassuntiva si è soliti dire che la trasformazione della famiglia dipende dal passaggio da una società prevalentemente agricola ad una società prevalentemente industriale ed urbana.
Non possiamo, tuttavia, dimenticare che molteplici e non omogenee sono le situazioni in una società, come quella italiana, in cui sono presenti zone con diversi gradi di sviluppo industriale e con diverse caratteristiche culturali.
Ci sembra opportuno ricordare alcune cause e alcune conseguenze della trasformazione della famiglia.
Consapevoli delle difficoltà che la stessa indagine scientifica incontra nella sistemazione dei numerosi elementi della situazione, ci limitiamo a ricordare alcuni aspetti che hanno un rilievo particolare dal punto di vista religioso e morale.
Il processo di crescita demografica, che si è determinato nel nostro secolo, ha avuto e continua ad avere un'influenza profonda sui problemi della famiglia.
La diffusione del modello di famiglia con limitato numero di figli, l'acuirsi del problema della procreazione in ogni suo aspetto, la prevalenza delle preoccupazioni educative su quelle procreative, non si potrebbero spiegare senza tener conto dell'incremento demografico.
Il fenomeno dell'industrializzazione è un'altra causa fondamentale.
Esso ha prodotto conseguenze sul piano economico, sociale e culturale, che interessano la famiglia, quali le tensioni all'interno del sistema produttivo, l'aumento dei consumi, l'urbanesimo, l'accentuata mobilità sociale, le migrazioni all'estero e quelle interne, la crescente presenza della donna nel lavoro extra-casalingo, l'aumento del tempo libero, una diversa coscienza del ritmo del tempo.
La tradizionale funzione economica, educativa, protettiva, ricreativa della famiglia, per conseguenza si è trasformata.
Di grande importanza per la famiglia sono l'affermazione del principio di democrazia; l'elevazione del livello medio di cultura, chiaramente espresso nell'aumento dell'indice di scolarizzazione, la diffusione dei mezzi di comunicazione di massa; lo studio, intensificato e approfondito, di alcuni problemi di antropologia, soprattutto di quelli relativi alla sessualità umana.
Nè si debbono considerare di poco conto gli aspetti psicologici dell'intero problema, come l'accresciuto senso di libertà; una più avvertita esigenza di identificazione e di difesa della propria personalità; le tensioni tra i coniugi a causa della trasformazione dei loro compiti, e tra i genitori e i figli per i differenti atteggiamenti interiori e le mutate sensibilità; le suggestioni di un diffuso edonismo; l'inquietudine dei giovani.
Merita un'attenzione, particolare il fatto della nuova coscienza della dignità della donna.
Papa Giovanni XXIII, riprendendo l'insegnamento di Pio XII, l'ha giudicata uno dei segni caratterizzanti il nostro tempo.
"Nella donna infatti", scrisse nell'enciclica Pacem in terris, "diviene sempre piu' chiara e operante la coscienza della propria dignità.
Sa di non poter permettere di essere considerata e trattata come strumento; esige di essere considerata come persona, tanto nell'ambito della vita domestica che in quello della vita pubblica'" ( Pacem in terris, n. 4 ).
Sono indici di tale coscienza l'affermazione della pari dignità dell'uomo e della donna, identica essendo la natura ( Cfr. Gen 1,27 e Gen 2,24 ); l'affermazione della loro parità giuridica, diversi rimanendo i ruoli; l'ingresso della donna nella vita pubblica e nel mondo del lavoro industriale; il riconoscimento di una più ampia sfera di libertà personale della donna nelle sue scelte; una crescente partecipazione di essa ai beni della cultura.
La condizione della donna però non è ovunque la stessa.
I problemi che essa determina nella famiglia sono numerosi.
Oltre quello della parità giuridica dei coniugi, vengono in evidenza i problemi del rapporto tra lavoro domestico e lavoro extra domestico, l'organizzazione della vita familiare e sociale, in particolare per ciò che riguarda l'educazione dei figli.
Il cristianesimo, fin dalle sue origini, ha affermato la dignità della donna e l'ha sempre difesa.
Ricqrdiamo che l'emancipazione femminile esige una più solida formazione morale, al fine di evitare che la donna perda nella società quella libertà che intende rivendicare.
Si diffonde oggi l'idea che l'esercizio dell'attività sessuale dev'essere avulso da ogni norma morale.
L'idea è errata.
Anche per reazione ad un'idea altrettanto errata e durata a lungo, che tendeva a identificare il sesso con il male, si sta ora passando ad una concezione opposta, che non ammette nel campo sessuale alcuna legge, tranne forse una certa preoccupazione per la salute fisica e per il possibile abuso dei sentimenti altrui.
L'esercizio dell'attività sessuale, secondo tale concezione, non è legato ad un impegno d'amore e alla fecondità, non dev'essere e non è limitato al matrimonio.
Si arriva a parlare di un uso del sesso in termini di mistica, di autentica libertà, di ricerca dell'io profondo.
Si arriva perfino alla giustificazione di forme di vizio e di depravazione, che sono sempre state ritenute contrarie alla natura dell'uomo.
La Chiesa non ha mai insegnato che il sesso è male.
Ha però sempre sostenuto che l'uso del sesso soggiace alla norma morale.
La Chiesa, anche in questo campo, non ha mai accettato il determinismo.
Pur conoscendo la debolezza umana, ritiene che l'uomo, con la volontà e l'aiuto della grazia, può dominare il sesso.
In questo senso parla di "educazione alla castità" ( Cfr, Gravissimum educationis, n. 1; Paolo VI, Humanae vitae. n. 22 ).
Riconosciamo che l'approfondimento della sessualità è un capitolo molto importante nella conoscenza dell'uomo.
Non si può comprendere l'uomo e il suo comportamento se non si tiene conto del sesso.
L'educazione integrale della uomo e la sua maturità esigono il rispetto dell'indole sessuale dell'uomo, che è del tutto superiore a quella degli animali ( Cfr. Gaudium et spes n. 51 ).
Dobbiamo però reagire subito con profonda amarezza e con operante decisione, soprattutto pensando ai giovani, contro le idee erronee che oggi si diffondono sul sesso.
Vi siamo indotti dal nostro dovere di insegnare la morale cristiana, che comprende anche l'etica naturale.
Vi siamo indotti dalla riflessione sulle condizioni di tanti che hanno accettato e seguito quelle idee, considerandone le inquietudini, le delusioni, l'aridità dei sentimenti, le desolazioni interiori, a stento nascoste sotto le forme di una vita sicura e libera.
Come sempre in tempi di trasformazione e di transizione, anche oggi per quanto riguarda il matrimonio e la famiglia si possono individuare elementi positivi ed elementi negativi.
Mentre da un punto di vista teorico possediamo quasi tutti gli elementi per una sintesi, da un punto di vista operativo e pratico la sintesi è ancora largamente insufficiente, di qui le tensioni, le difficoltà, un diffuso senso di incertezza e di disagio.
Non si può negare, proprio a causa di tale situazione, che i cristiani che vogliono vivere il loro matrimonio e sviluppare la loro famiglia in coerenza alla loro fede incontrano oggi difficoltà personali e d'ambiente talora gravissime ( Cfr. Gaudium et spes, n, 47 ).
Crediamo però che alcuni valori vadano emergendo con chiarezza nella attuale situazione, valori che debbonp essere cordialmente accolti nella dottrina e nella vita: la concezione personalista dell'amore coniugale, ( Ibidem, n. 49; Humanae vitae, n. 9 ); l'idea del matrimonio e della famiglia come "comunità di vita e d'amore" ( Gaudium et spes, n. 48; Cfr. Gen 2,24; Mt 19,5-6; Mc 10,6-9; Ef 5,31 ); la dimensione educativa dell'esperienza coniugale e familiare.
Tali valori sono stati accolti nell'insegnamento del Concilio Vaticano II ( Cfr. Gaudium et spes nn. 47-52; Lumen gentium; n. 11, n. 35, n. 41; Apostolicam actuositatem n. 11; Gravissimum educationis n. 3; Dignitatis humanae n. 5 ).
Essi debbono orientare la riflessione teologica, la spiritualità, l'azione pastorale e sociale.
Indice |