Sovvenire alle necessità della Chiesa |
18. - Quello del reperimento e dell'amministrazione delle risorse economiche non è un aspetto isolato nel più vasto quadro ecclesiale; anche nella Chiesa ogni profilo dell'esperienza comunitaria è intrecciato strettamente a tutti gli altri.
Se la comunità cristiana è convinta e operosa e se vive intelligentemente le sue responsabilità educative, anche il problema delle risorse trova appropriata soluzione.
Il primo modo di educare a dare è quello di offrire ai fedeli e, più largamente, alla gente l'immagine di comunità cristiane che siano veramente se stesse.
I vescovi italiani l'hanno insistentemente affermato in questi anni post-conciliari, anche con indirizzi pastorali comuni, che intrecciano costantemente i grandi temi dell'evangelizzazione, della comunione, della ministerialità ecclesiale, della carità, dell'impegno missionario, della promozione umana:
è urgente far crescere comunità che siano vere famiglie di credenti, che non si limitino alle dimensioni rituali, al supporto alla religiosità tradizionale, alla coltivazione delle memorie locali, ma siano centri vivi di catechesi, di iniziative caritative, di missionarietà in mezzo alla gente, di animazione culturale e sociale nello spirito del vangelo.
La gente impara a dare volentieri alla Chiesa quando vede che essa crede alla Parola che predica, ha la passione per il servizio operoso, mostra genialità creativa per rispondere ai bisogni di tutti, ma specialmente dei ragazzi e dei giovani, dei malati e dei sofferenti, degli antichi e nuovi poveri, di quanti si dedicano senza risparmio a Dio e ai fratelli nella vita consacrata, nel ministero pastorale, nell'impegno missionario secondo gli orizzonti della mondialità.
Ma c'è anche un'educazione specifica, che deve essere promossa mediante un'intelligente catechesi fin dalle esperienze di vita ecclesiale.
Occorre far comprendere le ragioni teologiche, fondate sul battesimo, sulla cresima e sull'Eucarestia che motivano la partecipazione economica nella Chiesa; illustrarne le varie necessità pastorali e missionarie; proporre la grandezza e la gioia del dare, dell'essere protagonisti - come singoli e come famiglia cristiana partecipanti attivamente alla liturgia domenicale - della vita e degli sforzi pastorali della propria comunità e della Chiesa intera, sia pur con poveri mezzi; superare mentalità e tradizioni di passiva e comoda dipendenza, o addirittura di pretesa, dalle superiori istanze ecclesiastiche o dallo Stato.
I fedeli devono anche essere aiutati a comprendere che una sufficiente autonomia economica delle comunità in cui si esprime la loro appartenenza ecclesiale - la diocesi non meno della parrocchia - è condizione necessaria per permettere alla Chiesa di disporre delle risorse complessive in favore di tutte le finalità che urgono e stimolano la sua sollecitudine universale; senza dimenticare che questa autonomia rappresenta anche una concreta garanzia di libertà per l'annuncio coraggioso e la testimonianza provocante del vangelo di fronte alle istituzioni politiche e ai possibili condizionamenti di forze culturali e sociali ricche di mezzi e capaci di crescente pressione sull'opinione pubblica e sul costume.
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