La formazione dei Presbiteri nella Chiesa Italiana

Indice

Appendice I

A) Schema orientativo dei colloqui di discernimento per l'ammissione tra i candidati al diaconato e al presbiterato280

I. Un'esperienza di fede viva, motivata e personalizzata:

– la storia della fede e della scoperta della chiamata

– il motivo dominante

II. La scelta tendenzialmente definitiva di donazione a Cristo nella prospettiva del presbiterato nel celibato per la propria Chiesa particolare:

– i segni della chiamata

– le intenzioni e le motivazioni profonde

III. La maturità spirituale:

– iniziale fedeltà alla vita di preghiera:

ascolto della Parola di Dio,

partecipazione quotidiana all'Eucaristia,

recita di una parte della Liturgia delle ore ( Lodi, Vespri, Compieta ),

esercizio dell'esame di coscienza e

assiduità al sacramento della Riconciliazione

– esodo da sé in un'esistenza intesa come dono, a favore della comunità

– scoperta e accoglienza gioiosa della chiamata alla verginità per il Regno

– disponibilità a uno stile di vita sobrio

– capacità di amare la Chiesa, in particolare nella comunità del seminario e nella propria parrocchia

– elaborazione e pratica fedele di una "regola di vita"

– direzione spirituale costante in ordine

alla crescita spirituale,

alla maturazione della coscienza morale e

a un'accresciuta capacità di leggere e fare la volontà di Dio nella propria vita

IV. La maturità umana:

– sufficiente conoscenza di sé

– accettazione sostanzialmente serena degli aspetti positivi e negativi della propria persona

– buone prospettive per quanto riguarda le virtù umane:

senso della giustizia,

fedeltà alla parola data,

amore per la verità,

rispetto per la persona,

coerenza,

equilibrio di giudizio e di comportamento, ecc.

– dialogo con gli educatori improntato sulla fiducia, sincerità, costruttiva collaborazione ( docibilitas )

– buona capacità di relazione con i compagni e gli amici

– sostanziale equilibrio affettivo-sessuale; libertà da eccessi di instabilità emotiva e da forti dipendenze affettive

– impegno alla formazione di una coscienza morale matura, obbediente alle obbligazioni morali e capace di rispondere, per amore, alle richieste del Signore

– educazione della volontà

– formazione progressiva di una libertà personale che permetta di aprirsi agli altri, nella dedizione e nel servizio

V. La maturità intellettuale:

– disponibilità al confronto e alla fatica della ricerca della verità

– assimilazione del procedere razionale e motivato

– maturazione di una fondazione teologica della fede

– acquisizione del metodo del sapere teologico

– apertura al dialogo con la cultura contemporanea

– impegno e costanza nello studio

VI. La formazione pastorale:

– sufficiente determinazione della figura del presbitero diocesano

– capacità di collaborazione pastorale

– bilancio positivo dell'esperienza pastorale

B) Schema orientativo dei colloqui di discernimento per l'ammissione al diaconato e al presbiterato

I. Un'esperienza spirituale matura:

– esperienza di fede che nasce e si sostiene grazie ad un incontro vivificante con il Signore Risorto, Servo e Pastore

– cammino di conversione che abbia permesso e favorisca tuttora un cambiamento interiore, nella capacità di eleggere la mentalità evangelica come unica legge per la propria vita

II. La scelta definitiva di donazione a Cristo nella prospettiva del presbiterato nel celibato per la propria Chiesa particolare:

– i segni della chiamata

– graduale e progressivo approfondimento delle intenzioni e delle motivazioni profonde che portano a rispondere alla chiamata divina con piena e convinta disponibilità

III. La maturità spirituale:

– familiarità col Padre per mezzo del suo Figlio Gesù Cristo nello Spirito Santo, espressa da un'intensa vita di preghiera:

ascolto della Parola di Dio,

partecipazione quotidiana all'Eucaristia,

fedeltà alla recita della Liturgia delle ore,

pratica regolare dell'esame di coscienza e

frequenza assidua al sacramento della Riconciliazione

– spirito di servizio e carità pastorale, attitudine alla comunione e collaborazione ecclesiale, capacità di perdonare e pazientare

– accoglienza gioiosa del dono della verginità per il Regno, da vivere in una consacrazione che configura a Cristo Sposo della Chiesa, fino alla misura del sacrificio

– spirito di obbedienza

– stile di vita sobrio, desideroso di imitare e vivere con amore lo stile di Cristo povero

– elaborazione e pratica fedele di una "regola di vita"

– capacità di discernimento su di sé, sulla Chiesa e sul mondo

– fedeltà alla direzione spirituale

IV. La maturità umana:

– virtù umane:

capacità di progettazione,

animazione e guida,

responsabilità e competenza,

accoglienza e generosità,

condivisione e sobrietà,

magnanimità,

bontà e tenerezza,

schiettezza,

prudenza e discrezione,

fedeltà e fermezza

– buona capacità di mettersi in relazione con gli educatori, i compagni, gli amici e le persone affidate alla propria cura pastorale

– maturo equilibrio affettivo-sessuale; consolidata libertà da eccessi di instabilità emotiva e da forti dipendenze affettive

– coscienza morale matura

– educazione della volontà, capacità di 'tenuta', spirito di sacrificio

V. La maturità intellettuale:

– conoscenza del depositum fidei

– metodo acquisito del sapere teologico

– capacità di rendere ragione della propria fede, alla luce delle conoscenze teologiche acquisite

– lettura della situazione, interessamento alla cultura e alle problematiche odierne

– capacità di mediazione

VI. La maturità pastorale:

– chiarezza sulla figura del presbitero

– capacità di inserimento umile e progressivo nella prassi pastorale della parrocchia

– capacità di discernimento pastorale, di progettazione, di animazione e di guida

– disponibilità totale a dedicarsi alla propria Chiesa particolare, in obbedienza al Vescovo, in comunione con il presbiterio, in sintonia con il cammino pastorale diocesano

– prossimità alla gente e ai suoi problemi, attenzione ai poveri e agli ammalati, zelo apostolico e missionario

– bilancio positivo delle esperienze pastorali

Indice

280 I colloqui di discernimento indicati da questo schema e da quello successivo devono essere condotti nel rispetto delle specifiche competenze e della diversa dinamica del foro esterno e di quello interno.