La formazione dei Presbiteri nella Chiesa Italiana |
– la storia della fede e della scoperta della chiamata
– il motivo dominante
– i segni della chiamata
– le intenzioni e le motivazioni profonde
– iniziale fedeltà alla vita di preghiera:
ascolto della Parola di Dio,
partecipazione quotidiana all'Eucaristia,
recita di una parte della Liturgia delle ore ( Lodi, Vespri, Compieta ),
esercizio dell'esame di coscienza e
assiduità al sacramento della Riconciliazione
– esodo da sé in un'esistenza intesa come dono, a favore della comunità
– scoperta e accoglienza gioiosa della chiamata alla verginità per il Regno
– disponibilità a uno stile di vita sobrio
– capacità di amare la Chiesa, in particolare nella comunità del seminario e nella propria parrocchia
– elaborazione e pratica fedele di una "regola di vita"
– direzione spirituale costante in ordine
alla crescita spirituale,
alla maturazione della coscienza morale e
a un'accresciuta capacità di leggere e fare la volontà di Dio nella propria vita
– sufficiente conoscenza di sé
– accettazione sostanzialmente serena degli aspetti positivi e negativi della propria persona
– buone prospettive per quanto riguarda le virtù umane:
senso della giustizia,
fedeltà alla parola data,
amore per la verità,
rispetto per la persona,
coerenza,
equilibrio di giudizio e di comportamento, ecc.
– dialogo con gli educatori improntato sulla fiducia, sincerità, costruttiva collaborazione ( docibilitas )
– buona capacità di relazione con i compagni e gli amici
– sostanziale equilibrio affettivo-sessuale; libertà da eccessi di instabilità emotiva e da forti dipendenze affettive
– impegno alla formazione di una coscienza morale matura, obbediente alle obbligazioni morali e capace di rispondere, per amore, alle richieste del Signore
– educazione della volontà
– formazione progressiva di una libertà personale che permetta di aprirsi agli altri, nella dedizione e nel servizio
– disponibilità al confronto e alla fatica della ricerca della verità
– assimilazione del procedere razionale e motivato
– maturazione di una fondazione teologica della fede
– acquisizione del metodo del sapere teologico
– apertura al dialogo con la cultura contemporanea
– impegno e costanza nello studio
– sufficiente determinazione della figura del presbitero diocesano
– capacità di collaborazione pastorale
– bilancio positivo dell'esperienza pastorale
– esperienza di fede che nasce e si sostiene grazie ad un incontro vivificante con il Signore Risorto, Servo e Pastore
– cammino di conversione che abbia permesso e favorisca tuttora un cambiamento interiore, nella capacità di eleggere la mentalità evangelica come unica legge per la propria vita
– i segni della chiamata
– graduale e progressivo approfondimento delle intenzioni e delle motivazioni profonde che portano a rispondere alla chiamata divina con piena e convinta disponibilità
– familiarità col Padre per mezzo del suo Figlio Gesù Cristo nello Spirito Santo, espressa da un'intensa vita di preghiera:
ascolto della Parola di Dio,
partecipazione quotidiana all'Eucaristia,
fedeltà alla recita della Liturgia delle ore,
pratica regolare dell'esame di coscienza e
frequenza assidua al sacramento della Riconciliazione
– spirito di servizio e carità pastorale, attitudine alla comunione e collaborazione ecclesiale, capacità di perdonare e pazientare
– accoglienza gioiosa del dono della verginità per il Regno, da vivere in una consacrazione che configura a Cristo Sposo della Chiesa, fino alla misura del sacrificio
– spirito di obbedienza
– stile di vita sobrio, desideroso di imitare e vivere con amore lo stile di Cristo povero
– elaborazione e pratica fedele di una "regola di vita"
– capacità di discernimento su di sé, sulla Chiesa e sul mondo
– fedeltà alla direzione spirituale
– virtù umane:
capacità di progettazione,
animazione e guida,
responsabilità e competenza,
accoglienza e generosità,
condivisione e sobrietà,
magnanimità,
bontà e tenerezza,
schiettezza,
prudenza e discrezione,
fedeltà e fermezza
– buona capacità di mettersi in relazione con gli educatori, i compagni, gli amici e le persone affidate alla propria cura pastorale
– maturo equilibrio affettivo-sessuale; consolidata libertà da eccessi di instabilità emotiva e da forti dipendenze affettive
– coscienza morale matura
– educazione della volontà, capacità di 'tenuta', spirito di sacrificio
– conoscenza del depositum fidei
– metodo acquisito del sapere teologico
– capacità di rendere ragione della propria fede, alla luce delle conoscenze teologiche acquisite
– lettura della situazione, interessamento alla cultura e alle problematiche odierne
– capacità di mediazione
– chiarezza sulla figura del presbitero
– capacità di inserimento umile e progressivo nella prassi pastorale della parrocchia
– capacità di discernimento pastorale, di progettazione, di animazione e di guida
– disponibilità totale a dedicarsi alla propria Chiesa particolare, in obbedienza al Vescovo, in comunione con il presbiterio, in sintonia con il cammino pastorale diocesano
– prossimità alla gente e ai suoi problemi, attenzione ai poveri e agli ammalati, zelo apostolico e missionario
– bilancio positivo delle esperienze pastorali
Indice |
280 | I colloqui di discernimento indicati da questo schema e da quello successivo devono essere condotti nel rispetto delle specifiche competenze e della diversa dinamica del foro esterno e di quello interno. |