Compendio Dottrina sociale della Chiesa |
215 La famiglia ha il suo fondamento nella libera volontà dei coniugi di unirsi in matrimonio, nel rispetto dei significati e dei valori propri di questo istituto, che non dipende dall'uomo, ma da Dio stesso: « questo vincolo sacro in vista del bene sia dei coniugi e della prole che della società non dipende dall'arbitrio umano.
Infatti è Dio stesso l'autore del matrimonio, dotato di molteplici valori e fini ».473
L'istituto del matrimonio - « intima comunione coniugale di vita e d'amore, fondata dal Creatore e dotata di leggi proprie »474 - non è dunque una creazione dovuta a convenzioni umane e ad imposizioni legislative, ma deve la sua stabilità all'ordinamento divino.475
E un istituto che nasce, anche per la società, « dall'atto umano col quale i coniugi vicendevolmente si danno e si ricevono »476 e si fonda sulla stessa natura dell'amore coniugale che, in quanto dono totale ed esclusivo, da persona a persona, comporta un impegno definitivo espresso con il consenso reciproco, irrevocabile e pubblico.477
Tale impegno comporta che i rapporti tra i membri della famiglia siano improntati anche al senso della giustizia e, quindi, al rispetto dei reciproci diritti e doveri.
216 Nessun potere può abolire il diritto naturale al matrimonio ne modificarne i caratteri e la finalità.
Il matrimonio, infatti, è dotato di caratteristiche proprie, originarie e permanenti.
Nonostante i numerosi mutamenti verificatisi nel corso dei secoli nelle varie culture, strutture sociali e attitudini spirituali, in tutte le culture esiste un certo senso della dignità dell'unione matrimoniale, sebbene non traspaia ovunque con la stessa chiarezza.478
Tale dignità va rispettata nelle sue caratteristiche specifiche, che esigono di essere salvaguardate di fronte ad ogni tentativo di stravolgimento.
La società non può disporre del legame matrimoniale, con il quale i due sposi si promettono fedeltà, assistenza e accoglienza dei figli, ma è abilitata a disciplinarne gli effetti civili.
217 Il matrimonio ha come suoi tratti caratteristici: la totalità, per cui i coniugi si donano reciprocamente in tutte le componenti della persona, fisiche e spirituali; l'unità che li rende « una sola carne » ( Gen 2,24 ); l'indissolubilità e la fedeltà che la donazione reciproca e definitiva comporta; la fecondità a cui essa naturalmente si apre.479
Il sapiente disegno di Dio sul matrimonio - disegno accessibile alla ragione umana, nonostante le difficoltà dovute alla durezza del cuore ( Mt 19,8; Mc 10,5 ) - non può essere valutato esclusivamente alla luce dei comportamenti di fatto e delle situazioni concrete che se ne discostano.
È una negazione radicale del disegno originale di Dio la poligamia, « perché è contraria alla pari dignità personale dell'uomo e della donna, che nel matrimonio si donano con un amore totale e perciò stesso unico ed esclusivo ».480
218 Il matrimonio, nella sua verità « oggettiva », è ordinato alla procreazione e all'educazione dei figli481
L'unione matrimoniale, infatti, fa vivere in pienezza quel dono sincero di sé, il cui frutto sono i figli, a loro volta dono per i genitori, per l'intera famiglia e per tutta la società.482
Il matrimonio, tuttavia, non è stato istituito unicamente in vista della procreazione:483 il suo carattere indissolubile e il suo valore di comunione permangono anche quando i figli, pur vivamente desiderati, non giungono a completare la vita coniugale.
Gli sposi, in questo caso, « possono mostrare la loro generosità adottando bambini abbandonati oppure compiendo servizi significativi a favore del prossimo ».484
Indice |
473 | Gaudium et Spes 48 |
474 | Gaudium et Spes 48 |
475 | Cat. Chiesa Cat. 1603 |
476 | Gaudium et Spes 48 |
477 | Cat. Chiesa Cat. 1639 |
478 | Cat. Chiesa Cat. 1603 |
479 | Giovanni Paolo II, Familiaris consortio 13 |
480 | Giovanni Paolo II, Familiaris consortio 19 |
481 | Gaudium et Spes 48; Gaudium et Spes 50 |
482 | Giovanni Paolo II, Lettera alle famiglie 11 |
483 | Gaudium et Spes 50 |
484 | Cat. Chiesa Cat. 2379 |