Compendio Dottrina sociale della Chiesa |
296 Il lavoro minorile, nelle sue forme intollerabili, costituisce un tipo di violenza meno appariscente di altri, ma non per questo meno terribile.639
Una violenza che, al di là di tutte le implicazioni politiche, economiche e giuridiche, resta essenzialmente un problema morale.
Questo l'ammonimento di Leone XIII: « Quanto ai fanciulli si badi a non ammetterli nelle officine prima che l'età ne abbia sufficientemente sviluppate le forze fisiche, intellettuali e morali.
Le forze, che nella puerizia sbocciano simili all'erba in fiore, un movimento precoce le sciupa, e allora si rende impossibile la stessa educazione dei fanciulli ».640
La piaga del lavoro minorile, ad oltre cento anni di distanza, non è stata ancora debellata.
Pur nella consapevolezza che, almeno per ora, in certi Paesi il contributo portato dal lavoro dei bambini al bilancio familiare e alle economie nazionali è irrinunciabile e che, comunque, alcune forme di lavoro, svolte a tempo parziale, possono essere fruttuose per i bambini stessi, la dottrina sociale denuncia l'aumento dello « sfruttamento lavorativo dei minori in condizioni di vera schiavitù ».641
Tale sfruttamento costituisce una grave violazione della dignità umana di cui ogni individuo, « per piccolo o apparentemente insignificante che sia in termini di utilità »,642 è portatore.
Indice |
639 | Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1996, 5 |
640 | Leone XIII, Rerum novarum |
641 | Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1998, 6 |
642 | Giovanni Paolo II, Messaggio al Segretario Generale delle Nazioni Unite in occasione del Vertice mondiale per i Bambini ( 22 settembre 1990 ): AAS 83 ( 1991 ) 360 |