Compendio Dottrina sociale della Chiesa |
554 La cultura deve costituire un campo privilegiato di presenza e di impegno per la Chiesa e per i singoli cristiani.
Il distacco tra la fede cristiana e la vita quotidiana è giudicato dal Concilio Vaticano II come uno degli errori più gravi del nostro tempo.1162
Lo smarrimento dell'orizzonte metafisico; la perdita della nostalgia di Dio nel narcisismo autoreferenziale e nella dovizia di mezzi di uno stile di vita consumistico; il primato assegnato alla tecnologia e alla ricerca scientifica fine a se stessa; l'enfatizzazione dell'apparire, della ricerca dell'immagine, delle tecniche di comunicazione: tutti questi fenomeni devono essere compresi nei loro aspetti culturali e messi in rapporto con il tema centrale della persona umana, della sua crescita integrale, della sua capacità di comunicazione e di relazione con gli altri uomini, del suo continuo interrogarsi sulle grandi questioni che attraversano l'esistenza.
Si tenga presente che « la cultura è ciò per cui l'uomo diventa più uomo, "è" di più, accede di più all'"essere" ».1163
555 Un particolare campo di impegno dei fedeli laici deve essere la coltivazione di una cultura sociale e politica ispirata al Vangelo.
La storia recente ha mostrato la debolezza e il radicale fallimento di prospettive culturali che sono state a lungo condivise e vincenti, in particolare a livello sociale e politico.
In questo ambito, specialmente nei decenni posteriori alla Seconda Guerra Mondiale, i cattolici, in diversi Paesi, hanno saputo sviluppare un impegno alto, che testimonia, oggi con evidenza sempre maggiore, la consistenza della loro ispirazione e del loro patrimonio di valori.
L'impegno sociale e politico dei cattolici, infatti, non è mai limitato alla sola trasformazione delle strutture, perché lo percorre alla base una cultura che accoglie e rende ragione delle istanze che derivano dalla fede e dalla morale, ponendole a fondamento e obiettivo di progettualità concrete.
Quando questa consapevolezza viene meno, gli stessi cattolici si condannano alla diaspora culturale e rendono insufficienti e riduttive le loro proposte.
Presentare in termini culturali aggiornati il patrimonio della Tradizione cattolica, i suoi valori, i suoi contenuti, l'intera eredità spirituale, intellettuale e morale del cattolicesimo è anche oggi l'urgenza prioritaria.
La fede in Gesù Cristo, che ha definito se stesso « la via, la verità e la vita » ( Gv 14,6 ), spinge i cristiani a cimentarsi con impegno sempre rinnovato nella costruzione di cultura sociale e politica ispirata al Vangelo.1164
556 La perfezione integrale della persona e il bene di tutta la società sono i fini essenziali della cultura:1165 la dimensione etica della cultura è quindi una priorità nell'azione sociale e politica dei fedeli laici.
La disattenzione verso tale dimensione trasforma facilmente la cultura in uno strumento di impoverimento dell'umanità.
Una cultura può diventare sterile e avviarsi a decadenza, quando « si chiude in se stessa e cerca di perpetuare forme di vita invecchiate, rifiutando ogni scambio e confronto intorno alla verità dell'uomo ».1166
La formazione di una cultura capace di arricchire l'uomo richiede invece il coinvolgimento di tutta la persona, la quale vi esplica la sua creatività, la sua intelligenza, la sua conoscenza del mondo e degli uomini e vi investe, inoltre, la sua capacità di autodominio, di sacrificio personale, di solidarietà e di disponibilità a promuovere il bene comune.1167
557 L'impegno sociale e politico del fedele laico in ambito culturale assume oggi alcune direzioni precise.
La prima è quella che cerca di garantire a ciascuno il diritto di tutti a una cultura umana e civile « conforme alla dignità della persona, senza discriminazione di razza, di sesso, di nazione, di religione o di condizione sociale ».1168
Tale diritto implica il diritto delle famiglie e delle persone ad una scuola libera e aperta; la libertà di accesso ai mezzi di comunicazione sociale, per la quale va evitata ogni forma di monopolio e di controllo ideologico; la libertà di ricerca, di divulgazione del pensiero, di dibattito e di confronto.
Alla radice della povertà di tanti popoli ci sono anche varie forme di privazione culturale e di mancato riconoscimento dei diritti culturali.
L'impegno per l'educazione e la formazione della persona costituisce da sempre la prima sollecitudine dell'azione sociale dei cristiani.
558 La seconda sfida all'impegno del fedele laico riguarda il contenuto della cultura, ossia la verità.
La questione della verità è essenziale per la cultura, perché permane « per ogni uomo il dovere di ritenere il concetto di persona umana integrale, nella quale eccellono i valori dell'intelligenza, della volontà, della coscienza e della fraternità ».1169
Una corretta antropologia è il criterio di illuminazione e di verifica per tutte le forme culturali storielle.
L'impegno del cristiano in ambito culturale si oppone a tutte le visioni riduttive e ideologiche dell'uomo e della vita.
Il dinamismo di apertura alla verità è garantito anzitutto dal fatto che « le culture delle diverse Nazioni sono, in fondo, altrettanti modi di affrontare la domanda circa il senso dell'esistenza personale ».1170
559 I cristiani devono prodigarsi per dare piena valorizzazione alla dimensione religiosa della cultura; tale compito è molto importante e urgente per la qualità della vita umana, a livello individuale e sociale.
La domanda che proviene dal mistero della vita e rimanda al mistero più grande, quello di Dio, infatti, sta al centro di ogni cultura; quando la si elimina, si corrompono la cultura e la vita morale delle Nazioni.1171
L'autentica dimensione religiosa è costitutiva dell'uomo e gli permette di aprire alle sue svariate attività l'orizzonte in cui esse trovano significato e direzione.
La religiosità o spiritualità dell'uomo si manifesta nelle forme della cultura, alle quali dona vitalità e ispirazione.
Ne sono testimonianza le innumerevoli opere d'arte di tutti i tempi.
Quando è negata la dimensione religiosa di una persona o di un popolo, è mortificata la cultura stessa; talvolta si giunge al punto di farla scomparire.
560 Nella promozione di un 'autentica cultura, i fedeli laici riserveranno grande rilievo ai mezzi di comunicazione di massa, considerando soprattutto i contenuti delle innumerevoli scelte operate dalle persone; tali scelte, pur variando da gruppo a gruppo e da individuo a individuo, hanno tutte un peso morale e sotto questo profilo devono essere valutate.
Per scegliere correttamente, bisogna conoscere le norme dell'ordine morale e applicarle fedelmente.1172
La Chiesa offre una lunga tradizione di saggezza, radicata nella Rivelazione divina e nella riflessione umana,1173 il cui orientamento teologico funge da importante correttivo sia nei confronti della « soluzione "atea", che priva l'uomo di una delle sue componenti fondamentali, quella spirituale, quanto nei confronti delle soluzioni permissive e consumistiche, le quali con vari pretesti mirano a convincerlo della sua indipendenza da ogni legge e da Dio ».1174
Più che giudicare i mezzi di comunicazione sociale, questa tradizione si pone al loro servizio: « la cultura della sapienza, propria della Chiesa, può evitare che la cultura dell'informazione dei mezzi di comunicazione sociale divenga un accumularsi di fatti senza senso ».1175
561 I fedeli laici guarderanno ai media come a possibili e potenti strumenti di solidarietà: « La solidarietà appare come una conseguenza di una comunicazione vera e giusta, e di una libera circolazione delle idee, che favoriscono la conoscenza ed il rispetto degli altri ».1176
Ciò non avviene se i mezzi di comunicazione sociale vengono usati per edificare e sostenere sistemi economici al servizio dell'avidità e della bramosia.
Di fronte a gravi ingiustizie, la decisione di ignorare del tutto alcuni aspetti della sofferenza umana rispecchia una selezione indifendibile.1177
Le strutture e le politiche di comunicazione e la distribuzione della tecnologia sono fattori che contribuiscono a far sì che alcune persone siano « ricche » di informazione e altre « povere » di informazione, in un'epoca in cui la prosperità e perfino la sopravvivenza dipendono dall'informazione.
In tal modo, dunque, i mezzi di comunicazione sociale contribuiscono alle ingiustizie e agli squilibri che causano quello stesso dolore che poi riportano come informazione.
La tecnologia della comunicazione e dell'informazione, insieme alla formazione nel loro uso, devono mirare ad eliminare queste ingiustizie e questi squilibri.
562 I professionisti dei mezzi di comunicazione sociale non sono gli unici ad avere doveri etici.
Anche i fruitori hanno obblighi.
Gli operatori che tentano di assumersi delle responsabilità meritano un pubblico consapevole delle proprie.
Il primo dovere degli utenti delle comunicazioni sociali consiste nel discernimento e nella selezione.
I genitori, le famiglie e la Chiesa hanno responsabilità precise e irrinunciabili.
Per quanti operano a vario titolo nel campo delle comunicazioni sociali risuona forte e chiaro l'ammonimento di san Paolo: « Perciò, bando alla menzogna: dite ciascuno la verità al proprio prossimo; perché siamo membra gli uni degli altri …
Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca; ma piuttosto, parole buone che possano servire per la necessaria edificazione, giovando a quelli che ascoltano » ( Ef 4,25.29 ).
Il servizio alla persona mediante l'edificazione di una comunità umana basata sulla solidarietà, sulla giustizia e sull'amore e la diffusione della verità sulla vita umana e sul suo compimento finale in Dio sono le essenziali esigenze etiche dei mezzi di comunicazione sociale.1178
Alla luce della fede, la comunicazione umana si deve considerare un percorso da Babele alla Pentecoste, ovvero l'impegno, personale e sociale, di superare il collasso della comunicazione ( Gen 11,4-8 ) aprendosi al dono delle lingue ( At 2,5-11 ), alla comunicazione ripristinata dalla forza dello Spirito, inviato dal Figlio.
Indice |
1162 | Gaudium et Spes 43 |
1163 | Giovanni Paolo II, Discorso all'UNESCO ( 2 giugno 1980 ), 7 |
1164 | Congreg. per la Dottrina della Fede, Nota l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica, 7 ( 24 novembre 2002 ) |
1165 | Gaudium et Spes 59 |
1166 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 50 |
1167 | Giovanni Paolo II, Discorso all'UNESCO ( 2 giugno 1980 ), 11 |
1168 | Gaudium et Spes 60 |
1169 | Gaudium et Spes 61 |
1170 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 24 |
1171 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 24 |
1172 | Inter Mirifica 4 |
1173 | Giovanni Paolo II, Fides et ratio 36-48 |
1174 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 55 |
1175 | Giovanni Paolo II, Messaggio XXXIII Giornata Mondiale Comunicazioni Sociali 1999, 3 |
1176 | Cat. Chiesa Cat. 2495 |
1177 | Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali,
Etica nelle comunicazioni sociali, 14 ( 4 giugno 2000 ) |
1178 | Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali,
Etica nelle comunicazioni sociali, 30 ( 4 giugno 2000 ) |