Santo Domingo |
38 Le considerazioni fatte circa la santità della Chiesa, il suo carattere profetico e la sua vocazione alla celebrazione liturgica, ci portano a riconoscere alcune sfide che ci sembrano fondamentali, alle quali è necessario rispondere, perché la Chiesa costituisca in America Latina e nei Caraibi il mistero della comunione degli uomini con Dio e tra loro.
Nella Chiesa si moltiplicano i gruppi di preghiera, i movimenti di apostolato, forme nuove di vita e spiritualità contemplativa, oltre a diverse espressioni della religiosità popolare.
Molti laici prendono coscienza della propria responsabilità pastorale nelle sue diverse forme.
Aumenta l'interesse per la Bibbia, il quale esige una pastorale biblica adeguata che dia ai fedeli laici i criteri per rispondere alle insinuazioni di un'interpretazione fondamentalista o a un allontanamento dalla vita della Chiesa per rifugiarsi nelle sette.
39 Tra i nostri stessi cattolici il disconoscimento della verità su Gesù Cristo e delle verità fondamentali della fede è un fatto molto frequente e, in alcuni casi, questa ignoranza è associata a una perdita del senso del peccato.
Spesso la religiosità popolare, nonostante i suoi immensi valori, non è purificata da elementi estranei all'autentica fede cristiana, ne porta sempre all'adesione personale a Cristo morto e risorto.
40 Predichiamo poco a riguardo dello Spirito che agisce nei cuori e li converte, rendendo così possibile la santità, lo sviluppo delle virtù e del coraggio di prendere ogni giorno la croce di Cristo. ( Mt 10,38; Mt 16,24 )
41 Tutto questo ci obbliga a insistere sull'importanza del primo annuncio ( kérygmà ) e sulla catechesi.
Rendiamo grazie a Dio per gli sforzi di tanti catechisti e catechiste che compiono il proprio servizio ecclesiale con sacrificio, suggellato a volte con la propria vita.
Tuttavia dobbiamo riconoscere come pastori che ancora molto resta da fare.
Esiste ancora molta ignoranza religiosa, la catechesi non arriva a tutti e molte volte arriva in forma superficiale, incompleta riguardo ai suoi contenuti, o in maniera puramente intellettuale, senza forza per trasformare la vita delle persone e dei loro ambienti.
42 È andata perduta in larga misura la pratica della « direzione spirituale » che sarebbe molto necessaria per la formazione dei laici più impegnati, oltre a essere condizione perché maturino vocazioni sacerdotali e religiose.
43 Rispetto alla liturgia resta ancora molto da fare in relazione sia all'assimilazione nelle nostre celebrazioni del rinnovamento liturgico, promosso dal Vaticano II, sia all'aiuto da dare ai fedeli perché facciano della celebrazione eucaristica l'espressione del proprio impegno personale e comunitario verso il Signore.
Non si è raggiunta ancora piena coscienza di ciò che significa la centralità della liturgia come fonte e culmine della vita ecclesiale; molti hanno perso il senso del « giorno del Signore » e dell'esigenza eucaristica che comporta; persiste la poca partecipazione della comunità cristiana, e appaiono coloro che cercano di appropriarsi della liturgia senza considerare il suo vero senso ecclesiale.
È stata trascurata a tutti i livelli la formazione liturgica seria e permanente secondo le istruzioni e i documenti del magistero.48
Ancora non ci si dedica al processo di una sana inculturazione della liturgia; in modo tale che le celebrazioni per molti sono ancora un qualcosa di ritualistico e di privato, che non li rende consapevoli della presenza trasformatrice di Cristo e del suo Spirito, ne si traduce in un impegno solidale per la trasformazione del mondo.
44 La conseguenza di tutto ciò è una mancanza di coerenza tra la fede e la vita in molti cattolici, compresi, a volte, noi stessi o alcuni dei nostri operatori pastorali.
La mancanza di formazione dottrinale e di profondità nella vita della fede rende molti cattolici facile preda del secolarismo, dell'edonismo e del consumismo, che pervadono la cultura moderna e, in ogni caso, li rende incapaci di evangelizzarla.
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48 | Vicesimus quintus annus, n. 4 |