Giovedì 28 marzo 2019
La questione della « fedeltà a Dio » è cruciale.
Così come la decisione di stare « con Lui o contro di Lui » perché non ci sono vie di mezzo.
Papa Francesco è andato dritto all'essenza delle scelte fondamentali di ogni persona, celebrando la messa giovedì mattina, 28 marzo, a Santa Marta.
« Abbiamo pregato insieme questo invito del Signore alla conversione: "Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore" » ha affermato il Pontefice facendo riferimento al salmo responsoriale.
« Perché noi tante volte siamo sordi - ha aggiunto - e non ascoltiamo la voce del Signore.
Sì, ascoltiamo il telegiornale, il chiacchiericcio del quartiere: questo sì, lo ascoltiamo sempre.
La voce del Signore, tante volte, rimane inascoltata ».
Ma, ha specificato, « senza ascoltare la voce del Signore, il nostro cuore diviene come la terra senza acqua: senza acqua.
Giorni, mesi, anni senza acqua.
Si indurisce.
Per questo il Signore dice: "Non indurite il vostro cuore" ».
« Quando il Signore fa questo invito - ha affermato il Pontefice, riferendosi al brano del profeta Geremia ( Ger 7,23-28 ) - parla di esperienza, e la prima lettura ci fa una descrizione di questa esperienza di Dio davanti al suo popolo testardo, che non vuole ascoltare proprio ».
E pronunciando queste parole il Papa ha anche battuto la mano sul leggìo, proprio per far capire il suo pensiero: la testardaggine dell'uomo che ritiene di essere « sufficiente » a se stesso.
« È un po' il lamento del Signore - ha fatto notare - in questo brano del profeta Geremia: "Io ordinai al popolo, dice il Signore, 'ascoltate la mia voce e io sarò sempre il vostro Dio e voi sarete il mio popolo'" ».
È « una promessa ».
Invece « cosa ha fatto il popolo? ».
Scrive Geremia: « Ma essi non ascoltarono - le orecchie chiuse - né prestarono orecchio alla mia parola ».
A questo punto Francesco ha suggerito che « ognuno di noi senta cosa dice il Signore del popolo e pensi se non ha fatto lo stesso ».
Si legge nel passo di Geremia: « Procedettero ostinatamente secondo il loro cuore malvagio e, invece di rivolgersi verso di me, mi hanno voltato le spalle ».
Come a dire: « No, il Signore non conta: io preferisco questo, questo, questo.
Sì, c'è Dio lì, ma io faccio le cose mie ».
Poi, ha proseguito il Papa, « Geremia dà la descrizione: "Da quando i vostri padri sono usciti dall'Egitto fino ad oggi, io vi ho inviato con assidua premura tutti i miei servi, i profeti; ma non mi ha avete ascoltato" ».
E magari hanno risposto: « sì, sì, sì: domani ti ascolteremo ».
Prosegue Geremia: « Anzi, hanno reso dura la loro cervìce, divenendo peggiori dei loro padri ».
E ancora: « Dirai loro tutte queste cose, per farli reagire, dice il Signore, ma non ti ascolteranno: li chiamerai, ma non ti risponderanno.
E finisce, il Signore, con questa dichiarazione triste che è una testimonianza di morte: "La fedeltà è sparita" ».
È « un popolo senza fedeltà, che ha perso il senso della fedeltà » ha rilanciato il Pontefice.
E « questa è la domanda che oggi la Chiesa vuole che noi ci facciamo, ognuno: io ho perso la fedeltà al Signore?
- No, no, vado tutte le domeniche a messa
- Sì, sì, ma quella fedeltà del cuore: io ho perso quella fedeltà o il mio cuore è duro, è ostinato, è sordo, non lascia entrare il Signore, si arrangia da solo con tre o quattro cose poi fa quello che vuole? ».
Questa, ha affermato il Papa, « è una domanda per ognuno di noi: tutti dobbiamo farcela, perché la Quaresima serve a questo, per riseminare il nostro cuore ».
« "Ascoltate oggi la voce del Signore" è l'invito della Chiesa, "non indurite il vostro cuore" » ha proseguito Francesco.
Del resto, ha spiegato, « quando uno vive con il cuore duro, che non ascolta il Signore, va oltre il non ascoltarlo; infatti, c'è qualcosa del Signore che non gli piace, lascia da parte il Signore con qualche pretesto, scredita il Signore, calunnia il Signore, diffama il Signore ».
In proposito il Pontefice si è riferito al passo del Vangelo di Luca ( Lc 11,14-23 ) proposto dalla liturgia: « È quello che è successo a Gesù con la gente: Gesù faceva dei miracoli, guariva gli ammalati per far vedere che aveva il potere di guarigione anche delle anime, dei cuori nostri.
E questi ostinati cosa hanno detto?
"È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demoni" ».
« Screditare il Signore - ha proseguito - è il penultimo passo di questo rifiuto del Signore: non ascoltarlo, lasciare che il cuore divenga duro come la terra senza acqua da anni, e poi screditarlo: "Ma no, questo miracolo, è uno stregone" dicevano di Gesù; "fa le cose con il potere del diavolo, come tutti gli stregoni" ».
« Screditare Gesù », dunque.
E poi « manca solo l'ultimo passo, dal quale non c'è ritorno, che è la bestemmia contro lo Spirito Santo ».
Nel Vangelo si vede che « Gesù cerca di convincerli ».
Ma loro non lo ascoltano.
Tanto che, « alla fine, così come il profeta finisce con questa frase chiara - "la fedeltà è sparita"
- Gesù finisce con un'altra frase che può aiutarci: "Chi non è con me, è contro di me" ».
Con chiarezza il Papa ha ricordato che non si può dire: « "No, no, io sono con Gesù, ma a una certa distanza, non mi avvicino troppo".
No, questo non esiste.
O sei con Gesù o sei contro Gesù; o sei fedele o sei infedele; o hai il cuore obbediente o hai perso la fedeltà ».
« Ognuno di noi - ha suggerito ancora Francesco - pensi, oggi, durante la messa e poi durante la giornata, un po' ci pensi: come va la mia fedeltà?
Io, per rifiutare il Signore, cerco qualche pretesto, qualche cosa e scredito il Signore? ».
Per questo non bisogna « perdere la speranza e queste due parole - "la fedeltà è sparita" e "chi non è con me è contro di me" - ancora lasciano spazio alla speranza, anche a noi ».
Al termine dell'omelia il Pontefice ha riproposto « un'ultima parola che abbiamo sentito nel canto al Vangelo: "Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore, perché sono misericordioso e pietoso" ».
Allora, ha insistito, « il tuo cuore è duro come questa pietra, è duro.
Sì, tante volte mi hai screditato per non obbedirmi, anche forse mi hai calunniato.
Ma ancora c'è tempo: "Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore, perché io sono misericordioso e pietoso: io dimenticherò tutto.
A me importa che tu venga da me.
Questo è quello che importa, dice il Signore".
E così dimentica tutto il resto ».
Dunque, ha concluso Francesco, « questo è il tempo della misericordia, è il tempo della pietà del Signore: apriamo il cuore perché Lui venga in noi ».