Sacrosanctum concilium |
La liturgia infatti, mediante la quale, specialmente nel divino sacrificio dell'eucaristia, « si attua l'opera della nostra redenzione »,1 contribuisce in sommo grado a che i fedeli esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo e la genuina natura della vera Chiesa.
Questa ha infatti la caratteristica di essere nello stesso tempo umana e divina, visibile ma dotata di realtà invisibili, fervente nell'azione e dedita alla contemplazione, presente nel mondo e tuttavia pellegrina; tutto questo in modo tale, però, che ciò che in essa è umano sia ordinato e subordinato al divino, il visibile all'invisibile, l'azione alla contemplazione, la realtà presente alla città futura, verso la quale siamo incamminati. ( Eb 13,14 )
In tal modo la liturgia, mentre ogni giorno edifica quelli che sono nella Chiesa per farne un tempio santo nel Signore, un'abitazione di Dio nello Spirito, ( Ef 2,21-22 ) fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo , ( Ef 4,13 ) nello stesso tempo e in modo mirabile fortifica le loro energie perché possano predicare il Cristo.
Così a coloro che sono fuori essa mostra la Chiesa, come vessillo innalzato di fronte alle nazioni, ( Is 11,12 ) sotto il quale i figli di Dio dispersi possano raccogliersi , ( Gv 11,52 ) finché ci sia un solo ovile e un solo pastore. ( Gv 10,16 )
Indice |
1 | Orazione sulle offerte della domenica IX dopo Pentecoste |