Presbyterorum ordinis |
Nostro Signore Gesù, « che il Padre santificò e inviò nel mondo »
( Gv 10,36 ),
ha reso partecipe tutto il suo corpo mistico di quella unzione dello Spirito che egli ha ricevuto:
( Mt 3,16;
Lc 4,18;
At 4,27;
At 10,38 )
in esso, infatti, tutti i fedeli formano un
sacerdozio santo e regale, offrono a Dio ostie spirituali per mezzo di Gesù
Cristo, e annunziano le grandezze di colui che li ha chiamati dalle tenebre nella sua luce meravigliosa.
( 1 Pt 2,5.9 )
Non vi è dunque nessun membro che non abbia parte
nella missione di tutto il corpo, ma ciascuno di essi deve santificare Gesù nel suo cuore
( 1 Pt 3,15 )
e rendere testimonianza di Gesù con spirito di profezia.
( Ap 19,10 )5
Ma lo stesso Signore, affinché i fedeli fossero uniti in un corpo solo, di cui però « non tutte le membra hanno la stessa funzione » ( Rm 12,4 ), promosse alcuni di loro come ministri, in modo che nel seno della società dei fedeli avessero la sacra potestà dell'ordine per offrire il sacrificio e perdonare i peccati,6 e che in nome di Cristo svolgessero per gli uomini in forma ufficiale la funzione sacerdotale.
Pertanto, dopo aver inviato gli apostoli come egli stesso era stato inviato dal Padre, ( Gv 20,21 )7 Cristo per mezzo degli stessi apostoli rese partecipi della sua consacrazione e della sua missione i loro successori, cioè i vescovi,8 la cui funzione ministeriale fu trasmessa in grado subordinato ai presbiteri9 questi sono dunque costituiti nell'ordine del presbiterato per essere cooperatori dell'ordine episcopale,10 per il retto assolvimento della missione apostolica affidata da Cristo.
La funzione dei presbiteri, in quanto strettamente vincolata all'ordine episcopale, partecipa della autorità con la quale Cristo stesso fa crescere, santifica e governa il proprio corpo.
Per questo motivo il sacerdozio dei presbiteri, pur presupponendo i sacramenti dell'iniziazione cristiana, viene conferito da quel particolare sacramento per il quale i presbiteri, in virtù dell'unzione dello Spirito Santo, sono segnati da uno speciale carattere che li configura a Cristo sacerdote, in modo da poter agire in nome di Cristo, capo della Chiesa.11
Dato che i presbiteri hanno una loro partecipazione nella funzione degli apostoli, ad essi è concessa da Dio la grazia per poter essere ministri di Cristo Gesù fra le nazioni mediante il sacro ministero del Vangelo, affinché le nazioni diventino un'offerta gradita, santificata nello Spirito Santo. ( Rm 15,16 )
È infatti proprio per mezzo dell'annuncio apostolico del Vangelo che il popolo di Dio viene convocato e adunato, in modo che tutti coloro che appartengono a questo popolo, dato che sono santificati nello Spirito Santo, possano offrire se stessi come « ostia viva, santa, accettabile da Dio » ( Rm 12,1 ).
Ma è attraverso il ministero dei presbiteri che il sacrificio spirituale dei fedeli
viene reso perfetto nell'unione al sacrificio di Cristo, unico mediatore; questo
sacrificio, infatti, per mano dei presbiteri e in nome di tutta la Chiesa, viene
offerto nell'eucaristia in modo incruento e sacramentale, fino al giorno della venuta del Signore.
( 1 Cor 11,26 )
A ciò tende e in ciò trova la sua perfetta realizzazione il ministero dei presbiteri.
Effettivamente, il loro servizio, che comincia con l'annuncio del Vangelo, deriva la propria forza e la propria efficacia dal sacrificio di Cristo, e ha come scopo che « tutta la città redenta, cioè la riunione e società dei santi, offra a Dio un sacrificio universale per mezzo del sommo Sacerdote, il quale ha anche offerto se stesso per noi con la sua passione, per farci diventare corpo di così eccelso capo ».14
Pertanto, il fine cui tendono i presbiteri con il loro ministero e la loro vita è la gloria di Dio Padre in Cristo.
E tale gloria si dà quando gli uomini accolgono con consapevolezza, con libertà e con gratitudine l'opera di Dio realizzata in Cristo e la manifestano in tutta la loro vita.
Perciò i presbiteri, sia che si dedichino alla preghiera e all'adorazione, sia che predichino la parola, sia che offrano il sacrificio eucaristico e amministrino gli altri sacramenti, sia che svolgano altri ministeri ancora in servizio degli uomini, sempre contribuiscono all'aumento della gloria di Dio e nello stesso tempo ad arricchire gli uomini della vita divina.
E tutte queste cose - le quali scaturiscono dalla pasqua di Cristo - troveranno pieno compimento nella venuta gloriosa dello stesso Signore, allorché egli consegnerà il regno a colui che è Dio e Padre. ( 1 Cor 15,25 )
Indice |
5 | Lumen gentium 35 |
6 | Conc. Trid. Sess. XXIII, cap. 1 e can. 1 |
7 | Lumen gentium 18 |
8 | Lumen gentium 28 |
9 | Lumen gentium 28 |
10 | Pontificale romanum, De ordinatione Presbyterorum, Praefatio. Queste parole già si trovano nel Sacramentarium Veronese: ed. L.C. Mohlberg, Romae 1965, p. 122; nel Missale Francorum: ed. L.C. Mohlberg, Romae 1957, p. 9; nel Liber Sacramentorum Romanae Ecclesiae: ed. P.C. Mohlberg, Romae 1960, p. 25; e anche nel Pontificale Romano-Germanicum: ed Vogel-Elze, Città del Vaticano 1963, vol. I, pag. 34 |
11 | Lumen gentium 10 |
14 | S. Agostino, De Civitate Dei, 10, 6 |