Diario dei colloqui con Fra Leopoldo

Torino, 19 Febbraio 1919

Oggi alle 16,30 fui da Fra Leopoldo.

È ancora a letto causa un raffreddore.

Mi aspettava dalle 15, e gli spiegai il perché del ritardo.

Ero stato con Cambiaghi a Valsalice a salutare il Dottor Coiazzi, dal quale fummo ricevuti e trattenuti per più di un'ora a parlare di Giosuè Borsi, e su Firenze, ricevendo dal Prof. Coiazzi consigli per ben visitarla.

Fra Leopoldo non è troppo contento si vada a Firenze per non poterci vedere ogni giorno, mentre è soddisfatto che Cambiaghi venga a visitare i miei.

Fra Leopoldo, parlando di ieri, mi dice di essere stato invitato dal Prof. Teodoreto a chiedere al Signore se era vero circa le voci di disordini che corrono.

Il Santo Crocifisso ha risposto subito.

Ma non ripetendomi la risposta chiedo soltanto se non è imprudente metterci in viaggio.

Ed egli mi risponde di pregare, ma non credeva.

Poi mi dice, col tono delle confidenze, che quel piccolo Crocifisso che tiene al collo di notte o sotto il cuscino ( un Crocifisso da Missionari ), gli aveva risposto così: "Digli che stiano strettamente uniti a me".

Io mi stupisco che anche quel piccolo Crocifisso abbia rivelazioni ed allora Fra Leopoldo mi dice che un giorno gli fu chiesto se solo il suo Crocifisso miracoloso aveva dei detti, ma il Santo Francescano rispose di no.

Difatti mi dice che quel Crocifisso che è nella scala del Convento al 2° piano, dipinto da lui, lo ferma per parlargli.

Leopoldo ritiene ciò come maggior sicurezza che la voce non viene da uno solo, ma il Signore è ovunque.

Parlando poi della Statua della Consolata che tiene vicina al Santo Crocifisso, mi dice che circa un anno fa gli rivelò che Essa è presente in tutte le immagini benedette.

Fra Leopoldo mi dice che non può più aspettare sino alla mia partenza, e vuole che prenda dal suo cassettone un involto dove c'è una statuetta.

Mi dice che è la Statua della Vergine Consolata portata a lui dal Cav. Cavallotti a nome del Cardinale Richelmy ( così egli dice avergli asserito il Cav. Cavallotti ).

Io dimostro la mia compiacenza e lo ringrazio soddisfacendo così ad un altro mio desiderio di avere un'immagine nella mia camera della Vergine Consolata che mi ha protetto tanto.

Anche Fra Leopoldo è contento perché dice che così sono provvisto del Santo Crocifisso e della statua della Vergine Consolata come lui.

Accosto la statuetta al Sacro Costato e alle Piaghe Sacratissime del Crocifisso Miracoloso, e poi Fra Leopoldo desidera farla benedire di nuovo da Padre Curato per essere più sicuro.

Guardiamo ancora insieme il Santo Crocifisso donatomi da Fra Leopoldo e dal Prof. Teodoreto e Fra Leopoldo mi consiglia di mettere un piedistallo per tenerlo quando scrivo sul mio tavolino.

Mi dice che mi farà tante grazie, e di essere contento di avere un Crocifisso di valore per la storia, l'arte e le persone che lo tennero.

Così pure accosto al Sacro Costato e alle Piaghe del Crocifisso Miracoloso il nastro di seta bianca che teneva legato lo zucchetto di SS. Benedetto XV e Fra Leopoldo mi dice di tenerlo come un pio ricordo, e di donarne un po' a Cambiaghi.

Fra Leopoldo non sa come dimostrarmi tutto il suo affetto, e mi parla delle meraviglie del Signore, accennandomi a tutto ciò che ha di caro per dar gloria al Signore e per edificazione mia.

Egli quantunque a letto, ha una tranquillità, una serenità ammirabile.

Parla della morte con tale indifferenza che fa tanto pensare: soltanto desidererebbe ricevere prima i Santi Sacramenti.

Mi parla con tale piacere, e con tanta affezione che da qualche giorno mi tratta spesso col tu, ed anche oggi rimango nella sua cella più di tre ore, con sua grande consolazione perché dice può rimanere con noi più del solito.

Mi parla molto con trasporto del Signore, delle grazie che il Signore mi ha fatto, del bene che mi vuole nel Signore, e che il Signore è contento, altrimenti mi avrebbe già allontanato dal Convento.

Viene a visitare Fra Leopoldo Cambiaghi.

Il francescano si mostra lietissimo di vederlo, e lo tratta con particolare cordialità ed affezione.

Dona a Cambiaghi una reliquia di S. Francesco.

È molto contento della nostra amicizia e dice di continuarla anche lontani.

Dopo aver discorso, facciamo insieme a Fra Leopoldo la Santa Adorazione al Crocifisso Miracoloso.

Dire il nostro trasporto dinanzi a Gesù Crocifisso che ha dettate al Santo Francescano tante meraviglie, la nostra commozione, la nostra confidenza, sicuri di ottenere, ci è impossibile.

Soltanto dirò che è tale una gioia di adorare Gesù Crocifisso nella camera di Fra Leopoldo che è una cosa da non dire.

Terminata la preghiera Fra Leopoldo vuole che passi nelle braccia di Cambiaghi il Santo Crocifisso che lo riceve con piacere e divozione e vi prega sulle Piaghe con trasporto.

Poi Fra Leopoldo lo desidera lui e quando lo metto nelle sue mani, bacia con trasporto il Sacro Costato ripetendo: "Oh il mio Gesù, il mio Gesù!".

Io metto le mie coroncine, il mio piccolo crocifisso, la statua, sul Sacro Costato del Crocifisso; rimango vicino al letto di Fra Leopoldo fin dopo le 19,30, discorrendo sempre di cose sante ed ascoltando i suoi consigli e ammaestramenti.

Poiché è da notare che ogni parola, ogni atto sono motivo di riflessioni e di ammaestramento.

Fra Leopoldo non prende né medicine, né cibo, né inizia nessuna cosa senza prima fare il segno di Croce, e una preghiera.

Così non nomina cose di fede senza mettere l'aggettivo "Santa", né persona senza farla precedere dal titolo ecclesiastico o civile.

E così, volando il tempo, rimaniamo sin dopo le 19,30.

Prima di congedarci, chiediamo a Fra Leopoldo la sua Santa benedizione ed egli ben di cuore, vedendoci inginocchiati vicino al suo letto, stende le sue mani sui nostri capi, elevando al cielo una preghiera di protezione e ci benedice.

Noi gli baciamo la mano e Fra Leopoldo, prendendoci la testa, bacia ciascuno di noi sul viso.

Ci raccomanda domani di ritornare presto.

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