Sotto il campanile di S. Tommaso

Angela Cotterina Lucia Bocchino ved. Nem

( 1737-1768 )

Nella navata sinistra della chiesa di S. Tommaso vi è l'altare dell'Immacolata.

In passato era l'altare della Compagnia delle Figlie di Maria.

Quante preghiere e quante "Comunioni generali" sono state fatte davanti al quadro dell'Immacolata del Reffo ...

A fianco di quest'altare una grande lapide riporta il nome di un'umile terziaria francescana della Fraternità di S. Tommaso: Angela Catterina Lucia Bocchino ved. Rajna.

La lapide la ricorda "povera di sostanze e di gioie domestiche, ricca di virtù cristiane".

Infanzia

Era nata a Torino il 9 gennaio 1737.

Era stata battezzata appena nata, poiché si temeva che non potesse sopravvivere.

Le cerimonie furono poi completate in S. Filippo il 27 gennaio 1737.

Era la primogenita di sei fratelli.

Tutti morirono nell'infanzia.

Il papà era al servizio della Marchesa Anna Maria Rovere, la mamma sarta.

Lucia restò presto orfana dei genitori, poiché la mamma morì all'età di 28 anni.

Appena 13 giorni dopo moriva anche il papà all'età di soli 30 anni.

Entrambi furono sepolti in S. Filippo ( 1748 ).

Dopo la morte dei genitori, Lucia si trasferì presso gli zii paterni in Via dei Mercanti 30.

Aveva 10 anni e mezzo.

In questo tempo ebbe come guida spirituale il camilliano P. Pejron.

La casa, in cui abitavano gli zii, era di proprietà dei Ministri degli Infermi subentrati ( nel 1678 ) alle monache agostiniane del Monastero del Crocifisso.

In questi anni Lucia fece la Prima Comunione nella sua Parrocchia dei SS. Processo e Martiniano, posta all'incrocio di Via S. Francesco d'Assisi e l'attuale Via P. Micca e demolita per costruire la "diagonale".

Sposa

Zio Vitale e zia Giovanna Francesca pensarono subito di impegnare Lucia nel lavoro di sarta presso una boutique.

Altrettanto presto, e quasi a sorpresa, le proposero il matrimonio con Ignazio Domenico Rajna.

Costui era proprietario di un'oreficeria in Via Dora grossa ( attuale Via Garibaldi ).

Purtroppo però era anche devoto di Bacco e incallito nel gioco ...

Carattere melanconico e sospettoso, rendeva difficile la vita coniugale della povera Lucia Catterina.

Un raggio di sole entrò nella famiglia Rajna quando nacquero le figlie Margherita e Maria Teresa.

Gradualmente però la casa si spogliava di tutto, fino al fallimento.

Ignazio cercò di evadere dalla triste situazione, ricorrendo al vino ...

Alla povera Lucia non restavano che dispiaceri e ... spesso anche le bastonate.

La madre stessa di Ignazio la consigliò di cercarsi una soffitta, in cui trovare un po' di pace per sé e per le figlie in tenerissima età.

Non volle separarsi dal marito.

Nonostante tutto, si rifugiò con lui e con le figlie in una soffitta di Piazza Carlina.

Una sera Ignazio arrivò a casa stravolto, dopo un'ennesima rissa.

Un coltello, attraversato il giubbotto e la camicia, si era fermato a fior di pelle.

E venne il momento della conclusione della sua vita il 9 settembre 1759, come ci attestano i registri di S. Filippo.

Aveva solo 28 anni.

Vedovanza

Rimasta vedova, iniziò per Lucia Catterina un nuovo cammino sulle orme di S. Francesco.

Lasciata Piazza Carlina, si stabilì con le figlie nel Condominio S. Aventino ( oggi Via S. Tommaso 22 ), aprendo una piccola merceria in un seminterrato, che i vicini chiameranno "La Grotta".

La botteguccia si trasformerà presto in una succursale di "Opera Mendicità" ( oggi si direbbe "San Vincenzo" ).

Lucia Catterina, pur appartenendo alla parrocchia di S. Martiniano, cominciò a frequentare S. Tommaso, dove trovò un grande aiuto spirituale nella guida del francescano P. Pier Vittorio Doglio.

Divenne terziaria francescana.

Rifiutò di risposarsi.

Con il consiglio di P. Vittorio si impegnò con il voto annuale di castità.

La sua vita serena e impegnata nel bene fu scossa dalla morte delle due figlie: Maria Margherita nel 1765 ( all'età di 9 anni ) e Maria Teresa nel 1766 ( all'età di 7 anni e mezzo ).

Furono sepolte in S. Martiniano.

Si disse che Catterina Lucia abbia avuto una visione della Madonna in atto di benedire lei e le sue figliuole.

Sul posto i vicini vollero dipinto un quadro dell'Immacolata, ancora oggi visibile ( anche se non in ottime condizioni ).

Terziaria francescana

Morte le figlie, Catterina si diede a vita austera, spogliandosi non solo del superfluo, ma spesso anche del necessario.

Unico ornamento della sua casa fu un ruvido crocifisso in legno.

Potendo ormai disporre di se stessa, praticò, come consacrata nel Terz'Ordine, una povertà estrema nel vestire, nel vitto, dando ai poveri senza calcolo.

Attenta nel praticare le opere di carità, accorreva presso gli ammalati e dovunque fosse utile la sua presenza, incurante delle stesse ingratitudini.

Nelle varie forme di povertà sapeva scoprire la presenza di Gesù Cristo.

Così fortificata interiormente, non ebbe difficoltà nel superare le insidie, tesele da certi ... cavalieri dell'alta società torinese.

La sua grande forza era l'Eucaristia.

Appena libera dalle occupazioni, correva in S. Tommaso, davanti al tabernacolo.

Fu quello un periodo di intenso fervore, ma anche di laceranti aridità di spirito e di interiore combattimento spirituale.

Anche sotto questo aspetto rivisse in sé la storia del suo serafico Padre Francesco.

Infermità e morte

Il 27 aprile 1768 Catterina Lucia fu colta da febbre violenta, prodotta da polmonite.

Il 29 aprile volle tuttavia portarsi in S. Tommaso per la Confessione e per ricevere la Benedizione Eucaristica.

Ritiratasi in casa, si mise a letto.

La sua stanza da letto era diventata una stamberga di cenci, perché tutto aveva donato, materasso compreso.

Dopo qualche tempo fu chiamato P. Vittorio, perché l'ammalata delirava ...

"Padre, vi ho sempre ingannato! ...", disse nel delirio.

Il buon francescano ebbe la sensazione che non si trattasse solo di febbre ...

Rivolto all'ammalata, quasi raccogliendo in sé le energie interiori: "Vi comando, disse imperiosamente, di pronunciare il nome di Gesù e di guardare il Crocifisso ...".

L'ammalata si ricompose lentamente, baciando con trasporto il Crocifisso.

Dopo questo episodio, lottò ancora per 13 lunghi giorni contro il male fisico e soprattutto contro tante tentazioni.

Quando le riferirono che in S. Tommaso si stava pregando per la sua buona morte, Catterina Lucia "esultò di gioia".

La mattina del 10 maggio ebbe ripetute violente convulsioni.

Le sue ultime parole furono un ringraziamento cordiale al confessore P. Vittorio.

Nel pomeriggio, alle ore 14, la Serva di Dio Catterina Lucia Bocchino chiudeva la sua esistenza terrena.

Aveva 31 anni.

Fu rivestita dell'abito terziario.

Desiderava essere sepolta senza alcuna esteriorità, nelle "ore più bruciate" ( come si diceva nel dialetto piemontese ).

Fu accontentata ( forse anche con eccessivo zelo ).

Alle 14 del giorno seguente venne tumulata in S. Tommaso nel loculo riservato ai Terziari.

Alla fioraia di Via Dora Grossa, che aveva portato un gran mazzo di gigli per la sepoltura, dopo il diniego del parroco P. Ireneo Bonardelli, sentenziò P. Vittorio, direttore della Fraternità, e li fece portare a S. Carlo davanti alla Madonna di Coppacavana, dove Catterina Lucia si portava spesso da bambina a pregare.

L'immagine di Maria ( copia della celebre Madonna di Coppacavana - Perù, era stata donata dal Marchese di Castel Lodvigo, viceré di Valenza, alla parrocchia di S. Carlo ) riscuoteva molta venerazione.

Le esequie furono brevissime.

Non si diede neppure un segno di campana.

Eppure, nonostante questa sepoltura semiclandestina, fatta alle 14 dell'11 maggio 1768, grandissimo fu il concorso di popolo, tanto da rendersi difficile l'ordine in chiesa.

La fama della sua santità non si spense con la morte.

Il direttore spirituale P. Pier Vittorio Dogli da Mondovì, un anno dopo la sua morte, raccolse le sue memorie.

Il processo di beatificazione è aperto, con i tanti altri dell'Ordine francescano.

Le reliquie giacciono in apposito loculo.

Una laconica epigrafe dice: "Qui giace Lucia Bocchino ved. Rajna da Torino, sorella del Terz'Ordine francescano, morta il 10 maggio 1768".

Nel 1911 il parroco di S. Tommaso P. Vincenzo Vallaro fece murare, come già scritto, una grande lapide di marmo bianco, che dice:

Qui riposano le spoglie mortali

di Angela Catterina Lucia Bocchino ved. Rajna

terziaria francescana

che povera di sostanze e gioie domestiche

fu ricca di grandi virtù cristiane abbellite dal crogiuolo delle avversità

nata nel gennaio 1737

morì in concetto di santità il 10 maggio 1768.

La vita di questa convinta discepola di Gesù, che cercò di amare il suo Signore con il cuore di S. Francesco, povero, obbediente e casto, continua ad essere fulgido esempio non solo a chi, come Lei, si è impegnato a seguire Cristo nel Terz'Ordine, ma a tutti coloro che vogliono essere autenticamente discepoli del Signore.

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