Una storia a due: Gesù Crocifisso e Fra Leopoldo |
Ha l'amarezza in cuore, Luigi, quando lascia il Collegio dal Pozzo a Vercelli, ma ha perdonato i suoi calunniatori.
Quelli che gli hanno fatto del male, due anni dopo, perderanno il loro posto di lavoro.
Lui si stabilisce a Torino, dove, nel 1890, è assunto come cuoco dalla nobile famiglia dei Conti Caissotti di Chiusano, i quali, pochi giorni dopo, scoprono di aver accolto un vero "artista" nel suo lavoro.
Secondo l'uso austero del tempo, la spesa giornaliera per il vitto di ciascuno - padroni o persone di servizio - è fissa e non è possibile andare oltre.
Capita così che Luigi Musso deve far fronte alle necessità con quanto di denaro gli viene messo a disposizione, rigorosamente, tuttavia, senza scontentare alcuno.
Ricorre a tutti gli accorgimenti della sua "arte", ma qualche volta, per venir incontro ai suoi colleghi di lavoro, si accontenta dello stretto necessario per se stesso.
Intanto, ha affittato una camera in via Mazzini 44, dove trova il silenzio e la calma per la preghiera, e presto comincia a radunare i ragazzi del vicinato, ai quali insegna il catechismo, e a pregare, continuando e sostenendo l'opera del Parroco di S. Massimo.
A loro, è lui stesso il primo esempio con la sua intensa vita cristiana.
Torino è la città di molti santi, dei quali è vivissimo il ricordo: don Cottolengo, don Cafasso, don Bosco, il prof. Don Faà di Bruno …
Molti di questi santi sono ancora vivi e operosi nella città: don Murialdo, don Rua, don Allamano, il Canonico Luigi Boccardo, Paolo Pio Perazzo.
Il Santuario mariano della Consolata è luogo di irradiazione di vita cristiana e apostolica, di santità.
Luigi Musso comincia a frequentare "la Consolata" e le chiese di Torino, dove è più intensa è la preghiera, l'adorazione eucaristica, la devozione alla Madonna.
Ogni mattina va a Messa - spesso con la Comunione - e ritorna in chiesa verso sera per la visita a Gesù Eucaristico.
Per tre anni, è apostolo tra i piccoli della parrocchia di S. Massimo.
Nella primavera del 1893, conosce la buona famiglia Vacca, di origine monferrina come lui, in cui la madre Carolina, esercita buon apostolato tra i giovani del Monferrato residenti a Torino per lavoro.
Luigi si stabilisce in via della Consolata n. 1, presso la medesima famiglia, offrendo e ricevendone aiuto.
Viene così a trovarsi nella parrocchia di S. Dalmazzo, dove esercitano il loro ministero i Padri Barnabiti.
A "S. Dalmazzo", incontra il Padre Giulio Giuseppe Cozzi - futuro superiore provinciale della sua Congregazione - che diventa il suo direttore spirituale - e subito intraprende a guidarlo con sapienza sulla via della santità.
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