Una storia a due: Gesù Crocifisso e Fra Leopoldo |
Dopo qualche anno - scriverà Luigi nel suo Diario - presi per mio Padre spirituale, il rev. P. Cozzi: la chiesa officiata dai Barnabiti ( S. Dalmazzo ) divenne la mia prediletta, e non tralasciai di frequentare ogni giorno quella casa di Dio …
La squisita bontà e pietà con cui il mio benemerito Padre spirituale aveva cura dell'anima mia, lo indusse a consigliarmi di fare la S. Comunione ogni giorno; io gli dissi: "È mio desiderio, ma sono tanto peccatore, che non avrei mai osato … ".
Luigi obbedisce al Padre: " La bontà di Dio venne in mio soccorso cosicché non lasciai più passare giorno senza cibarmi del Pane degli Angeli, fuorché se ero impedito da malattia. ".
Cammina decisamente verso la vetta: " Non per i miei meriti, ma per la bontà del suo cuore, il medesimo Padre spirituale mi prese a così ben volere che mi vedevo considerato come un "fratello" del suo Ordine.
Mi deliziavo nel servire la S. Messa alle ore cinque e mezzo ".
Luigi si perfeziona ogni giorno, alla sua "scuola", o meglio, alla "scuola di Gesù", con la serenità in cuore di camminare sulla via buona, la migliore per lui.
Cresce nella fede e nell'amore alla S. Messa e sa che in essa si compie il medesimo sacrificio di Gesù sulla croce.
Il Crocifisso che egli ama da quando è nato, è lì, ripresentato nella Messa.
Prova sempre più gioia a intrattenersi con Lui davanti al Tabernacolo.
Una mattina, il sacrestano, fratel Giuseppe, gli chiede : "Vorresti, per favore, portare l'ombrello per accompagnare il SS.mo Viatico a un'ammalata?".
Luigi accetta. Per strada, lieto di trovarsi vicino a Gesù in Sacramento, mentre si recita il Salmo Miserere, prega in cuor suo: "Gesù dolcissimo, per la tua infinita misericordia, fa' che dopo la mia morte, io mi trovi vicino a Te, lassù in Paradiso, come mi trovo adesso qui".
Le sue giornate sono piene di lavoro a casa Caissotti, e nel medesimo tempo, di preghiera e di apostolato, sempre più intenso.
Durante l'estate, a volte fino ad autunno inoltrato, Luigi si trasferisce con la famiglia dei Conti in campagna, nel loro castello di Viale d'Asti.
È ancora lui che racconta: " Ogni anno si andava a passare alcuni mesi di villeggiatura nel castello di Viale e là ogni giorno facevo il possibile per avvicinarmi sempre più a Dio con la preghiera; con la grazia del Signore, imploravo la divina benedizione sopra di me e e sopra le mie azioni.
Ebbi per mio direttore spirituale, durante il tempo della campagna il reverendo don Antonio Gambino, Arciprete locale, anima cara e pia, il quale sempre mi incoraggiò al bene e alla virtù.
Ma non dimenticavo i consigli del Padre Cozzi, cioè di avere divozione non solo alla Vergine SS.ma, ma anche al suo divin Figlio Gesù ".
A Viale, riesce ad avvicinare molte persone, con le quali apre il discorso sull'amore di Dio, la devozione alla Madonna, la preghiera, la salvezza eterna dell'anima.
Lì riceve un grande dono dal Signore, che davvero un passo alla volta, gli indica la sua missione nel presente e ancora di più per il prossimo futuro: " Nel 1983, ebbi una visione, in sogno, nel castello di Viale: vidi in alto Gesù Crocifisso; stava abbracciata ai suoi piedi un'anima bellissima, dal volto nobilissimo, teneva gli occhi modestamente, un po' chino il capo; e la veste era come luminosa: il tutto mi imparadisava.
Fissai lo sguardo su quella visione dolcissima, dopo pochi minuti sparì e mi lasciò una dolcezza inenarrabile, che non dimenticherò per tutto il tempo della mia vita ".
È soltanto un cuciniere sconosciuto per ora, quasi sperduto tra Torino e un piccolo borgo dell'astigiano, ma verrà il giorno, in cui quella visione sarà nota al mondo.
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